Era difficile pensare quello che sarebbe successo a maggio quando il sorteggio di Montecarlo associò il Milan alla squadra sconosciuta dello Slovan Liberec.
La squadra si era rinforzata con Seedorf, Tomasson, Simic e soprattutto Rivaldo.
La rosa però sembrava incompleta, dato che perso Costacurta per ritiro, non era arrivato nessun nome di alto livello e i tifosi continuavano a chiedere Alessandro Nesta.
La partita di andata con lo Slovan viene vinta 1-0 a San Siro, con gol di Inzaghi, in una partita tutto sommato deludente in cui viene registrato nell’intervallo l’infortunio di Abbiati che lascia il posto a Dida per la ripresa. Il solito cambio? No,di certo,un cambio storico.
In Repubblica Ceca il Milan passa in vantaggio con Tomasson e la strada sembra in discesa, ma incredibilmente gli avversari rimontano e vincono 2-1 portando il Milan vicino a una eliminazione clamorosa. Nel post partita la squadra applaude l’annuncio di Galliani del ritorno di Costacurta, ma il Popolo rossonero si esalta soprattutto il 31 agosto quando il sogno si realizza: Sandro Nesta è del Milan!
La stagione così parte con molte motivazioni e il girone che trova il club non fa paura: la squadra più blasonata, cioè il Bayern Monaco, arriva addirittura ultima con 2 punti, subendo 2 sconfitte col Milan per 2-1, con Serghino protagonista in entrambe le partite. Rivale più pericolosa è il Deportivo la Coruna, che conquista gli stessi punti dei Rossoneri (12) con il Lens al terzo posto.
La partita più bella senza dubbio è la seconda: in trasferta galiziana il Milan vince 4-0 con tripletta di Inzaghi e 4 assist di Rui Costa.
Nella seconda fase a gironi il Milan trova Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv Mosca.
Il Milan vince anche questo girone con 3 grandi vittorie: nel gelo di Dortmund decide Inzaghi, col Real Shevchenko e, a qualificazione già ottenuta, Rivaldo regala su rigore il primo posto a Mosca.
I quarti non sorridono al Milan, che trova l’Ajax: 0-0 in Olanda e si gioca tutto a Milano in una partita tra le più emozionanti della storia rossonera, con in vista la possibilità di giocare il primo derby europeo della storia.
Nel Milan gioca titolare Brocchi per sostituire lo squalificato Gattuso e Shevchenko che nell’inizio di stagione era fermo per infortunio.
In porta naturalmente Dida, autore di parate miracolose dopo l’ingresso in sordina con lo Slovan, ed in difesa terzino destro Dario Simic, che ha sorpreso tutti guadagnandosi il posto da titolare.
La partita inizia bene con Brocchi che sfiora la rete e al 30^ arriva il gol d’Inzaghi. Nella ripresa gol di Litmanen, con nuova rete dopo 2 minuti di Shevchenko. Sembra fatta ma il gol un po’ rocambolesco di Pienaar getta il Milan nello sconforto.
Passano i minuti e il gol viene solo sfiorato, quando nel tempo di recupero Inzaghi su pallonetto scavalca Lobont e Tomasson può appoggiare in rete il pallone della qualificazione mandando in delirio lo stadio tutto esaurito.
Ancora adesso il filmato dell’ultima rete col commento di Sandro Piccini fa venire la pelle d’oca a tutti, ripensando a quel momento.
Si arriva così alle semifinali con ben 3 italiane su 4: Milan e Inter nel primo euro derby e la Juventus contro il Real.
L’attesa è snervante: i giocatori non dormono, i tifosi farebbero di tutto per i biglietti e le tv locali non parlano d’altro.
La partita finisce 0-0, e si decide tutto al ritorno con il vantaggio per il Milan che un’eventuale gol varrebbe doppio.
Quando Shevchenko batte Toldo sembra fatta, ma il pareggio a pochi minuti dalla fine di Martins rende gli ultimi minuti da cardiopalma soprattutto quando Abbiati (titolare al posto di Dida infortunato) para una conclusione molto pericolosa di Kallon.
La Juve supera il Real e per la prima volta 2 italiane si sfidano in finale di Champions.
Lo scenario è l’Old Trafford di Manchester, che per una sera diventa uno stadio italiano.
Nel Milan manca Tomasson e nella Juve lo squalificato Nedved, entrambi i portieri sono in dubbio ma recuperano in tempo.
E’ il Milan di Dida che si è imposto con una stagione perfetta, con un Nesta che ha dimostrato di essere un’acquisto fondamentale, di Maldini in forma perfetta, Seedorf protagonista assoluto e di un Inzaghi autentica macchina da gol.
La Juve ha in porta quel mostro di Buffon, poi Camoranesi, Trezeguet, Del Piero.
Nel primo tempo il Milan sfiora varie volte la rete, ma Buffon non si fa superare; nella ripresa sfiora la rete Conte e si va ai supplementari, che il Diavolo affronterà con Roque Junior infortunato, che rimane in campo a fare quello che può, dato che Ancelotti non può fare altre sostituzioni.
Il finale thriller porta le due squadre ai rigori senza pietà per i tifosi.
Da una parte Buffon ma pochi rigoristi veri, dall’altra invece più rigoristi esperti.
Si comincia: Serginho segna, mentre Trezeguet c’entra la traversa.
Secondo giro: grande parata di Buffon su Seedorf e Birindelli batte Dida, ancora parità.
Zalayeta e Kaladze sbagliano, non c’è ancora una favorita.
Montera tira malissimo e Nesta calcia alla grande: basta un solo gol o l’errore di Del Piero.
Il capitano juventino spiazza Dida, ma anche Shevchenko spiazza Buffon, regalando al Milan la champions più emozionante della storia rossonera.
Vinto il primo girone vincendo a Monaco, battuto il Real, l’Ajax e la doppia sfida italiana che sanciscono la consacrazione di Dida come sorpresa della stagione diventando forse il più forte di tutti, il grande acquisto Nesta, un Maldini che meritava il Pallone d’Oro, Serghino, Pirlo che si inventa centrocampista e poi ancora Gattuso, Rui Costa, Inzaghi e Sheva.
In poche parole è il Milan di Carlo Ancelotti.
La Champions del 2003
Ezio Disingrini
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