Milan - Lazio
Dopo la parentesi europea della serata di giovedì, appena due giorni fa, in casa RossoNera è già tempo di riconcentrarsi, di recuperare più forze possibili per ricominciare con il Campionato che, prima della gara di ritorno contro lo Zurigo al Letzingrund, ci vedrà impegnati in tre partite tutte molto ravvicinate tra di loro.
Si comincia con la capolista Lazio, poi sarà la Reggina a dover ospitare la Nostra Squadra ed infine sarà tempo di Derby.
Ripartendo per un attimo dalla serata di giovedì, abbiamo certamente dato qualche segnale di ripresa, abbiamo certamente fatto tutto molto meglio, ci siamo applicati, ci siamo compattati e non ci siamo mai disuniti.
Complessivamente, dunque, una discreta prestazione e una vittoria molto importante.
Pertanto, le indicazioni positive per Carlo Ancelotti ci sono e devono essere tenute in considerazione in sede di preparazione della difficilissima partita con la Lazio.
Oltre alle note positive, tuttavia, ci è rimasto qualcosa da rivedere, da aggiustare e qualche correttivo da apportare, per esempio, ai soliti calci piazzati (che abbiamo sofferto in modo anche abbastanza importante contro gli svizzeri), e qualche distrazione di troppo che ha anche portato al gol dello Zurigo che renderà certamente più difficile il ritorno in terra svizzera.
Tutto ciò va assolutamente rivisto e analizzato con raziocinio da parte dei Nostri, perché questo è uno di quei classici momenti dove appena sbagliamo un anticipo, una palla o più semplicemente uno stop, veniamo puniti immediatamente, senza alcuna pietà.
Pertanto, massima concentrazione e attenzione.
Ciò nonostante, il tempo non è certamente dalla parte del Nostro Allenatore, che ieri ha diretto una seduta tecnico-tattica solamente per i giocatori che non sono scesi in campo dal 1° contro lo Zurigo a San Siro, e che già oggi si ritrova a dover affrontare la seduta di rifinitura.
La Lazio incombe, dunque, ed è una Lazio bella tosta quella che ci ritroveremo di fronte , che arriva a Milano da capolista, con 6 gol all’attivo e uno solo al passivo.
Lazio che, tra l’altro, annovera tra le sue file quello che ci sentiamo ancora di definire il Nostro Cristian Brocchi, giocatore assolutamente sottovalutato, inserito anche, da parte di qualche tifoso, in liste riguardanti inutili giocatori a disposizione di Carlo Ancelotti o di cessioni immediate.
Nonostante questo è lecito, giusto e sacrosanto inchinarsi e levarsi il cappello, bisognerebbe, insomma, fare chapeau come direbbero in Francia.
Cristian, infatti, è sempre sceso in campo dando tutto quello che aveva per il bene del Milan, onorando come pochi i colori che indossava fino a qualche settimana fa.
Nelle tanto famose amichevoli estive, che ci hanno sempre visti in grande difficoltà, se c’era un ultimo baluardo, un ultimo uomo al quale non si poteva rimproverare una virgola, quello era senza dubbio Cristian Brocchi.
Proprio per questo, ci sentiamo assolutamente in debito con Cristian e non finiremo mai di ringraziare.
Tornando, tuttavia, ai temi della partita, dobbiamo evidentemente notare diverse situazioni, come quella che vede l’avvicinamento alla partita da parte delle due squadre.
La formazione allenata da Delio Rossi ha avuto a sua completa disposizione l’intera settimana per preparare l’evento, trascinata anche da un grande entusiasmo dovuto alle due vittorie consecutive e ad una squadra allestita in modo coerente e con alcuni cambiamenti strutturali importanti.
Si è molto parlato, in questa settimana, del neoacquisto Zarate, autore di 3 delle 6 reti laziali in questo inizio di stagione, ma ovviamente quello che più dobbiamo temere non è un singolo piuttosto che un altro, né un attaccante o un centrocampista, bensì il collettivo.
I biancocelesti, infatti, hanno dimostrato sin dalla prima giornata, in un campo sempre ostico come quello di Cagliari, di non abbattersi allo svantaggio iniziale e a rimontare con grande naturalezza fino al 4-1 finale.
Squadra sempre corta, compatta e aggressiva, che cercherà sicuramente di affrontarci a viso aperto, senza timori e senza paure, ma con grande foga agonistica, determinazione e rapidità nelle ripartenze, caratteristica nota della formazione di Delio Rossi.
Dal canto nostro, come già accennato, crediamo che la differenza la possa fare moltissimo la testa e l’approccio che avremo con questa partita, dato che fisicamente non saremo al massimo, vuoi per lo sforzo ancora fresco della gara di Coppa Uefa, vuoi anche per una squadra che deve ancora formarsi, e della quale si è visto qualche sprazzo proprio giovedì sera.
Ed è proprio da lì che dobbiamo ripartire, con la stessa intensità, la stessa applicazione e la stessa tenacia, aggiungendo anche quella tecnica straordinaria della quale siamo dotati e con la quale siamo chiamati a dare delle risposte importanti.
Quindi, faccia tosta, dura, da Milan delle grandi occasioni insomma, perché è un’importantissima occasione per…
iniziare davvero il nostro Campionato!
FORZA RAGAZZI!!!!
Arriva la Lazio, e, oddio!, fa un po' paura!
E non perchè la compagine di Delio Rossi sia, in questo momento, a punteggio pieno in vetta alla classifica di Serie A, ma molto più semplicemente perchè il Milan di questo inizio di stagione è quanto di più lontano possa esserci dall'essere una squadra quadrata e collaudata.
Non giova a nessuno, adesso, tornare su quelli che possano essere i motivi e le giustificazioni, per questo stato di cose.
Occorre fare onesta e obiettiva critica, partendo da una difesa che troppe volte risulta essere capitata in mezzo alla propria area per caso, e finendo ad un attacco che, nato da premesse atomiche, ha prodotto fin qui reti 2 (Pato e Borriello contro lo Zurigo).
In mezzo, dov'è giusto che stia, il centrocampo, orfano per i prossimi 60 giorni di Andrea Pirlo, ancora indeciso se consolidarsi sul canonico schieramento a tre, oppure se dirottare drasticamente verso una coppia di interditori che possa reggere lo spasso a quattro giocatori d'attacco.
Insomma, un cantiere aperto, molto più di altre squadre che hanno cambiato tecnico nel corso dell'estate.
Gusti personali:
contro la Lazio mi piacerebbe vedere Zambrotta a sinistra, da dove gli ho visto fare le cose migliori, soprattutto in quel nostalgicamente dolce inizio secondo tempo della gara col Bologna.
Resto dell'idea che Gianluca sia in grado di dare in quella posizione il meglio di sè, vuoi per predisposizione naturale (giocando a destra tende spesso ad accentrarsi per portarsi la palla sul mancino, andando fatalmente ad intasare i corridoi centrali, che già di per sè sono più trafficanti di Via Montenapoleone la vigilia di Natale); vuoi per la possibilità di incrociare, su quella corsia, tale Ronaldinho da Porto Alegre, che da quelle parti tende, solitamente, a prendere l'autobus che lo porta in partita: ripeto, quei 25 minuti di Milan-Bologna sono stati, da questo punto di vista, assai indicativi.
A centrocampo, dando per acclarato il rientro di Gattuso, è ipotizzabile che Ancelotti gli affianchi Seedorf e Ambrosini: soluzione collaudata, da una parte, e necessità di concedere fiato a Flamini, dall'altra.
E veniamo all'attacco: bisogna capirsi!
Se si vuole evitare, per il momento, di buttarsi a capofitto sul modulo spagnolo 3-1, restano due possibilità:
i due trequartisti più una punta (abete o albero di Natale, chiamatelo come vi pare), un trequartista più due punte.
Se si vuole optare per la prima soluzione, a mio avviso, è necessaria una prima punta che sappia tenere alta la squadra, portare scompiglio nell'area avversaria, e aprire gli spazi per gli inserimenti di Kakà e Dinho: ergo, Borriello, con Pato e Sheva in panca.
Nella seconda ipotesi, invece, a restare fuori, dovrebbero essere uno fra Kakà e Dinho, e uno fra Pato e Sheva, dando per assodato che non si possa prescindere dal Borriello tornato da Genova.
Non sono un tecnico, e credo che Carletto Ancelotti da Reggiolo sappia cosa fare molto meglio di me.
La speranza, a questo punto, è che anche chiunque entri in campo, sappia cosa fare, perchè l'unica strada percorribile, in questo momento, è quella che passa per
"Via della Vittoria contro la Lazio"
Il turno infrasettimanale di Coppa Uefa è servito a ritrovare qualche sorriso dopo l’inaspettato uno-due subito in campionato.
Qualche nota positiva si è intravista, così come si è intravisto lo stato di convalescenza in cui si trova ancora la nostra squadra.
Se una squadra come lo Zurigo (con tutto il rispetto) è riuscita ad evidenziare ancora alcuni lati negativi di questo nostro inizio di stagione (amnesie difensive in primis), allora vuol proprio dire che c’è ancora da lavorare molto.
Se non altro abbiamo visto un Milan che nel primo tempo ha pressato bene, abbiamo ritrovato i gol di Pato e Borriello (ottimo l’impatto del nostro centravanti in questo primo scorcio di gare), abbiamo visto uno Sheva più in palla, un Kakà che comincia ad acquisire i 90 minuti e dulcis in fundo… la vittoria!
E’ lo Zurigo, è Coppa Uefa, ma una vttoria è sempre una vittoria!
Come diceva Zaccheroni “VINCERE AIUTA A VINCERE”, ed in effetti lo stato di convalescenza di cui sopra sembrava perlopiù proprio dovuto ad una condizione psicologica di una squadra concentrata a non sbagliare (le conseguenze nell’ambiente sarebbero state deleterie), di una squadra che in questo momento ha paura persino della sua ombra.
Insomma il Milan non è libero mentalmente, non è sciolto, fa le cose “pensandoci ancora troppo”!
Ma siccome in questa situazione ci siamo messi da soli, è da soli, gradatamente, che dobbiamo uscirne, aumentando la concentrazione, la dedizione, la brillantezza, la fluidità del gioco, il gioco di squadra e, non ultimo, lo stato di forma di molti nostri giocatori.
La gara che ci si presenta domenica sera è dura e difficile, contro l’inaspettata capolista del campionato.
Tuttavia, non è detto che non sia meglio, in questo momento, affrontare e battere una squadra come la Lazio piuttosto che una squadra di fascia bassa.
In caso riuscissimo a portare a casa i tre punti, la strada verso “la costruzione” di un Milan forte e competitivo potrebbe essere più sbrigativa, sotto molti punti di vista.
Comunque sia, timori o no, capolista o non capolista, convalescenza o non convalescenza… abbiamo di fronte la Lazio di Lotito e non il Real Madrid di Puskas e Gento, e quindi niente storie, andiamo a “conquistare S.Siro”…
perchè qui, per usare una citazione forte ma comunque solo metaforica,
O SI FA IL MILAN O SI MUORE!!!
Permettetemi una breve parentesi: un augurio di pronta guarigione al nostro Andrea Pirlo.
E’ la prima volta che lo perdiamo per così tanto tempo ed è il caso di non sottovalutare le difficoltà che incontreremo non potendolo utilizzare.
Nessuno è insostituibile e sicuramente i giocatori in rosa faranno di tutto per sostituirlo degnamente, ma comunque stiamo pur sempre parlando del giocatore che nel suo ruolo è unanimemente riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori come il più forte del mondo.
FORZA ANDREA
TI ASPETTIAMO!
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1 commenti:
Spero di vedere la stessa intensità(anzi un po di +) del gioco messo in campo giovedì e possibilmente un pizzico d'attenzione in difesa Carmen
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