Milan - Inter 1-0

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Mamma mia...
MA QUANTO E' BELLO ESSERE

M I L A N I S T I ?

Non è per il risultato

seppur importantissimo

Non è per la "supremazia cittadina"

anche se non guasta

Non è per la soddisfazione di vedere

come e quanto rosicano gli "special"

Non è per una notte "da Milan"

ne abbiamo vissute e ne vivremo ancora tante

E' semplicemente perchè

il Milan sa accettare le sconfitte e quindi

godersi appieno e senza ombre le vittorie

E' semplicemente perchè

noi scegliamo di stare con i Ronaldinho

loro con i Quaresma

E' semplicemente perchè

anche se Campioni del Mondo non ostentiamo

mentre altri, con appropriazioni indebite, ostentano

E' semplicemente perchè

chi nasce come "copia"

può paragonarsi all'originale ?

Un grazie sentito e sincero ai nostri

SPLENDIDI RAGAZZI

per la voglia e l'orgoglio messo in questo Derby

e...

passatemi uno sfizio

Mi raccontano che a San Siro

c'era esposto uno striscione strepitoso

MEGLIO UN PIRLO IN TRIBUNA

CHE UN PIRLA IN PANCHINA
!



L’ABBIAMO VINTO


L’ABBIAMO VINTOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!
Quello che stiamo scrivendo è quanto di più bello si possa scrivere, ed è perfettamente quello che volevamo scrivere alla vigilia di questa gara.
Lo sognavamo, abbiamo sofferto, ci abbiamo messo il cuore, e alla fine possiamo dirlo:
ABBIAMO VINTO IL DERBY RAGAZZI!!!
E’ stata una partita tiratissima, tesa, che ci ha fatto soffrire fino alla fine, perché loro avevano veramente tantissimo peso davanti e ogni pallone che buttavano in mezzo ci faceva quasi quasi venir voglia di chiudere gli occhi e occuparci di altro.
Ma ce l’abbiamo fatta, i Nostri ragazzi hanno dato tutto quello che avevano e ci hanno regalato una serata strepitosa, che ci rende veramente orgogliosi di questa squadra, per il sacrificio, la dedizione e la determinazione che ci hanno messo!
Sarebbe veramente riduttivo spendere i complimenti per un singolo, per il Dinho che, al primo gol in Italia, castiga subito quelli lì, per Rino che ha corso dietro a tutti e tutto, per Clarence che ha giocato una partita di sacrificio assoluto.
Il Nostro complimento, sentito e commosso, va a tutto il collettivo, che ha corso e si è sacrificato come non lo so vedeva da tempo.

Il Mister sceglie la migliore formazione che ha a disposizione, con Abbiati in porta, Zambro, Paolo, Kala e Janku dietro, Rino, Clarence vertice basso e Ambro a comporre i tre di centrocampo, con il Ka-Pa-Ro davanti.
Iniziamo subito bene, essendo compatti e cercando subito di essere veloci davanti, per sfruttare al meglio la grande tecnica e la grande velocità di cui disponiamo davanti.
Anche loro sono ben disposti, fanno girare molto la palla ma, sostanzialmente, mantengono i ritmi molto bassi, mentre Noi, dal canto Nostro, cerchiamo di alzarli.
La prima vera palla gol è per Noi, e arriva dopo una splendida combinazione Dinho-Kakà, che si conclude con la conclusione del Nostro numero 80, sulla quale Julio Cesar compie un miracolo.
Ma è sempre sull’asse Dinho-Kakà che i Nostri si portano in vantaggio:
strepitoso lancio di Dinho, che pesca Ricky al limite del fuorigioco.
Il Nostro Magico 22 aspetta che Dinho si inserisca nuovamente e lo serve con una pallone pennellato, e il Nostro 80 piazza un colpo di testa fortissimo sul palo più lontano per un’immobile Julio Cesar. Primo gol italiano per Dinho che, come avvenuto con lo stesso Kakà alla 5°giornata del campionato 2003-2004, si sblocca contro l’Inter.
La Squadra, successivamente, è bravissima a portare all’intervallo il punteggio ottenuto e a ricominciare il secondo tempo con la stessa intensità e la stessa applicazione.

La ripresa, per l’appunto, si riapre con la stessa intensità da parte della Nostra Squadra, che pressa, lotta e si aiuta in modo strepitoso.
Loro, come accennato in precedenza, puntano a mettere molto peso e molti centimetri davanti, inserendo Adriano e Cruz per schiacciarci e sfruttare anche la seconda palla.
Ma i Nostri sono molto compatti, non si disuniscono mai e hanno ben in mente l’obiettivo: lottare su ogni pallone come se fosse quello decisivo, e dare tutto quello che hanno. E ci siamo riusciti ragazzi, ci sono riusciti i Nostri Splendidi Ragazzi, che ci danno una grande convinzione per il futuro:
se siamo questi, se ci aiutiamo così e se siamo così collaborativi, possiamo dire la Nostra in modo importante in questo Campionato.
Dobbiamo, adesso, avere la forza di pensare che non abbiamo fatto nulla, e che siamo solo alla quinta e che le partite nelle quali dobbiamo dimostrare di essere all’altezza per il tricolore sono altre come, ad esempio, quella di domenica prossima a Cagliari.
Godiamoci questa grande vittoria, e poi stiamo concentratissimi
perché, ragazzi...
LO POSSIAMO VINCERE!!!!!

[...]

Milan - Inter

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"Dio li fa, poi li accoppia"
mai, come in questo caso, detto popolare fu mai azzeccato

Non trovate anche voi che, un allenatore come Mourinho,

in Italia, poteva allenare solo una società come l'Inter ?

Stessa pasta !

Stesso "stile", stesse provocazioni, stesso autoincensamento,

stessa "appropriazione indebita" del ruolo di protagonista

del calcio italiano

Eppure...

Ma da noi, in Italia,
non esiste nessuna squadra che ha vinto più dell'Inter ?

Sempre da noi, in Europa e nel Mondo,
non esiste nessuno che abbia vinto più dei neroazzurri ?

E questo nuovo messia del calcio mondiale,

possibile che in Italia non ci sia
nessuno che abbia vinto almeno quanto lui ?

Perchè se Berlusconi dice che
"Adriano da noi ritornerebbe ad essere un big"

è inelegante e irrispettoso verso un suo collega presidente

e se Mourinho si bea
delle sue battute sarcastiche su un suo giocatore,

mettendolo in ridicolo con un intera nazione,

è un simpaticone ?

SI

non ho dubbi, mai come in questo caso

"Dio li fa e poi li accoppia"

Non mi interessa come scenderemo in campo nel Derby,

non mi interessa chi giocherà o
quale tattica sarebbe meglio adottare,

non mi interessa
guardare i possibili scenari di classifica post Derby,

mi interessa solo una cosa

BATTERLI
!

Batterli per un senso di giustizia che, prima o poi,

dovrà arrivare anche per loro

Batterli per ribadire ancora una volta che il Milan

IL NOSTRO MILAN

non ha bisogno di gran casse mediatiche

il
NOSTRO MILAN sa
e la sua Storia lo dimostra
essere più forte,
con la calma e la pazienza dei giusti,

essere più forte di ingiustizie, sfortuna ed invidia

Ricordate la richiesta di Sheva infortunato
a Kakà prima di un Derby ?

Ricordate come andò a finire ?

Dicemmo tutti
"Queste cose solo al Milan !"

Bene

IN QUESTO DERBY

possiamo scrivere un'altra puntata

di quel "serial del cuore"

Se andrà bene saremo felici per il

nostro modo di essere Milanisti,

nell'altro verso...

saremo amareggiati ma sempre fieri ed orgogliosi

dei nostri Colori che non ci fanno

ABBASSARE MAI

lo sguardo, quando si tratta di morale e sportività

CHE LO SPIRITO
DI ATHENA

SIA CON NOI
!


IL GIORNO DEL GIUDIZIO


E’ vigilia di derby, è vigilia di grande gara, è vigilia di momento importantissimo.
Il primo derby del campionato 2008/2009 arriva presto (alla quinta) ma già assume i connotati delle partite decisive, soprattutto per il Milan.

Dopo appena quattro turni per la compagine RossoNera sembra di trovarsi davanti ad un bivio: siamo una squadra competitiva?
Siamo in grado di insidiare le certezze di una rivale che anche quest’anno sembra proseguire sulla strada del successo?
Siamo solo un ammasso di campioni che non sarà mai squadra in grado di trionfare nel campionato Italiano oppure no?

I quesiti sono tanti, e lo sono soprattutto dopo un inizio di stagione incerto, ma ormai non è più tempo di chiacchiere, di parole!
E’ tempo che a parlare sia il campo, i fatti, i giocatori.

Dopo un inizio da brividi (due sconfitte nelle prime due giornate), il Milan sembra essere tornato ad essere una SQUADRA.
Tre vittorie in una settimana (Coppa Uefa compresa) hanno ridato fiato alle trombe RossoNere, e soprattutto le due vittorie in campionato hanno rimesso in sesto una classifica che solo sette giorni faceva venire i brividi.
Abbiamo ritrovato la determinazione giusta, abbiamo ritrovato lo spirito pugnace di un tempo (vedi Reggio Calabria), abbiamo ritrovato la via del gol (nove nelle ultime tre partite), abbiamo ritrovato convinzione.
Non basta, ci sono cose da rivedere e registrare (subiamo gol da 19 partite consecutive), ed il lavoro è ancora lungo e tortuoso.
Tuttavia, domani abbiamo a disposizione la possibilità di riaprire definitivamente il campionato (siamo “solo” a meno 4 dalla vetta) e riproporre definitivamente la nostra candidatura al titolo.

E’ derby, è Milan-Inter, è Ancelotti contro Mourinho!
E’ tante cose (…forse troppe), ma soprattutto è l’occasione per dimostrare al mondo intero che il Milan c’è, che il Milan non è “un vezzo del suo Presidente”, che il Milan non è una squadra che non si è rafforzata come gli altri ma che bada solo a fare le cose “spettacolari” ma non “funzionali”, che il Milan coi “sentimenti” non arriverà mai da nessuna parte!

Se conosciamo bene i nostri ragazzi, queste cose devono bastare (e basteranno) per pensare che domenica sera uscendo da S.Siro il popolo Milanista sarà soddisfatto: comunque vada a finire, avremo la certezza che i ragazzi avranno dato TUTTO, avranno difeso strenuamente la nostra Bandiera, usciranno dal campo con la Maglia intrisa di sudore.
E’ questo che chiediamo:
POTREMO AVERE RIMPIANTI PER IL RISULTATO,
MA NON DOVREMO
AVERE NESSUN RIMPIANTO PER L’IMPEGNO!
La testa dovrà essere bella alta, non dovremo avere nessun rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e non è stato, non c’è spazio per i “se e per i ma”.
Siamo forti e dobbiamo dimostrarlo… indipendentemente dall’avversario e dal risultato.

Basterà tutto questo per battere l’Inter?
Non lo possiamo dire oggi, lo vedremo, sarà il campo a dirlo.
Ci attende una gara durissima, una serata in cui sarà necessario fare tutte le cose per bene, una serata di sofferenza, una serata in cui chi ha le coronarie deboli è bene che si occupi di qualcos’altro, una serata in cui chi non se la sente è bene che si chiami fuori prima di cominciare.

L’Inter è una squadra forte ed altrettanto motivata, ha raggiunto la piena consapevolezza dei propri mezzi, ha una squadra fatta di grandi giocatori… ma non è una squadra imbattibile nonostante abbia alla sua guida un tecnico che sembra in grado di insegnare al mondo intero come si gioca al calcio e come si allena una squadra.
Possiamo farcela, ma serve una serata da MILAN,
una serata perfetta,
una serata da UOMINI VERI,
una serata senza NESSUNA PAURA!

Stavolta lo diciamo con convinzione:
PUO’ ESSERE LA GARA DELLA SVOLTA,
può essere il
GIORNO DEL GIUDIZIO !

Ed allora forza S.Siro RossoNera,
è anche compito tuo spingere con forza i Nostri Ragazzi al cospetto dei rivali di sempre!!!
Tutti insieme abbiamo voglia di cantare alla fine il coro di sempre:

puoi gridarlo finchè vuoi…
MA MILANO SIAMO NOI!!!


Quando uscirono i calendari, e venne fuori il derby già alla quinta giornata, sull'onda lunga dell'entusiasmo contagioso portato dalla campagna acquisti, la circostanza era stata accolta quasi con soddisfazione da parte di una discreta fetta dei tifosi Milanisti.
Gli ultimi campionati, la scorsa stagione culminata col titolo a Mancini, e col Milan fuori dall'Europa che conta, sembrava potessero essere vendicati subito, finalmente con una squadra all'altezza della situazione.
E' vero, l'ultimo derby lo aveva comunque vinto il Milan, in quella splendida domenica d'inizio maggio che sembrava aprirci le porte della Champions League, ma la sorte aveva voluto che quella divenisse l'unica vera soddisfazione di uno sciagurato campionato.
Ecco perchè, lancia in resta, il giorno in cui uscirono i calendari, quasi tutti avevamo iniziato una sorta di count-down mirato sul derby del 28 settembre.
Poi le certezze sono state lentamente, e inesorabilmente, minate alla base:
il Milan non vinceva d'estate perchè non aveva nessun attaccante a disposizione.
Il Milan non vinceva la prima e la seconda di campionato, anzi, le perdeva, perchè in fono la squadra stava lavorando assieme solo da due/tre settimane.
Il nocciolo della questione, tuttavia, è rimasto sempre quello:
il Milan non vinceva, anzi, perdeva!
E il derby iniziava a stagliarsi minaccioso, là verso l'orizzonte.
Fortunatamente, e finalmente, qualcosa è scattata dentro ai ragazzi di Ancelotti.
Basta alibi, scuse e giustificazioni, ma solo duro lavoro, applicazione, abnegazione.
E sono arrivate tre vittorie di fila contro Zurigo, Lazio e Reggina.
Il tutto nonostante, strada facendo, il Milan abbia inopinatamente perso il proprio perno di centrocampo, quell'Andrea Pirlo da Brescia da sempre apparso insostituibile per gli equilibri RossoNeri.
Non mi sento di dire che lo stato d'animo con cui vado incontro a questa partita sia lo stesso a cui facevo riferimento qualche riga fa, frutto dell'entusiasmo estivo.
Le lacune della squadra appaiono evidenti soprattutto in difesa, e non più in quella fase difensiva troppe volte tirata in ballo.
Qui è proprio un problema di difensori, Kaladze in particolare, che a Reggio ha disputato una gara a dir poco opaca, perdendo tutti i duelli con Corradi, sia aerei (ma questo ci può stare..) che in velocità (e questo no, non ci deve stare!)
E' ovviamente un problema di forma, per carità, il giocatore non si discute.
La fase difensiva, invece, va registrata, nuovamente, sui calci da fermo:
a Reggio ogni palla inattiva portava via qualche mese di vita.
E poi, discorso questo che riguarda la squadra in toto, deve necessariamente crescere l'autostima e la fiducia nei propri mezzi:
non è possibile, com'è accaduto, farsi schiacciare per troppi minuti nella propria area da una squadra tutto sommato modesta come la Reggina.
Ultima nota negativa, in questa lunga vigilia, l'assenza di Borriello:
mi sarebbe piaciuto giocarmi questo derby con Marco là davanti a prenderle e a darle a Materazzi... pazienza, speriamo che Londra non abbia completamente raso a zero la memoria calcistica di Sheva, e che questi ritrovi da qualche parte nel suo hard dirsk un file tanto caro a noi tifosi:
"come segnare 13 gol all'Inter"!
Per il resto, tutto confermato, con Zambrotta e Janku sulle fasce, Gattuso, Ambro e Seedorf a menar le danze del centrocampo, e con Kakà dietro l'ucraino e Patinho (continua a segnare, Alexandre, continua a segnare....)
Certo, in tutto ciò sarebbe lecito chiedersi dove sia Ronaldinho.
Ma che di questo, eventualmente, se ne parli da lunedì, e non da domani.
Domani conta solo la squadra e il derby, e le polemiche artate e faziose lasciamole agli altri...
buon derby a

T
UTTI !


Eh già ragazzi, ci siamo!
Molti Milanisti pensano a questo giorno già da parecchio tempo, forse dalla fine dello scorso Campionato, quando la formazione allenata, allora, da Roberto Mancini conquistò il suo sedicesimo scudetto, forse da quando, poche settimane più tardi, ci fu l’annuncio ufficiale dell’arrivo dello “special one” alla corte dei nerazzurri, oppure ancora quando la Nostra Società stava inanellando colpi a raffica in sede di calciomercato e stava allestendo una Squadra molto più forte, proprio per non patire il Campionato in sé, e anche questa sfida a distanza contro l’Inter, che nelle ultime due stagioni in campo nazionale ci ha inflitto quasi 50 punti di distacco che, inevitabilmente, sono pesati nella mente e nel cuore di molti Tifosi RossoNeri.
Tutti questi punti, tuttavia, come ha più volte ricordato il Nostro AD, sono stati mitigati in un modo talmente sublime che, onestamente, non cambieremmo con nient’altro al mondo.
Il giorno, tuttavia, è arrivato:
è il giorno del Derby ragazzi!

La sola parola ci fa vibrare, ci fa sentire dentro quella carica e quella adrenalina che, da sole, potrebbero farci stare svegli e sull’attenti per una settimana intera.
Ci sale una tensione incredibile, lo stomaco si chiude.
Tutto il resto, dunque, è come se andasse in stand-by.
E’ pur vero che la valenza del Derby, in una stagione, è la stessa di tutte altre le partite.
In palio, tra andata e ritorno, ci sono 6 punti come in tutte le partite che si affrontano durante una stagione e, dunque, la sostanza rimane invariata.
Ma il significato che ha il Derby per Noi non si può circoscrivere nei tre punti che ci sono in palio, non si può racchiudere nei 90 minuti in cui il Nostro Cuore e quello dei Nostri avversari batterà con la stessa passione, la stessa intensità e lo stesso ardore: il Derby è sempre il Derby, e la carica che ci trasmette è unica e indescrivibile, e inizia ben prima del fischio d’inizio: l’alone e l’importanza del Derby si avvertono già un mese prima, per non parlare poi della settimana che ci introduce al Derby stesso, anche se, in questa specifica circostanza, la settimana è iniziata giovedì, all’indomani della vittoria di Reggio Calabria.
Per quanto concerne la situazione dei nostri avversari, loro vengono certamente, come accennato in precedenza, da due anni di sole certezze in Campionato, che li ha sempre visti concreti, feroci e determinati a tal punto da conquistare due meritatissimi scudetti.
Il cambio d’allenatore in panchina, con l’arrivo di Josè Mourinho, ha portato alla formazione nerazzurra un’ancor più alta consapevolezza dei propri mezzi, salvo qualche comprensibile difficoltà iniziale, dovuta al cambio di filosofia, modulo e mentalità che comporta sempre un cambio di panchina.
Fatto sta, comunque, che è una squadra molto concreta, che bada poco allo spettacolo e che cerca di essere sempre solida, compatta e corta.
Per quanto ci riguarda, certamente la cosa sulla quale la Nostra Squadra deve concentrarsi non è né il contorno, né tantomeno i battiti dei Nostri Cuori, perché quei fremiti li sentiranno anche gli 11 in campo.
Quello su cui la Nostra Squadra deve concentrarsi è sul tirare fuori tutto quello che ha, e forse anche di più.
E’ una di quelle classiche partite dove, a volte, si riesce ad arrivare anche dove sembra impossibile arrivare alla vigilia.
E’ una di quelle sfide che ti motivano e ti danno la convinzione che, per battere l’avversario, si deve dare sempre quel qualcosa in più, si deve cercare di avere una concentrazione feroce in tutto quello che si fa.
Bisogna essere grandi e forti dentro prima di mostrarlo anche ai nostri avversari.
Bisogna, insomma, avere quello che a Noi Milanisti piace tanto chiamare “l’occhio della tigre”, perché l’ostacolo c’è, è importante, è forte ed è tremendo, ma al tempo stesso ci viene in mente lo striscione che campeggiava ad Atene il 18 Maggio del 94, e che recitava testualmente
Con il cuore si può!

E allora Ragazzi,
il Nostro Cuore c’è e ci sarà,
e i battiti aumenteranno di minuto in minuto,
solo per voi e ancora per voi,
per questo amore che non conosce limiti!
Dobbiamo essere un solo grande cuore,
e lo saremo!
FORZA

VECCHIO CUORE

ROSSO
NERO!!!

[...]

Reggina-Milan 1-2

2 commenti

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Quante volte ci siamo detti
pareggiando, o peggio, queste partite

"la Juve o l'Inter, l'avrebbero portata a casa!"

Quante volte abbiamo visto soffrire gli

"illuminati dal Messia" portare a casa i tre punti

in maniera non brillante o cristallina

ed abbiamo letto di una squadra tosta che non molla

che per questo vince i campionati ?

Quante volte abbiamo detto

"avessimo il carattere e la cattiveria di quelli là..."

oppure

"badassimo di più al sodo anzichè agli svolazzi..."

Bene, accontentati !

Il Milan a Reggio Calabria non ha brillato

MA HA VINTO !

Lo spettacolo ?

Il bel gioco ?

Arriveranno !

Occorreva non perdere altro terreno da "quelli là"

NON LO ABBIAMO PERSO !

...adesso

FATEVI SOTTO !!!


LE PAGELLE


ABBIATI: 6,5 Il gol è nettamente una prodezza di Kaladze; ma la sua sicurezza e soprattutto le sue USCITE sulle palle alte nell'area piccola, e su Corradi pronto al tiro in posizione defilata, sono aria pura per chi viene da 2 anni dideschi
ZAMBROTTA: 6,5
Partita senza svolazzi, ma evita il temuto giallo salta-derby e soprattutto effettua l'ottimo passaggio in verticale per Kakà da cui nasce il gol della vittoria

BONERA: 6
Non troppo sollecitato, nel complesso regge
KALADZE: 5
Una discreta partita, ma l'assist per Corradi è, per usare un eufemismo, una vera schifezza

FAVALLI: 5,5
Fa il suo, ma nel finale è spettatore non pagante nello scambio che libera Ceravolo al tiro solo davanti ad Abbiati

GATTUSO: 6,5
Un altro rispetto all'anno scorso, il suo sguardo truce ci è mancato incredibilmente

FLAMINI: 5,5
Buon salvataggio in tackle nel primo tempo in piena area di rigore. Poi, nervoso e sostituito

SEEDORF: 6,5
Una continua sorpresa. Tornato a metà campo con lo spirito di un tempo, lo "svogliato" (???) Seedorf è alla fine l'unico dei nostri "piedi fatati" che si accolla lo sbattimento difensivo. A differenza di altri campioni più celebrati e mai criticati

KAKA': 6
Fuori partita, Carmona non gli agevola il compito. Ma strappa il minimo sindacale con l'assist per Pato-gol

PATO
(migliore): 6,5 Giocatore incredibile. Nel momento in cui speri che Ancelotti lo sostituisca, fa gol. Gol pesanti. E allora, cosa gli vuoi dire?

BORRIELLO: 6,5
Stappa la partita con un gran gol di testa, poi spreca il 2-0 chiudi-partita solo davanti a Campagnolo. Sempre utile, torna presto Marco!

SHEVCHENKO: 5,5
Poco servito, non ha occasione di mettersi in luce, entrando nel momento in cui ci si stava ritraendo indietro. Ci mette del suo non sfruttando a dovere le poche palle a disposizione

AMBROSINI: 6
Supplemento di bulloni per tamponare gli amaranto

EMERSON: 6
Si fa apprezzare facendo muro nel finale, quando la Reggina pressa per ottenere il pareggio

ANCELOTTI: 6
Ha comunque il merito di vincere una gara che si era messa male, ma c'è da riflettere sul motivo per cui si era messa male

[...]

Reggina - Milan

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Dopo la bella prova contro la Lazio,
come si fa a non pensare al Derby ?

Come si fa a non pensare al
tutto esaurito di San Siro ?

Alla voglia di dimostrare quanto
"ci siamo anche noi!" ?

Al confronto Sheva - Mourinho ?

Ai tre punti che,
mai come in questo caso,
andranno al di là della matematica ?

Come si fa, non lo so ma so che

E' INDISPENSABILE FARLO !

Occorre battere la Reggina :

per consolidare la vittoria di domenica scorsa
ed acquisire ancora più fiducia in se stessi

perchè presentarsi al Derby
con "il nemico sotto tiro" è un conto,
presentarsi vedendolo
come un punticino lontano che sta allontanandosi...
è un altro

Reggio Calabria,
campo "tosto" della provincia italiana
dove si lotta sempre alla morte su ogni pallone
e dove

la venuta dei Campioni del Mondo in carica
non può far altro che accrescere
la voglia della "partita della vita"

La Reggina vista all'Olimpico,
sabato scorso, contro la Roma

sembra davvero ben poca cosa ma...

BOLOGNA e GENOA
debbono aver pur fatto imparare qualche cosa
ai RossoNeri

Guardia, non alta, altissima
!
E' la classica partita dove abbiamo tutto da perdere

Prendiamoci questo "lasciapassare" per un Derby che

MAI COME QUEST'ANNO

è atteso e desiderato

Battiamo la Reggina e dopo

SOLO DOPO

pensiamo in modo

D
IABOLICO !


Neanche il tempo di godersi l’ottima prestazione di domenica sera e la prima vittoria in Campionato che ha fruttato i primi 3 punti della stagione, che in casa RossoNera è già tempo di riconcentrarsi e prepararsi al meglio per un’altra tappa fondamentale, ovvero quella che ci vedrà impegnati a Reggio Calabria contro la Reggina.
La formazione di Carlo Ancelotti è, dunque, chiamata a dare delle conferme importanti dopo le ottime prestazioni e le due vittorie consecutive contro Zurigo e Lazio.
Molte opinioni, soprattutto quelle provenienti dai Tifosi Milanisti hanno già la testa e il cuore proiettati verso la sfida di domenica, ma la Nostra prossima partita, cari Fratelli Rossoneri, è durissima e prende il nome di Reggina - Milan.
Al resto, onestamente, per ora non ci pensiamo e, soprattutto, non ci vogliamo pensare, perché prima abbiamo una gara delicatissima da affrontare nella tosta e, la maggior parte delle volte, dispettosa provincia italiana.
Certamente nella gara di domenica abbiamo visto un’identità di squadra, una squadra che sta nascendo e che ha ha tantissimo bisogno delle partite, del gioco, degli avversari, proprio per abituarsi al sacrificio e alla “giusta” corsa.
Proprio così, secondo noi, infatti, più che essere importante il numero dei chilometri che si corrono su quel terreno di gioco, è importante il modo in cui bisogna correrli.
Uno dei nostri problemi, nelle prime due partite ufficiali della stagione, è stato proprio questo: si è corso si, ma si è corso male.
Se, invece, prendiamo per un attimo in esame la gara di domenica, ci rendiamo conto che la squadra ha corso forse anche meno, ma ha fatto una corsa molto più utile e produttiva.
Venendo ai temi della partita, la nostra avversaria si presenta in una situazione d’emergenza, non tanto come uomini, ma come risultati e prestazioni offerte nelle prime tre gare della stagione.
Un solo punto raccolto, infatti, ha creato diversi scompigli nell’ambiente amaranto, soprattutto da parte del presidente Foti.
Tuttavia, tale situazione non deve indurci ad un approccio molle e spensierato alla partita, tutt’altro!
Tutto ciò, semmai, deve farci aumentare la concentrazione e l’attenzione per questa partita, perché è una di quelle classiche squadre che aspettano l’occasione giusta per risorgere, per fare una grande prestazione e per cancellare tutto d’un colpo dubbi e incertezze.
Pertanto, dovremmo cercare di dimostrare sin da subito che siamo in partita, che ci siamo per fare cose importanti e non per il semplice fatto di starci.
Dobbiamo far vedere al Nostro avversario che metterci in difficoltà non è per niente semplice, e che per farlo devono superarsi.
Pertanto, quello che chiediamo alla Nostra Squadra è di scendere in campo con grande determinazione, applicazione e grinta, perché senza queste armi, e noi ben lo sappiamo, nella provincia italiana si fa una fatica tremenda (2007-2008 docet!).
Ripartiamo da domenica,
ripartiamo dalla corsa e dalla dedizione che abbiamo mostrato contro la Lazio e cerchiamo di scendere in campo con le stesse doti.
Duri e concentrati ragazzi !
Siamo con voi !!!


Vincere al Granillo per affrontare col miglior stato d'animo possibile il derby di domenica sera.
L'obiettivo del Milan per il turno infrasettimanale è molto chiaro, dettato da molteplici motivi.
Innanzitutto, una vittoria a Reggio Calabria sarebbe la conferma per l'undici RossoNero che la burrasca è alle spalle: conquistare due vittorie di fila dopo due sconfitte consecutive sarebbe un toccasana per il morale e per la classifica.
Inoltre, il bottino pieno garantirebbe al Milan di presentarsi domenica sera al cospetto dei campioni d'Italia con un ritardo al massimo di 4 punti, che psicologicamente avrebbe il suo peso non indifferente: ricordiamo tutti come andò il primo derby post-Calciopoli, disputato con un Milan già in forte ritardo in classifica e reduce dalla beffa dell'arbitrato del Coni che aveva concesso sconto zero.
Chiaramente, essendo avvenuta non più tardi di 48 ore fa, è ancora davanti agli occhi la prestazione fornita dalla squadra contro la Lazio.
Per la verità, c'è ancora molto da lavorare, soprattutto in difesa, visto che non è concepibile concedere alla Lazio per tre volte l'uno contro zero giocando in casa.
Però i segnali nel complesso sono confortanti.
Il centrocampo, pur privo di Pirlo, ha svolto egregiamente le due fasi, quella difensiva e quella offensiva, e l'attacco ha battuto due colpi con Kakà e Pato.
La forza di quest'anno del Milan deve nascere proprio dalla grande varietà di uomini a disposizione per andare a segno.
Mancano all'appello i gol di Borriello e, mi permetto di aggiungere, fermamente, "per ora": nonostante non abbia segnato, è lui il centravanti su cui deve buttarsi a capofitto Ancelotti.
Non domani, però, visto che il nostro tecnico è intenzionato a risparmiargli fiato e gambe in vista del big-match di domenica sera.
Davanti a Kakà, infatti, dovrebbero giocare Pato e Sheva, coppia anomala, ma che porta comunque bene visto che nell'unica occasione in cui è stata impiegata dall'inizio, è stata vittoria contro lo Zurigo.
A centrocampo spazio a Flamini e turno di riposo per lo straripante Gattuso: il braccio può creare problemi, ed è meglio affrontarli, eventualmente, il lunedì post-derby.
A completare il trio dovrebbero essere Ambro e Seedorf, necessari come l'acqua in questo momento, vista anche l'assenza di Pirlo.
La difesa, invece, è già scritta e prevede Bonera e Kaladze centrali, Favalli e Zambrotta sugli esterni.
A proposito di quest'ultimo, tuttavia, non meraviglierebbe un ripensamento dell'ultimo istante, con Gianluca in panchina e Antonini in campo dal primo minuto, vista la diffida del nazionale campione del Mondo.
In sostanza, è inutile mettersi le fette di salame davanti agli occhi:
il Milan giocherà al meglio delle sue possibilità a Reggio, ma con un occhio, un orecchio, e qualcos'altro già proiettati verso il derby, primo vero crocevia della stagione.
Ma di questo ci sarà tempo più in là per parlarne...

[...]

Milan - Lazio 4-1

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Apriamo questo post partita con un avviso ai naviganti.
Certamente non è un proclamo, non è un atto di presunzione o di spavalderia, perché non è nello stile Milan e nello stile del nostro Forum, ma è semplicemente un avviso:
il Campionato 2008-2009 del Milan è ufficialmente iniziato!
Abbiamo aspettato tanto, abbiamo patito, abbiamo sentito parlare di terremoti e scossoni che avrebbero dovuto portare via mezza Milanello, ma con la calma e la giusta concentrazione le cose si aggiustano, e stasera ne abbiamo avuto un’ampia dimostrazione.
Il 4-1 di stasera ci da tanta fiducia non solo per il risultato o per la forza della squadra, che c’è ed è indiscutibile, né per le magie del ritrovato Ricky, ma per quello che avevamo chiamato e auspicato in alcuni nostri pezzi antecedenti a questo:
sacrificio, attenzione, coesione, compattezza e tanta umiltà.
Questa Squadra ha sempre patito e subito l’elettricità delle avversarie in questo inizio di stagione, la loro organizzazione e la loro incessante corsa, doti che oggi la Squadra ha fatto proprie e, non a caso, è arrivata questa gran bella partita.

Il Mister inizialmente parte con Abbiati in porta, Zambro, Paolo, Kala e Janku in difesa, Rino (storico il suo recupero-record, ma non è la prima volta e non sarà l’ultima), Ambro e Clarence a centrocampo con Ricky alle spalle di Alexandre Pato e Marco Borriello.
Partiamo subito bene, sulla falsa riga della gara contro lo Zurigo di giovedì, squadra corta, attenta e determinatissima.
Proprio da una delle primissime battute nasce il Nostro vantaggio, con Clarence che dopo un tocco errato (notizia clamorosa) di un avversario si presenta solissimo davanti a Carrizo e lo trafigge con in bolide con lascia scampo a dubbi:
1-0 e palla al centro.
Dopo il vantaggio, il Milan riesce sempre a controllare la partita, anche se la formazione biancoceleste dimostra di essere molto vivace in attacco e da sempre l’impressione di poter essere pericolosa, soprattutto nei ribaltamenti di fronte e nelle ripartenze, proprio come quella che porta, sugli sviluppi di un nostro calcio d’angolo, al pareggio laziale firmato dall’ottimo Zarate.
Il buco che lasciamo nell’occasione è forse è l’unica nota stonata della serata.
Tutto sommato, la Squadra non si scompone e cerca di riprendere ad attaccare a testa bassa.
Da una splendida apertura di Clarence arriva come un treno Zambro che fa esplodere un destro micidiale dai 30 metri.
Era veramente da parecchio tempo che non si vedeva un gol del genere da parte dei Nostri, un gran tiro da fuori nell’angolino.
La ripresa si apre con lo stesso approccio, tenace e concentrato che ha caratterizzato tutto il primo tempo.
Sono passati appena 4 minuti quando Patinho gira di testa sul primo palo un preciso cross di Janku, autore di una straordinaria prestazione, dando così continuità allo splendido gol di giovedì e dandoci certamente più sicurezza nelle partita.
Tuttavia, se San Siro credeva di aver già assistito a tre gol bellissimi, il più bello in assoluto deve ancora arrivare, e non poteva che essere del giocatore che illumina lo stadio ad ogni suo tocco, parliamo ovviamente di Ricky Kakà.
Inizia il tutto con il recuperare palla al limite dell’aria avversaria, si ferma, guarda, mira e da fermo mette il pallone del sette con un tiro a girare.
San Siro è in estasi e noi siamo sempre più convinti che sia arrivato il tempo della prima vittoria in questo Campionato.
Il resto della partita non ha praticamente nulla più da dire, salvo la conferma di un Borriello strepitoso, che non segna, non fa spettacolo, ma è di un’utilità spaventosa per tutta la squadra, la grande sicurezza di Abbiati, condita da una bellissima parata su Pandev nel finale, un Rino trascinatore assoluto e Dinho che da spettacolo anche per pochi minuti.

Adesso bisogna tenere a bada i trionfalismi, bisogna stare molto ma molto “schisci”, godersi per qualche ora questa bella prestazione salvo poi tornare concentratissimi sull’importantissima sfida di mercoledì al Granillo di Reggio Calabria.
Abbiamo iniziato

e ora continuiamo!

DAI MILAN!
!!

[...]

Milan - Lazio

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Dopo la parentesi europea della serata di giovedì, appena due giorni fa, in casa RossoNera è già tempo di riconcentrarsi, di recuperare più forze possibili per ricominciare con il Campionato che, prima della gara di ritorno contro lo Zurigo al Letzingrund, ci vedrà impegnati in tre partite tutte molto ravvicinate tra di loro.
Si comincia con la capolista Lazio, poi sarà la Reggina a dover ospitare la Nostra Squadra ed infine sarà tempo di Derby.
Ripartendo per un attimo dalla serata di giovedì, abbiamo certamente dato qualche segnale di ripresa, abbiamo certamente fatto tutto molto meglio, ci siamo applicati, ci siamo compattati e non ci siamo mai disuniti.
Complessivamente, dunque, una discreta prestazione e una vittoria molto importante.
Pertanto, le indicazioni positive per Carlo Ancelotti ci sono e devono essere tenute in considerazione in sede di preparazione della difficilissima partita con la Lazio.
Oltre alle note positive, tuttavia, ci è rimasto qualcosa da rivedere, da aggiustare e qualche correttivo da apportare, per esempio, ai soliti calci piazzati (che abbiamo sofferto in modo anche abbastanza importante contro gli svizzeri), e qualche distrazione di troppo che ha anche portato al gol dello Zurigo che renderà certamente più difficile il ritorno in terra svizzera.
Tutto ciò va assolutamente rivisto e analizzato con raziocinio da parte dei Nostri, perché questo è uno di quei classici momenti dove appena sbagliamo un anticipo, una palla o più semplicemente uno stop, veniamo puniti immediatamente, senza alcuna pietà.
Pertanto, massima concentrazione e attenzione.
Ciò nonostante, il tempo non è certamente dalla parte del Nostro Allenatore, che ieri ha diretto una seduta tecnico-tattica solamente per i giocatori che non sono scesi in campo dal 1° contro lo Zurigo a San Siro, e che già oggi si ritrova a dover affrontare la seduta di rifinitura.
La Lazio incombe, dunque, ed è una Lazio bella tosta quella che ci ritroveremo di fronte , che arriva a Milano da capolista, con 6 gol all’attivo e uno solo al passivo.
Lazio che, tra l’altro, annovera tra le sue file quello che ci sentiamo ancora di definire il Nostro Cristian Brocchi, giocatore assolutamente sottovalutato, inserito anche, da parte di qualche tifoso, in liste riguardanti inutili giocatori a disposizione di Carlo Ancelotti o di cessioni immediate.
Nonostante questo è lecito, giusto e sacrosanto inchinarsi e levarsi il cappello, bisognerebbe, insomma, fare chapeau come direbbero in Francia.
Cristian, infatti, è sempre sceso in campo dando tutto quello che aveva per il bene del Milan, onorando come pochi i colori che indossava fino a qualche settimana fa.
Nelle tanto famose amichevoli estive, che ci hanno sempre visti in grande difficoltà, se c’era un ultimo baluardo, un ultimo uomo al quale non si poteva rimproverare una virgola, quello era senza dubbio Cristian Brocchi.
Proprio per questo, ci sentiamo assolutamente in debito con Cristian e non finiremo mai di ringraziare.

Tornando, tuttavia, ai temi della partita, dobbiamo evidentemente notare diverse situazioni, come quella che vede l’avvicinamento alla partita da parte delle due squadre.
La formazione allenata da Delio Rossi ha avuto a sua completa disposizione l’intera settimana per preparare l’evento, trascinata anche da un grande entusiasmo dovuto alle due vittorie consecutive e ad una squadra allestita in modo coerente e con alcuni cambiamenti strutturali importanti.
Si è molto parlato, in questa settimana, del neoacquisto Zarate, autore di 3 delle 6 reti laziali in questo inizio di stagione, ma ovviamente quello che più dobbiamo temere non è un singolo piuttosto che un altro, né un attaccante o un centrocampista, bensì il collettivo.
I biancocelesti, infatti, hanno dimostrato sin dalla prima giornata, in un campo sempre ostico come quello di Cagliari, di non abbattersi allo svantaggio iniziale e a rimontare con grande naturalezza fino al 4-1 finale.
Squadra sempre corta, compatta e aggressiva, che cercherà sicuramente di affrontarci a viso aperto, senza timori e senza paure, ma con grande foga agonistica, determinazione e rapidità nelle ripartenze, caratteristica nota della formazione di Delio Rossi.
Dal canto nostro, come già accennato, crediamo che la differenza la possa fare moltissimo la testa e l’approccio che avremo con questa partita, dato che fisicamente non saremo al massimo, vuoi per lo sforzo ancora fresco della gara di Coppa Uefa, vuoi anche per una squadra che deve ancora formarsi, e della quale si è visto qualche sprazzo proprio giovedì sera.
Ed è proprio da lì che dobbiamo ripartire, con la stessa intensità, la stessa applicazione e la stessa tenacia, aggiungendo anche quella tecnica straordinaria della quale siamo dotati e con la quale siamo chiamati a dare delle risposte importanti.
Quindi, faccia tosta, dura, da Milan delle grandi occasioni insomma, perché è un’importantissima occasione per…
iniziare davvero il nostro Campionato!

FORZA RAGAZZI
!!!!


Arriva la Lazio, e, oddio!, fa un po' paura!
E non perchè la compagine di Delio Rossi sia, in questo momento, a punteggio pieno in vetta alla classifica di Serie A, ma molto più semplicemente perchè il Milan di questo inizio di stagione è quanto di più lontano possa esserci dall'essere una squadra quadrata e collaudata.
Non giova a nessuno, adesso, tornare su quelli che possano essere i motivi e le giustificazioni, per questo stato di cose.
Occorre fare onesta e obiettiva critica, partendo da una difesa che troppe volte risulta essere capitata in mezzo alla propria area per caso, e finendo ad un attacco che, nato da premesse atomiche, ha prodotto fin qui reti 2 (Pato e Borriello contro lo Zurigo).
In mezzo, dov'è giusto che stia, il centrocampo, orfano per i prossimi 60 giorni di Andrea Pirlo, ancora indeciso se consolidarsi sul canonico schieramento a tre, oppure se dirottare drasticamente verso una coppia di interditori che possa reggere lo spasso a quattro giocatori d'attacco.
Insomma, un cantiere aperto, molto più di altre squadre che hanno cambiato tecnico nel corso dell'estate.
Gusti personali:
contro la Lazio mi piacerebbe vedere Zambrotta a sinistra, da dove gli ho visto fare le cose migliori, soprattutto in quel nostalgicamente dolce inizio secondo tempo della gara col Bologna.
Resto dell'idea che Gianluca sia in grado di dare in quella posizione il meglio di sè, vuoi per predisposizione naturale (giocando a destra tende spesso ad accentrarsi per portarsi la palla sul mancino, andando fatalmente ad intasare i corridoi centrali, che già di per sè sono più trafficanti di Via Montenapoleone la vigilia di Natale); vuoi per la possibilità di incrociare, su quella corsia, tale Ronaldinho da Porto Alegre, che da quelle parti tende, solitamente, a prendere l'autobus che lo porta in partita: ripeto, quei 25 minuti di Milan-Bologna sono stati, da questo punto di vista, assai indicativi.
A centrocampo, dando per acclarato il rientro di Gattuso, è ipotizzabile che Ancelotti gli affianchi Seedorf e Ambrosini: soluzione collaudata, da una parte, e necessità di concedere fiato a Flamini, dall'altra.
E veniamo all'attacco: bisogna capirsi!
Se si vuole evitare, per il momento, di buttarsi a capofitto sul modulo spagnolo 3-1, restano due possibilità:
i due trequartisti più una punta (abete o albero di Natale, chiamatelo come vi pare), un trequartista più due punte.
Se si vuole optare per la prima soluzione, a mio avviso, è necessaria una prima punta che sappia tenere alta la squadra, portare scompiglio nell'area avversaria, e aprire gli spazi per gli inserimenti di Kakà e Dinho: ergo, Borriello, con Pato e Sheva in panca.
Nella seconda ipotesi, invece, a restare fuori, dovrebbero essere uno fra Kakà e Dinho, e uno fra Pato e Sheva, dando per assodato che non si possa prescindere dal Borriello tornato da Genova.
Non sono un tecnico, e credo che Carletto Ancelotti da Reggiolo sappia cosa fare molto meglio di me.
La speranza, a questo punto, è che anche chiunque entri in campo, sappia cosa fare, perchè l'unica strada percorribile, in questo momento, è quella che passa per
"Via della Vittoria contro la Lazio"


Il turno infrasettimanale di Coppa Uefa è servito a ritrovare qualche sorriso dopo l’inaspettato uno-due subito in campionato.
Qualche nota positiva si è intravista, così come si è intravisto lo stato di convalescenza in cui si trova ancora la nostra squadra.
Se una squadra come lo Zurigo (con tutto il rispetto) è riuscita ad evidenziare ancora alcuni lati negativi di questo nostro inizio di stagione (amnesie difensive in primis), allora vuol proprio dire che c’è ancora da lavorare molto.
Se non altro abbiamo visto un Milan che nel primo tempo ha pressato bene, abbiamo ritrovato i gol di Pato e Borriello (ottimo l’impatto del nostro centravanti in questo primo scorcio di gare), abbiamo visto uno Sheva più in palla, un Kakà che comincia ad acquisire i 90 minuti e dulcis in fundo… la vittoria!

E’ lo Zurigo, è Coppa Uefa, ma una vttoria è sempre una vittoria!
Come diceva Zaccheroni “VINCERE AIUTA A VINCERE”, ed in effetti lo stato di convalescenza di cui sopra sembrava perlopiù proprio dovuto ad una condizione psicologica di una squadra concentrata a non sbagliare (le conseguenze nell’ambiente sarebbero state deleterie), di una squadra che in questo momento ha paura persino della sua ombra.
Insomma il Milan non è libero mentalmente, non è sciolto, fa le cose “pensandoci ancora troppo”!
Ma siccome in questa situazione ci siamo messi da soli, è da soli, gradatamente, che dobbiamo uscirne, aumentando la concentrazione, la dedizione, la brillantezza, la fluidità del gioco, il gioco di squadra e, non ultimo, lo stato di forma di molti nostri giocatori.

La gara che ci si presenta domenica sera è dura e difficile, contro l’inaspettata capolista del campionato.
Tuttavia, non è detto che non sia meglio, in questo momento, affrontare e battere una squadra come la Lazio piuttosto che una squadra di fascia bassa.
In caso riuscissimo a portare a casa i tre punti, la strada verso “la costruzione” di un Milan forte e competitivo potrebbe essere più sbrigativa, sotto molti punti di vista.

Comunque sia, timori o no, capolista o non capolista, convalescenza o non convalescenza… abbiamo di fronte la Lazio di Lotito e non il Real Madrid di Puskas e Gento, e quindi niente storie, andiamo a “conquistare S.Siro”…
perchè qui, per usare una citazione forte ma comunque solo metaforica,
O SI FA IL MILAN O SI MUORE!!!

Permettetemi una breve parentesi: un augurio di pronta guarigione al nostro Andrea Pirlo.
E’ la prima volta che lo perdiamo per così tanto tempo ed è il caso di non sottovalutare le difficoltà che incontreremo non potendolo utilizzare.
Nessuno è insostituibile e sicuramente i giocatori in rosa faranno di tutto per sostituirlo degnamente, ma comunque stiamo pur sempre parlando del giocatore che nel suo ruolo è unanimemente riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori come il più forte del mondo.

FORZA ANDREA
TI ASPETTIAMO!

[...]

Milan-Zurigo 3-1

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Al termine della partita d’esordio in Coppa Uefa della formazione RossoNera ci viene in mente un solo avverbio, che aspettavamo di tirar fuori da un paio di settimane, ovvero, finalmente!!!
Eh già, finalmente in casa RossoNera si ritorna a respirare, dopo tante, troppe settimane nelle quali, come ha detto alla vigilia il Nostro Allenatore, siamo stati in apnea.
E’ un 3-1, quello di San Siro, che non ci ha fatto certo strabuzzare gli occhi, né tantomeno ci ha fatto sobbalzare dalla poltrona come i primi 20 minuti del secondo tempo contro il Bologna, ma che è stato un risultato di molta sostanza, condito anche da alcune prodezze individuali che ci fanno certamente sperare in bene.

Carlo Ancelotti manda in campo dall’inizio un Dida in ottime condizioni fisiche, ma che deve certo riabituarsi al campo e al clima partita dato che la sua ultima partita ufficiale risaliva allo scorso 13 Gennaio contro il Napoli.
Davanti a Nelson giocano, da destra a sinistra, Antonini, Bonera, Kaladze e Jankulovski, a centrocampo Ambrosini, Flamini e Clarence, Ricky sulla trequarti a supporto di Pato e Sheva.
L’inizio della formazione RossoNera è quello giusto, ottimo piglio, buon movimento e grande collaborazione tra i reparti.
Squadra che, inoltre, parla molto in campo, si confronta, accorcia e segue attentamente le consegne.
La prima mezz’ora vede un Milan decisamente in crescita, soprattutto nel concetto di squadra che richiamavamo nella giornata di ieri.
Nell’ultimo quarto d’ora la partita sembra arenarsi un po’, ma vive di uno squillo proprio quando essa sembra avviarsi sullo 0-0, e invece, dopo la respinta del portiere Leoni sul tiro di sinistro di Sheva, arriva la conclusione vincente di Janku, che ci libera e ci fa finalmente urlare al gol!

Nella ripresa nessuna novità di formazione, se non che il tono complessivo della squadra sale decisamente, e si concretizza ben presto con una strepitosa punizione di Alexandre Pato dai 25 metri, che lascia di stucco il portiere svizzero e tutti i tifosi RossoNeri.
Squadra, la nostra, che continua a mantenere sul campo un grande ordine e una determinazione importante.
Iniziano anche i cambi, con Borriello al posto di Pato, Emerson al posto di Ambro e Ronaldinho al posto di Shevchenko.
E’ proprio Marco Borriello a confermare l’ottima prestazione di domenica contro il Genoa con un gran bel gol, dopo aver ricevuto l’assist di Sheva.
3-0 e boccata di ossigeno che finalmente si fa piena e intensa.
Tuttavia, però, come già accaduto in diverse occasioni, non ultima quella del famoso Valiani il 31 Agosto, questa volta tocca a Djuric beccare l’incrocio con un tiro dai 30 metri, classico gol che difficilmente rivedremo da tale Djuric, ma tant’è...
Ovviamente la Nostra squadra non è esente da colpe, dato che sull’apparentemente indolore punizione ci distraiamo colpevolmente e lasciamo al giocatore dello Zurigo lo spazio per mirare la porta di Nelson.
Finisce 3-1 dunque, con un occasione finale per Clarence sventata di tacco (e non c’è altro da aggiungere) da Leoni.
Per quanto riguarda il discorso qualificazione, sarà necessario approcciare con la massima concentrazione, nonostante il risultato sia piuttosto incoraggiante.
Ma quel che più importa e che ci portiamo dentro da questa partita è un buon passo in avanti, senza ghirigori, senza fuochi d’artificio, ma con le luci spente, in penombra.
Adesso il messaggio che deve aleggiare nei corridoi di Milanello è quello della massima concentrazione, della dedizione e all’applicazione, proprio come stasera.
Adesso dobbiamo recuperare tutte le energie e le forze giuste per affrontare una grande Lazio, e siamo sicuri che dopo la partita di stasera sarà tutto un po’ più facile.
AVANTI COSI’!!!


LE PAGELLE


DIDA: 5 L'uscita in presa (?) alta allucinante nei primi minuti di gioco giustifica da sola la bocciatura. Pericolo pubblico
ANTONINI: 6
Ci mette corsa e impegno, tende molto ad accentrarsi. Ma i palloni che mette in mezzo non sono particolarmente invitanti, da registrare col tempo qualcosa in fase difensiva
BONERA: 5,5
Poco impegnato, se la cava, ma i 2 centrali non danno mai la sensazione di essere impenetrabili. Come a Genova, qualche palla persa di troppo
KALADZE: 6
Un pò meglio di Bonera
JANKULOVSKI: 6,5
Buona spinta, gol abbastanza fortunoso, ma essere lì per un terzino è già motivo di merito
FLAMINI: 6,5
Interdizione efficace con Ambro, qualche buona palla in fase d'impostazione. Molto aiutato da Clarence in cabina di regia
AMBROSINI: 6
Meno appariscente del solito, si fa comunque sentire
SEEDORF: 6,5
Divide con Flamini l'incombenza della sostituzione di Pirlo, all'inizio non sembra neanche lui tanta è l'intensità che mette nel pressing, poi comprensibilmente cala. Questo, con l'esultanza al fischio finale, da l'idea di quanto ci tenesse
KAKA': 6,5
Buone accelerazioni, gli riesce anche nel secondo tempo il suo classico cambio di marcia, anche se manca lo spunto decisivo per lasciare l'avversario sul posto
PATO
(migliore): 7 Arricchisce il suo già sconfinato repertorio con una punizione-bomba dalla distanza. Dribbla e scatta con grande facilità, anche se perde ancora qualche palla di troppo, specie nel primo tempo
SHEVCHENKO: 6,5
Va a lampi. Si vede poco, ma nel primo tempo confeziona una grande rovesciata, una traversa, e il tiro da cui nasce il gol di Janku. Cala nella ripresa, comprensibile
BORRIELLO: 7
La gioia di avere un centravanti che sappia cosa significhi tirare da fuori. Nel poco tempo a disposizione fa vedere buone cose, e il gol quasi da fermo è bellissimo. Grande elevazione e buon colpo di testa all'ultima palla giocabile, fisicamente c'è
RONALDINHO: 6,5
Spunti interessanti, ma evita il sv solo ed esclusivamente per un dribbling con seguente ruleta... da paura...
EMERSON: sv

ANCELOTTI: 6,5
Una buona partita contro una squadra un pò così. La prova del fuoco sarà con la Lazio

[...]

Milan - Zurigo

3 commenti

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Al momento dell'estrazione
all'abbinamento con lo Zurigo,

dite la verità,

chi di non non aveva fatto un sorriso

ed aveva considerato,
questo primo impegno in Coppa UEFA,

poco più di una formalità ?

Ed oggi,
alla luce del cammino RossoNero,

non vi sembra che lo Zurigo sia diventato

il Manchester United ?

Lo Zurigo è sempre lo Zurigo, purtroppo,

è il Milan che non è il Milan e trasforma,

qualsiasi avversario, in una corazzata

La Coppa UEFA non è la Champions
e saremmo dei "bauscia"

se adesso volessimo rivalutarla perchè "la facciamo noi"

ma, strano ma vero,

E' L'UNICA COPPA CHE MANCA

AL CLUB PIU' TITOLATO AL MONDO

ed allora perchè non mettere questo,

tassello mancante, nella affollata

bacheca RossoNera ?

Parlare di Coppe da conquistare,

dopo aver visto il Milan in questo avvio di stagione,

può far ridere, lo so.

Ma...

non faceva ridere anche l'idea che
"quel Milan di Ancelotti"

doveva andare a Roma a vincere contro
quella "Roma di Capello" ?

Ricordate "quella Befana" che sorpresa ci portò ?

Confido ancora in quello "spirito Milan"

Confido ancora nella voglia di riscatto
di questo manipolo di Campioni

che non vogliono arrendersi a sentenze già tranciate

Confido,
come fu quel 6 Gennaio, in una partita della svolta

Certo che "confido",
certo che i miei dubbi e le mie paure

...chi non ne ha ?

Forse solo quelli che "godono"
alle sconfitte di "questo Milan"

per togliersi "la soddisfazione" di dire
"lo avevo detto"

Personalmente sto male quando il mio Milan perde

sia che "lo avessi detto"
sia che "NON lo avessi detto"

CON IL MIO MILAN

IN PARADISO
o ALL'INFERNO
SENZA MAI RINNEGARE NULLA !

Noi con lo Zurigo di giovedì

e gli altri con il Real il mercoledì ?

ECCHISSENEFREGA !!!

Vado in Svizzera, tanto a Yokohama

IO

CI SONO GIA' STATO !
FORZA MILAN !!!


In condizioni normali sarebbe dovuta essere una semplice tappa di avvicinamento al prossimo turno di campionato.
In condizioni normali ci saremmo preoccupati di stabilire con quanti gol di scarto sarebbe stato meglio vincere per ipotecare il passaggio del turno.
In condizioni normali, ma...
NON SIAMO IN CONDIZIONI NORMALI
e quindi si tratta di una partita che può diventare un crocevia importante della nostra stagione, soprattutto in caso di ulteriore risultato negativo.
Perché comunque sia, ed in qualsiasi situazione, battere lo Zurigo significa semplicemente fare il nostro dovere.
Insomma abbiamo tutto e solo da perdere.

Certo è che non possiamo fallire questo appuntamento per mille motivi, ma soprattutto per non ingenerare nell’ambiente uno stato di panico che sicuramente è l’ultima cosa di cui avremmo bisogno e che potrebbe risultare deleterio per il prosieguo della stagione.
Non so a quale formazione il mister deciderà di affidare il compito di espletare questa “pratica” non semplicissima ma, comunque sia, chi scenderà in campo dovrà farlo mettendoci quel “furore agonistico” che è mancato fino ad ora.
Furore agonistico non vuol dire frenesia (sinonimo spesso di scarsa lucidità), furore agonistico vuol dire mettere sul campo la cattiveria e la determinazione giusta per fare le cose tutte per bene.
SERVE UN SEGNALE FORTE A TUTTO L’AMBIENTE
SERVE RIMPOSSESSARSI NUOVAMENTE DI QUELLE CERTEZZE CHE ABBIAMO PERSO PER STRADA
SERVE, INSOMMA, TORNARE A FARE IL MILAN.

Altro punto fondamentale:
non è la Champions League e non ci sono musichette prima del match, ma si tratta sempre e comunque di Europa.
Non possiamo permetterci di snobbare questa competizione anche perché, comunque a livello internazionale, abbiamo un nome ed un’immagine da difendere.
E poi è sempre importante tenere “allenata” la fama vincente che ci siamo costruiti nel corso della nostra storia oltre i confini nazionali.
E’ vero che l’obiettivo primario è la vittoria dello scudetto, ma questo gruppo, tra tutte le vittorie già ottenute, ha anche l’occasione per far vincere al Milan l’unico trofeo che ancora manca nella bacheca di via Turati.
Non è poco e poi...
la finale è ad Istanbul…
vi dice qualcosa?

Ed allora
NESSUNA PAURA
forza ragazzi
SIAMO PUR SEMPRE
IL MILAN
!

Avremmo certamente voluto scrivere questo pezzo per commentare l’esordio in Champions League dei Campioni del Mondo in carica, per commentare la possibilità, l’aspirazione e il sogno della nona Finale della massima competizione continentale dell’epopea Berlusconiana.
Ahinoi però, siamo qui a dover dare un’introduzione alla gara del primo turno della Coppa Uefa, obiettivo raggiunto l’anno scorso dopo un Campionato difficile per i colori RossoNeri.
Riteniamo tuttavia assolutamente inutile piangere sul latte versato e rammaricarsi per un Campionato, quello scorso, un po’ così.
Ci apprestiamo ad affrontare questa Coppa Uefa con la testa ben salda sulle Nostre spalle, alta, fiera e soprattutto consapevole:
consapevole del fatto che il “purgatorio” non può certo durare tutta la vita, e che si ritornerà ben presto al palcoscenico che ci ha visto sempre protagonisti assoluti e indiscussi del panorama Europeo e Mondiale.
Andiamo a disputare questa competizione con una grande stanchezza, e vi spieghiamo il perché:
secondo voi, amati fratelli RossoNeri, si può essere riposati dopo aver viaggiato il lungo e in largo l’Europa imponendo il proprio stile e la propria classe per 6 lunghi anni?
Si può mai essere riposati dopo aver girato grandi città (da La Coruña a Monaco di Baviera, a Madrid, Dortmund, Mosca e Amsterdam, per poi andare a Bruges, Praga, Barcellona Eindhoven, Lione e ancora Barcellona, per non dimenticare Glasgow e, ovviamente, andando da Manchester ad Atene passando per Istanbul) e non per turismo come alcuni fanno?
Direi proprio di no.
Per usare un eufemismo, potremmo dire di aver deciso quest’anno di visitare anche quella parte d’Europa a noi sconosciuta, perché le grandi città, le grandi mete, i luoghi in cui brilla in modo scintillante la luce dell’Europa e dove risuona la Nostra amata musichetta, le abbiamo già conquistate.
Le emozioni vere dell’Europa che conta le abbiamo vissute tutte, dalla vittoria alla sconfitta, dalla grande tensione all’emozione sfrenata, dalle lacrime di gioia a quelle di dolore.
Tutti gli altri, onestamente (sperando di non offendere il Presidente degli Onesctoni, che ha il copyright su tale avverbio), hanno avuto chi un ruolo di coprotagoniste, chi di semplici e, ai fini della competizione, inutili comparse.

Dopo questo viaggio nei Nostri splendidi anni di Champions League, siamo pronti per introdurre il vero tema del Nostro articolo, cioè la partita di giovedì contro lo Zurigo, formazione che l’anno scorso aveva spento sul nascere le ambizioni dell’Empoli con un secco 3-0.
Per quanto riguarda le due squadre, esse arrivano da due momenti praticamente opposti, specialmente se ci riferiamo al risultato dell’ultima partita ufficiale disputata: vittoria schiacciante dello Zurigo per 7-1 in trasferta contro il Vaduz, sconfitta per 2-0 per la Nostra Squadra a Marassi contro il Genoa.
Dal canto Nostro, che ci riguarda più da vicino, la Squadra non è certamente in un buon momento, ed è assodato che si debba invertire la tendenza quando prima. Oltre alla poca brillantezza, dovuta prevalentemente ad una preparazione che inizierà a far vedere i suoi frutti più avanti, c’è anche il problema della poca conoscenza dei giocatori, che hanno avuto davvero poco tempo per allenarsi tutti insieme e per migliorare (se non addirittura creare) intese e automatismi.
Oltre a questo, tuttavia, il problema vero e proprio è che facciamo troppa fatica ad essere costanti nella partita, a giocare di squadra e, di conseguenza, non siamo compatti e ci aiutiamo poco.
E’ chiaro che tutti queste componenti non possono essere trovati dall’oggi al domani, ma ci vuole necessariamente del tempo.
Tempo che, tuttavia, non abbiamo, dato che le partite da oggi fino a Cagliari - Milan del 5 Ottobre si susseguiranno senza sosta e il tempo di costruire e allenare bene non c’è.
Dovremo, gioco forza, cercare di trovare questa sintonia, questa coesione, questa compattezza giocando le partite, affrontando avversari e con poste in palio importanti.
Non sarà facile certo, ma con la grande esperienza del Nostro Allenatore e con la grande rosa che la Società ha allestito per affrontare questa stagione, tutto ciò non è certo impossibile!
Prima lo facciamo,
prima nasciamo,
prima ci assestiamo
e meglio è!
RIPARTIAMO!!!


E' L'ORA DEL RISCATTO
PER IL DIAVOLO!


Non è una partita come tutte le altre,
non lo è affatto !
E per chi crede che sarà una passeggiata di salute...
si sbaglia di grosso !

Questa squadra, che i "ragazzi" stanno per affrontare, è una squadra in stile "piccole" italiane.
Quindi gente che corre, gente fresca e, poi, sono molto più avanti con la preparazione fisica

Questo è il bello !

Si, il bello

Perchè se il Milan riuscirà a vincere contro una squadra "che corre" ritroverà i suoi mezzi, psicologicamente parlando.
Una bella e convincente vittoria servirà anche per zittire tutti

Vincere giovedì sera...
per il pubblico
per Carlo Ancellotti
per il MILAN !

Vincere per poi essere più positivamente pronti per domenica sera, quando il compito, sarà molto più arduo...
ma il Milan ce la può fare

NOI SIAMO COME L'ARABA FENICE
e nei momenti più duri, siamo riusciti sempre a risalire...
a risorgere

Quindi nulla è perduto !

...e anche questo mio pezzo lo chiudo con il mio

IO PENSO POSITIVO

(sperando che anche questa volta Jovanotti non mi denunci)

[...]

Che succede ?

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Bella domanda,
certo nessuno si poteva aspettare un inizio del genere.

I problemi del Milan sono tanti e da essi dipendono le nostre difficoltà.

Come in ogni cosa bisognerebbe partire dalla genesi, ossia dall'ultima giornata di campionato, quella in cui salutammo con affetto i due brasiliani col sorriso e ci ritrovammo a dover programmare una stagione in cui ci saremmo misurati in campionato e in coppa Uefa.

Provo un attimo a entrare nella testa dei nostri dirigenti per capire come abbiano ragionato.

Sono certo che Adebayor sia stato uno dei primissimi nomi ai quali si era pensato per dare al Milan una fisionomia più concreta e scorbutica.

L'alta quotazione del togolese ha fatto virare la scelta su Ronaldinho in ottemperanza di un ragionamento molto semplice: come Ancelotti è stato bravo nell'estate del 2002, a trasformare una rosa male assortita in una ricchezza, sfruttando appieno il talento di tutti, così sarà altrettanto bravo a farlo anche quest'anno.

In teoria un ragionamento che ci può stare.
Nella pratica però le difficoltà di questa scelta hanno delle cause e delle concause ben precise.
Vediamo di esaminarle in maniera tranquilla, senza catastrofismi nè alibi.

Il primo problema è rappresentato dal fatto che abbiamo tanti giocatori che hanno un chilometraggio altissimo.

Dal 2002 ad oggi, Nesta, Pirlo, Gattuso, Seedorf, Zambrotta hanno giocato un numero di partite stimabile intorno alle 50 all'anno.

Chiaro che, trattandosi dell'asse portante della squadra, siano meno efficienti dal punto di vista fisico e meno pronti a sostenere certi sforzi a distanza di pochi giorni.

Altro problema è rappresentato dal fatto che abbiamo in seno alla squadra un equivoco tattico irrisolto.

Il Milan del 2002 nasce come squadra basata sul possesso palla e sullo sfinimento dell'avversario.
Quel Milan un anno dopo mutò in parte le sue caratteristiche, travolto dall'innesto di Kakà, giocatore che dà il meglio di se con i ritmi alti.

Tutt'oggi non abbiamo fatto ancora una scelta precisa.

Siamo una squadra che dovrebbe assecondare maggiormente le caratteristiche del nostro miglior giocatore e invece giochiamo quasi sempre con l'abete, uno schema che può andar bene in partite in cui vuoi amministrare, non in partite in cui devi importi.

E' quello schema uno dei nostri problemi principali.

Oggi il Milan ha una squadra con un tasso di talento enorme.

L'allenatore dovrebbe assecondare questa vena offensiva, con un modulo spregiudicato, rischioso e con un atteggiamento spavaldo, mai pauroso, capace di mettere all'angolo l'avversario.

Io non condivido il discorso per il quale siccome siamo in una situazione di difficoltà dobbiamo fare una squadra abbottonata.
Mi sa tanto di palliativo, di pilloletta addolcita che ti regala una notte serena ma che non ti fa passare la malattia.
Questo Milan è prigioniero di troppe paure.

Per questo non va in campo con il necessario atteggiamento iperoffensivo.

Si è detto che esiste una via alternativa alla vittoria di uno scudetto.

Si può anche vincere con una squadra che non ha una forte componente di fisicità.

Si dice questo.

Io lo condivido in parte.

Però, mi chiedo, se ci si crede davvero nella possibilità di vincere giocando bene allora assecondiamo fino in fondo questa idea.

Non c'è altra via.

Questa squadra non ha una difesa bunker.

Per averla dovrebbe mettere due mediani a protezione della difesa, stile Juve tanto per gradire.

Oppure dovrebbe avere un grandissimo leader difensivo, stile Franco Baresi dei bei tempi.

Non ha nemmeno questo.

E allora perchè non salire la linea e giocare più su?

Perchè non scegliere di attaccare la palla alta?

Recuperando alta la palla mandiamo a nozze Kakà e Dinho.

E' su questo che dobbiamo puntare.

Stare corti, stare bene in campo, stare sul pezzo, avere attenzione feroce.

Ma io queste cose devo chiederle per forza all'allenatore.

E' lui che è il responsabile dell'atteggiamento della squadra.

E' lui che risponde di come una squadra gioca.

Io rimpiango il Milan 2003-2004 perchè era un Milan libero di testa che giocava per il gusto di giocare e di piacere alla gente.

Si poteva anche non vincere ma lo stadio avrebbe applaudito.

Vi ricordate Milan Sampdoria del marzo 2004?

Stavamo avanti 1-0 e prendiamo un gol in contropiede!

Eppure ci ricomponiamo e subito Pancaro mette in mezzo per Pippo e gol... 2-1.. senza paura nè timori.

Quello era un Milan forte, che era cosciente di esserlo.

Era un Milan che sapeva di piacere.

Questo è un Milan invece che si guarda di sbircio allo specchio prima di uscire con la ragazza dei sogni e che si chiede troppe volte se le piacerà.

La mia terapia è quella d'urto.

La mia terapia è quella per la quale la paura va affrontata guardandola negli occhi.

E' vero che abbiamo dei problemi tattici.

E' altrettanto vero che possiamo risolverli col lavoro.

Ma qui c'è bisogno di uno shock.

Servirebbe un allenatore che vada dai suoi giocatori e gli metta in testa che sono i migliori e che devono fare novanta minuti ogni domenica in cui hanno ferocia agonistica unita a voglia di stupire.

Al diavolo insomma alberi di natale e atteggiamenti difensivi.

Andiamo in campo a mostrare l'artiglieria.

Ma secondo voi abbiamo da un anno problemi con le piccole in casa solo per problemi tattici?

Anche per quello senza dubbio, ma l'errore fondamentale sta nel fatto che non scendiamo in campo avvelenati, con l'idea di mettere l'avversario alle corde e di impaurirlo già ai primi minuti.

E' quello l'errore di base.
Se vogliamo vincere e convincere non possiamo fare paura delle piccole squadre o di un handicap in classifica. Per me esiste una via, che è quella del coraggio.
Una via che, onestamente, non so se può farci vincere sicuramente, perchè abbiamo degli equivoci in seno alla squadra e perchè l'età media nostra è un pò alta per fare un calcio di un certo tipo.

Ma è una via, sono certo, che ci può far essere competitivi e può farci divertire.

Occorre però capirlo e sposare in pieno quest'idea.

Nessuna idea è perfetta.

Questa ha un suo fascino e una sua iperbolica tendenza al rischio.

Ma il tempo del possesso palla sotto ritmo è finito da un pò.

Dobbiamo cambiare.

E farlo anche alla svelta

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