"Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" (Gv 15,20)


La premessa è d'obbligo: l'argomento che voglio affrontare non ha nulla da spartire col calcio e con lo sport, e soprattutto non costituisce una sorta di "linea editoriale Milan Day", è un pensiero solo mio, non so neanche quanto condiviso. Il tema è impegnativo, ma mi sta a cuore e sento che devo dire qualcosa, e non posso non approfittare di questo piccolo angolo del web su cui mi è stato concesso di ricavare un mio spazio.

***

Quando nel 2005 morì Giovanni Paolo II, che mi onoro di aver seguiro a Toronto nel 2002 per la Giornata Mondiale della Gioventù, mi trovai a dire queste parole, che ancora ricordo, a mia madre: "speriamo che il nuovo Papa sia un pò meno acclamato, e un pò più ascoltato, del suo predecessore". Le mie speranze erano purtroppo ben riposte solo sul primo punto.

Conobbi il Cardinale Ratzinger proprio a Toronto; era venuto a salutare i giovani presenti in quanto massimo esponente del Pontificio Consiglio per i Laici, e mi aveva fatto una buona impressione. Buona, non ottima. La dialettica e l'espressività di Karol Wojtyla era altra cosa; nonostante il Parkinson di quest'ultimo ne avesse ridotto il viso ad una maschera, la sua capacità di comunicare, perfino senza parole, era di un altro pianeta. Ratzinger mi sembrò perfetto per il suo ruolo, oscuro e di servizio; mai e poi mai avrei immaginato di ritrovarmelo Papa dopo soli 3 anni. Un compito invero ingrato, succedere a "quel" Papa. L'odio latente nei confronti della Chiesa era finalmente pronto ad eruttare.

Si, perchè Giovanni Paolo II piaceva a grandi e piccini, inteneriva per la sua mimica sofferente e così facendo inceneriva sul nascere, pur non volendolo, ogni forma (o quasi) di anticlericalismo. In pochi si permettevano di criticarlo aspramente, non parliamo di sbertucciarlo; l'amore della gente era la sua forza e il suo scudo, a dire una parola contro di lui, si finiva inevitabilmente in minoranza.

E chi arriva dopo di lui?

Non un "giovane" rampante come lo era stato Giovanni Paolo II al momento della sua irruzione sulla scena mondiale, con quel "se sbaglio.. mi corriggerete!", ma un vecchio, brutto, antipatico e per giunta tedesco. L'effige ideale che sognava una larghissima fetta dell'opinione pubblica, per tornare a praticare lo sport preferito: scagliarsi contro la Chiesa cattolica.

Avete provato a cercare la parola "Ratzinger" su google? Il primo accostamento che il motore di ricerca vi proporrà è "Ratzinger nazista". Se cercate delle immagini, la prima schermata servita da google lo vede ritratto in una serie di fotomontaggi per dileggiarlo o insultarlo.

Non una parola di Papa Benedetto XVI è stata accolta senza polemiche, ognuna è stata nel corso degli anni abilmente manipolata, in modo da far passare l'immagine del vecchio misogino, causa messaggi contro l'aborto (come se Wojtyla andasse in giro con un profilattico in testa distribuendo pillole abortive ai passanti), razzista, e adesso probabilmente anche pappone. Non mi stupirei infatti, se nei prossimi giorni dovessi leggere che, oltre a proteggere (?!?) i pedofili, li sfruttava anche. Proprio lui, che per primo nella Chiesa (prima anche dell'amatissimo et celebratissimo Giovanni Paolo II) fece cadere il velo che occultava questi crimini orrendi, è stato trasformato in carnefice.

Non passa giorno ormai (lo ha fatto notare lo stesso corsera ieri, 6 aprile) che i giornali tedeschi, della sua stessa patria quindi, non tentino di infangarlo riesumando storie di violenze di mezzo secolo fa, che in qualche modo vengono sempre ricondotte a lui. Ormai tutto ciò che di deviato è stato commesso a Nord delle Alpi è colpa sua, il concetto è passato così.

Joseph Ratzinger non è il mio ideale di Papa, così come credo che lui stesso si ritenga inadatto ad un ruolo che non ha mai voluto ricoprire, ma dove è stato chiamato per coprire un vuoto generazionale di figure carismatiche, in virtù del suo comunque straordinario spessore intellettuale. Non a caso era il braccio destro di Giovanni Paolo II, anche se da quello che si sente e si legge i due sembrano provenire da pianeti diversi, e parecchio distanti per giunta.

Eppure nella sostanza hanno sempre sostenuto gli stessi concetti ed espresso gli stessi valori.

Purtroppo per Ratzinger, il Papa tedesco è un bersaglio più facile del Papa polacco.

Benedetto XVI dovrebbe rallegrarsene, e sono sicuro che in cuor suo lo fa. Le persecuzioni sono compagne fidate per il cristiano, ed ognuna di esse è una benedizione. D'altronde Cristo ebbe a dire durante il suo martirio: "se trattano così il legno verde, del secco che avverrà?"

Ma questo, il legno secco, non se lo domanda mai.

5 commenti:

Icor ha detto...

Bel pezzo, che condivido sia per i contenuti che per la forma.
Temo però che siamo in minoranza a pensarla così.

Anonimo ha detto...

Mi associo alle tue parole Fra.

Gianpiero

Anonimo ha detto...

Molto interessante questo tema che hai portato in primo piano.

Faccio una premessa. Non sono praticante pur essendo molto credente, in Chiesa vado spesso quando non c'è la funzione religiosa, adoro il silenzio all'interno delle cattedrali, lo definisco il prodromo migliore per chi vuole rapportarsi con Dio.

Vengo al punto. Pur non essendo un praticante, nè un papalino non ho mai condiviso l'anticlericalismo. Mi appare come una cosa assurda. La Chiesa non ci vincola ad essere suoi fedeli. Indica una strada, detta una morale, chiede il rispetto di una determinata etica, ma non ti impone nulla.

Riconoscere la funzione della Chiesa all'interno dello Stato Italiano non è un atto di bigottismo, è una semplice constatazione dei fatti.

Penso ai milioni di bambini che vengono portati agli oratori, che fanno il catechismo, che trovano nelle parrocchie dei centri di aggregazione per giovani. Una funzione sociale che spetterebbe allo Stato, al quale la Chiesa si surroga senza chiedere in cambio nulla alle famiglie italiane, se non libere offerte.

Accanto a queste cose poi esistono aspetti poco condivisibili e poco ortodossi che attengono alla vita e alla storia della Chiesa Cattolica Italiana.

La Chiesa nasce infatti dall'idea di Cristo, un'idea di carità e umiltà, spesso tradita in passato da certi papi e da certi personaggi che hanno gravitato attorno alle alte sfere del Vaticano.

Ma, ribadisco, non capisco l'ostinata pervicacia di un anticlericalismo che non ha senso al giorno d'oggi.

L'ottica costruttiva, critica, basata sul dialogo e sul contraddittorio anche forte ha un suo senso. L'anticlericalismo fine a se stesso assolutamente no. Diventa solo il paravento di un disvalore, il laicismo, estremizzazione banale di un valore fondante dello Stato come la sua laicità.

Max Rc

zlargoth ha detto...

Sottoscrivo ogni parola Max, pochi afferrano la sottile ma fondamentale differenza fra laicità e laicismo. La prima si pone (giustamente) al di sopra di tutte le religioni, ed è così che deve agire un governo, la seconda invece si pone contro.

Ormai fanno notizia solo le notizie "contro". In questi giorni, proprio nella tua Calabria, un parroco ha sfidato la mafia imponendo ai boss di non partceipare alla processione tradizionale dell'affruntata, in cui san Giovanni incontra Maria (a Sciacca si chiama l'"incontro"). Questo in un comune che, ho letto, si è sciolto proprio per mafia; la cosa ovviamente lo ha costretto ad annullare la processione a causa delle minacce che ha dovuto subire. Hanno anche sparato davanti alla casa del priore locale. Non mi stupirei di leggere del suo omicidio fra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate.

Ma questo fa notizia? No, la notizia è stata relegata nelle ultime pagine dei quotidiani, mentre in prima c'erano i titoloni a 9 colonne su violenze avvenute anni fa.

matteo ha detto...

Scusate se faccio pubblicità:

”Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai state telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti"
Giuseppe Narducci (26 ottobre 2008)

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