Milan-Werder Brema 2-2

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La delusione e l’amarezza, nel preciso momento in cui stiamo scrivendo, invade la Nostra serata, la travolge e la fa sua, senza conoscere assolutamente limiti.
Ad esse, inoltre, si aggiunge una grande rabbia perchè, se proprio vogliamo dirla tutta, ce la siamo un pò cercata.
Usciamo anche da questa competizione questa sera, una competizione nella quale credevamo molto, nella quale eravamo consapevoli e avevamo tutte le carte in regola per poter raggiungere la finale di Istanbul e andarci a riprendere quel che tanto bruscamente era stato interrotto quel maledetto 25 Maggio del 2005.
Era un’occasione incredibile per questo manipolo di Ragazzi di conquistare l’unico trofeo mancante all’interno del Nostro ricchissimo palmares, oltre che l’occasione per il Nostro Capitano, di chiudere la sua splendida carriera con un’ennesima Finale Europea.
Tutto ciò, questo sogno, queste Nostre speranze di essere protagonisti per l’ennesima volta di queste cose che, come spesso diciamo, accadono solo al Milan, è andato frantumandosi questa sera, sotto il Nostro cielo e dentro il Nostro Stadio.
La colpa, se proprio dobbiamo darla a qualcuno, la attribuiamo a quei maledetti palloni alti, quelli che sorvolano sempre la Nostra area e che, praticamente sempre, finiscono sulla testa dei nostri avversari, sempre pronti e letali a capitalizzare tali circostanze.
Certo è che, dopo i buoni propositi nati dopo il Derby, ci aspettavamo e ci saremmo aspettati un Milan molto più aggressivo, reattivo e pronto a certe circostanze, ma tutto ciò, finora, non si è verificato e diventa sempre più difficile da verificarsi.
Onore e merito al Werder Brema, che salvo un primo tempo difficile nella gara disputata al Weserstadion la settimana scorsa, è sempre puntualmente riuscita a metterci in difficoltà, a crearci pericoli, consacrando e meritando in pieno l’accesso agli Ottavi di Finale di Coppa Uefa.
La partita di questa sera è stata un pò strana, per l’andamento e per lo svolgimento. Tanto per cominciare, il Nostro Allenatore ritrova Alexandre Pato e Andriy Shevchenko per questa partita, due pedine importanti in vista degli altri rientri di Ricky e Dinho.
Scendiamo in campo con Nelson tra i pali, linea difensiva composta da Zambro e Beppe Favalli sugli esterni, con Philippe Senderos e il Capitano al centro; David Beckham, Andrea Pirlo e Ambro a formare la linea dei tre centrocampisti; Clarence alle spalle del recuperato Patinho e di SuperPippo.
L’inizio del Werder ricalca molto quello dell’andata quanto ad intensità e voglia di imporsi, ma risulta diverso nella forma:
se al Weserstadion, infatti, la misero sul piano fisico, questa sera giocano molto bene la palla, fraseggiano con tocchi veloci in spazi stretti e arrivano più volte alla conclusione.
I Nostri, dal canto loro, sembrano un po' sorpresi ed evidenziano delle difficoltà quanto a compattezza tra i reparti e aggressività, oggetto delle indicazioni dalla panchina di Mister Ancelotti.
Riescono a farci correre a vuoto per venti minuti abbondanti, cioè fin quando beneficiamo di un calcio di punizione appena poco distante dal limite dell’area:
sul pallone va David, la cui conclusione viene respinta con un braccio da Frings, del quale l’arbitro si accorge assegnandoci il rigore.
In mancanza di Ricky sul dischetto si presenta Andrea, che con un destro preciso, forte e angolato ci porta in vantaggio.
Loro non si abbattono e continuano nel loro fraseggio, salvo poi arrendersi ad un colpo d’alta scuola di un Nostro Fuoriclasse assoluto, un ragazzo dal talento purissimo e dalla classe cristallina, che lascia sul posto due avversari e trafigge il portiere tedesco con un autentico missile che si infila sotto la traversa.
Inutile dire che questo fenomeno risponde al nome di Alexandre Pato.
Al termine del primo tempo, contraddistinto anche da una grande parata di Nelson su colpo di testa di Almeida, possiamo solo pensare che, per quanto visto sul terreno di gioco, ci è andata bene, e siamo consapevoli che dobbiamo dare atto al destino del calcio che, per una volta, ci sta dicendo bene.
La ripresa, tuttavia, si preannuncia subito complessa e difficile:
tanto per cominciare si fa male Clarence, che lascia il posto a Mathieu Flamini.
Il Werderm dal canto suo, ha la grande capacità di riproporre lo stesso copione del primo tempo, rintanandoci letteralmente nella Nostra metà campo.
Ed è proprio quando loro producono il massimo sforzo per riaprire la gara che ci riescono, sugli sviluppi (tanto per cambiare) di un calcio piazzato molto tagliato di Diego, che spiove e finisce sulla testa di Pizarro, che manda alle spalle di Nelson.
La paura, di fatto, inizia a farla da padrone, data la loro pressione e il loro gioco pulito, lineare e ordinato, che li porta, al minuto 78, a raggiungere il gol che vale la qualificazione, ancora una volta su una palla alta che Pizarro, ancora una volta, deve semplicemente spingere in rete dopo l’ennesima incertezza della Nostra retroguardia.
Finisce, dunque, per quest’anno, la Nostra avventura in Europa, finisce sempre a causa dei soliti vecchi e stravecchi problemi e amnesie della Nostra Squadra, che adesso deve, ad ogni modo, compattarsi e riuscire ad apportare sul campo, non solamente con le dichiarazioni o con i buoni intenti, quei correttivi che ci possono consentire di finire questa stagione nel migliore dei modi.
Avremo, da ora in poi, una settimana intera per preparare le partite di Campionato, l’unico obiettivo ancora tra le Nostre mani.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

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