La storia di Nelson Dida - parte I

Quello che segue è un racconto della storia di Nelson Dida fra i pali del Milan, scritto da un nostro utente ed amico, Ezio, che ai portieri dedica sempre un'attenzione particolare. Buona lettura! :)



Sono tanti i calciatori che si sono presentati a San Siro nell'ultra centenaria storia del Milan: alcuni sono passati inosservati, molti dimenticati, alcuni ricordati come leggende, ma pochi sono riusciti a dare emozioni memorabili e terribili come Nelson Dida, l’uomo che fu “l’eroe di Manchester”, e motivo di scherno da parte dei tifosi avversari. Tutto nella stessa carriera, roba da far pensare che ci siano due fratelli gemelli che si alternano in porta.
Una cosa è certa: Nelson ha fatto la storia del Milan, nel bene e nel male, ma, con tre finali di Champions League giocate, sarebbe ingeneroso pensare solo agli errori.

Il suo arrivo al Milan nel 1999 è in sordina, cosa per lui ideale dato che ha sempre respinto i riflettori, con due stagioni in prestito a Lugano e al Corinthians.
La prima vera stagione è la 2000-01 con Rossi e Abbiati compagni di reparto.
Il suo esordio a Leeds in Champions è terrificante: all’88^ un tiro da fuori di Bowyer gli scappa di mano e finisce in porta regalando la vittoria agli inglesi e già si parla di “bidone”.
Nel resto della prima stagione Dida scende in campo in Serie A solo una volta contro il Parma (sconfitta 2-0) e sei in Champions, soprattutto nel periodo in cui Abbiati è impegnati ai Giochi Olimpici di Sidney.
Ma nel frattempo scoppia un’altra grana: l’agente Fifa Edinho gli procura un passaporto comunitario che si rivela falso e nonostante sia tesserato dal Milan come extracomunitario viene squalificato 7 mesi, pertanto l’annata successiva lo vedrà tornare in Brasile al Corinthians.
Ritorna nel 2002 come riserva di Abbiati che però si infortuna alla prima partita ufficiale (il preliminare Champions con lo Slovan Liberec): la carriera di Nelson inizia lì, in quella serata d’agosto dove avrebbe dovuto stare in panchina a fare una stagione ancora da comprimario, da lì inizierà la scala per diventare l’Eroe di Manchester.
Abbiati recupera dall’infortunio ma non il posto da titolare: Dida non si tocca, è diventato un punto fermo della squadra grazie a una serie di parate pazzesche.
Si arriva alla finale contro la Juventus e nessuna delle due squadre ha i portieri in forma; Dida che salta la semifinale–derby di ritorno, e Buffon con la fascite plantare. Narra la leggenda che se anziché il 28 maggio si fosse giocato un paio di giorni prima avremmo visto in porta Chimenti e Fiori. Alla fine giocano sia Nelson che Buffon e quando si arriva ai rigori, la scena è tutta per loro: lo juventino ferma Kaladze e Seedorf ma il nostro portiere, dopo tre prestiti in quattro stagioni, diventa idealmente in quella serata il portiere più forte del globo, scavalcando proprio Buffon e fermando Trezeguet, Zalayeta e Montero.
L’anno successivo è la conferma, con sole 20 reti subite in 32 partite di campionato e il Milan che vince lo scudetto. Per lui anche il tredicesimo posto al Pallone d’oro.
Nella prima partita del girone di Champions contro l’Ajax Dida si esibisce in una delle parate più belle nella storia di San Siro: tiro di Ibrahimovic stoppato da Cafù, e sulla ribattuta tiro di Van der Vaart, con il portiere che nonostante sia sbilanciato a destra si butta nella parte opposta deviando il pallone.
Sembra veramente che il Milan con lui abbia trovato un fenomeno delle parate, il punto fermo a cui non puoi rinunciare. Gli errori infatti sono numericamente come le interviste: si contano sulle dita di una mano.
Ma qualcosa sta per accadere,qualcosa di impensabile: il Dida versione superman sta per scomparire.

(continua...)

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