Quando i polmoni non bastano più…


Guerriero, trascinatore, leader, grande anima, capitano. Rino Gattuso, dal ‘99 ad oggi, è stato tutto questo e anche altro per il Milan. Ha iniziato a correre quando arrivò dalla Salernitana, e non ha praticamente mai smesso di farlo, in questi undici anni, se non quando qualche infortunio lo ancorava ad una brandina, un letto, una poltrona, quello che volete. E magari con i legamenti del ginocchio a pezzi, voleva ancora correre, perché tanto non gli faceva male granchè.

Rino Gattuso è giunto probabilmente, anzi direi quasi sicuramente, a scrivere la parola fine della sua grande storia d’amore col Milan: in Grecia o in Germania, il suo futuro sarà comunque lontano da Milanello, da San Siro. In quest’ultimo anno, a me che sono un po’ un girovago errabondo del web, è capitato spesso di imbattermi in siti, blog o forum che dileggiavano apertamente il numero otto rossonero. In particolare, questo notavo, la cosa che più veniva rinfacciata al centrocampista calabrese, aldilà di un innegabile e fisiologico calo di rendimento, era quell’infelice esternazione dello scorso dicembre, quel ”Io sono Gattuso”, che racchiudeva da una parte la frustrazione per non poter essere in mezzo alla mischia, dove a lui più piace stare, e dall’altra la ferrea volontà di ricordare al popolo rossonero chi era lui, cos’aveva fatto, quante tacche corrispondenti a stinchi avversari aveva sui propri tacchetti. Un errore, senza dubbio, e non è nemmeno importante stare qui a ricordare quanto inopportune fossero, in quel momento, quelle parole. Tuttavia ad una grossa fetta di tifo rossonero, quello sfogo non è mai andato giù, diventando da quel momento in poi motivo di profondo risentimento (eufemismo…) nei suoi confronti. Al punto di augurarsi quanto prima la sua immediata partenza, il suo istantaneo distacco dai colori rossoneri.

Mi permetto di suggerire come questa reazione abbia motivi molto più profondi, di alcune parole in libertà. Il tifoso milanista non ne più, non tanto di Rino Gattuso, quanto di una situazione societaria poco fluida, che ci regala un futuro quanto mai a tinte fosche. E in questo sconforto, finiscono tutti nello stesso calderone, con rare eccezioni. Se Rino avesse avuto la sua crisi di mezza età in altri tempi, in momenti in cui il marchio Milan era sinonimo di successi in Italia e nel mondo, probabilmente il centrocampista se la sarebbe cavata con qualche bonario scappellotto, ma nulla di più. Anzi, sono convinto che addirittura qualcuno sarebbe arrivato a dire: ecco, lui si che ci tiene ai colori, alla maglia. Soprattutto perché è proprio in questi giorni, nell’atto dell’addio, che Gattuso sta dando dimostrazione di come si debba comportare un professionista che indossi la maglia rossonera: quando ha capito che i suoi polmoni non erano più tali da garantirgli la titolarità inamovibile, Rino ha messo da parte portafoglio e avidità, dando mandato alla società e al suo procuratore di trovargli un’altra sistemazione. Sarebbe potuto rimanere a svernare amabilmente, come altri, nei corridoi di Milanello, il contratto glielo avrebbe permesso, ma ha invece preferito togliere il disturbo, sgravare almeno del peso del suo ingaggio le già provate casse milaniste. Meditate, gente, meditate: chi ha orecchie per intendere, ma ne dubito, intenda.

Dal canto mio avrò sempre nel cuore le immagini e le corse più belle di un centrocampista “conterroneo” che partito da un piccolo paese di mare, per qualche anno ha potuto dire di avere sul palmo della mano qualche milionata di cuori: per quel suo essere spontaneo, rude, genuino, ma tanto tanto generoso. Uno scudetto, due Champions League, due Supercoppe Europee, un Mondiale per club, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, recano in calce la sua firma indelebile, a caratteri cubitali. Ha corso tanto, Rino, con la nostra maglia addosso, e so per certo che per lui, tifoso milanista, ovunque andrà, rincorrere pallone e avversari non sarà più la stessa cosa. Ma il Milan, e lui lo sa, sarà sempre la sua casa. Perché lui è Gattuso… e questa volta dovremmo essere noi tifosi a dirlo!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo appieno e mi complimento con chi ha scritto questo stupendo articolo. Purtroppo ogni giocatore, prima o poi, comincia a non rendere più al massimo e la squadra in cui milita (in questo caso la sua casa, la sua famiglia) è costretta, per tentare di rimanere competitiva, a lasciarlo andare. Come giustamente c'è scritto rimarrà nella storia del grande Milan e nel cuore di tutti noi tifosi. Personalmente gli auguro di togliersi altre (seppur piccole) soddisfazioni fino a fine carriera per poi tornare a casa nel ruolo di allenatore o di dirigente. Glielo auguro e lo auguro a tutti noi milanisti, perchè uno con il suo carisma, qualsiasi ruolo abbia in un club, fa la differenza.

Marco, tifoso milanista più o meno da 10 anni, come il grande Rino

pierosabato ha detto...

Parole sante Gumas!

Anonimo ha detto...

Non è il fuoriclasse che infiamma le folle con colpi ad effetto,non è il fine dicitore di centrocampo ne uno che gioca col fioretto,però ha tanto fiato e non ne ha mai risparmiato un solo alito.Sul campo non è quello che in un attimo ti risolve la partita,non è il giocatore a cui affidarsi per recuperare situazioni disperate o vincere partite all'ultima azione,ma è quello che in ogni caso usce dal campo sporco di fango e polvere per onorare la maglia.
Un ragazzo testardo,a volte anche ruvido ma con un cuore speciale pieno di generosità,lo ha dimostrato in campo correndo al servizio dei fuorclasse e fuori con tutto ciò che ha fatto per la sua terra e gli altri.
Sicuramente non ci lascia un funambolo di questo gioco ma un uomo che portava in campo i nostri colori difendendone la gloria e il prestigio,nella vittoria come nella sconfitta.
Andando via lascerai un grande vuoto perchè se c'è una cosa in cui sei stato un campione è conquistare il cuore dei tuopi tifosi,anche se qualche piccola sbandata c'è stata l'affetto rimarrà sempre intatto...Grazie di tutto Rino!!
In Bocca al lupo per la tua prossima avventura.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente il tuo pensiero, Rino ci rappresenta al di là della maglia che indossa, è un'icona, un simbolo, qualcosa che va oltre il campo verde.

Max RC

carmen ha detto...

Mentre leggevo questo BELLISSIMO scritto su GRAFFIO DELL?ANIMA le lacrime sono scese irrefrenabili buona fortuna
CUOR DI LEONE Carmen da Vignola

carmen ha detto...

Mentre leggevo questo BELLISSIMO scritto su GRAFFIO DELL?ANIMA le lacrime sono scese irrefrenabili buona fortuna
CUOR DI LEONE Carmen da Vignola

 
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