Werder Brema-Milan 1-1
E’ una partita, quella che ci ritroviamo a commentare questa sera, che ci richiama alla mente sempre gli stessi concetti, gli stessi pensieri e le stesse interpretazioni di tantissime altre circostanze di questa stagione.
E’ finita 1-1 al Weserstadion, un risultato che, in ottica qualificazione, è sicuramente un’ottima base di partenza, avendo anche realizzato quel gol in trasferta che, nei turni ad eliminazione diretta, possono sempre risultare decisivi.
Tuttavia, non concludiamo questa gara con un grande entusiasmo, nè tantomeno felici della prestazione complessiva della Squadra, che è andata davvero vicina alla vittoria ma che, ancora una volta, non è stata in grado di chiuderla definitivamente, prestando il fianco alla sorpresa tedesca nel finale.
Come detto poc'anzi, non è la prima volta che ciò accade in questa stagione e, in virtù di questo, non siamo contenti per tutti i componenti della Nostra Squadra che, per una distrazione di troppo che avviene regolarmente in quest’ultimo periodo, vanifica tutti i tesori di energie spesi nell’arco dei novanta minuti.
Andando con ordine, la formazione schierata dal primo minuto dal Nostro Allenatore è, così come nel Derby, fortemente condizionata dalle indisponibilità, ma c’è anche spazio per un pò di turnover:
torna Nelson a difendere i Nostri pali, con davanti a se Bonera a destra, Philippe e Beppe Favalli centrali e Zambro spostato a sinistra;
a centrocampo operano Mathieu Flamini, Andrea Pirlo e Massimo Ambrosini mentre, dietro a Pippo Nostro unica punta, agiscono Clarence e Dinho.
Come preventivabile, il Werder inizia subito forte, mettendoci all’angolo e facendoci vedere di cosa è capace e, soprattutto, il modo in cui vuole giocare questa partita, ovvero imponendoci il suo ritmo, la sua fisicità abbinata ad un gioco di squadra di buona fattura.
Dopo un minuto iniziamo subito a tremare e, come non potrebbe essere diversamente, tutto ciò avviene da un calcio piazzato e una palla alta, dalla quale ne scaturisce una conclusione apparentemente semplicissima, ma che si rivela essere innoqua per Nelson.
Passano appena sessanta secondi ed è Pizarro a sfiorare di testa su un cross dalla sinistra.
Tre minuti più tardi, invece, Andrea, stretto nella morsa di tre uomini, perde palla e da involontariamente il là al contropiede dei tedeschi che, ancora una volta, non sortisce alcun effetto.
Con questi presupposti e con questo inizio, capiamo già da subito che la Nostra partita sarà tosta e difficile e che dobbiamo entrarci veramente presto.
Da lì in poi, infatti, la Squadra inizia ad entrare bene in partita, è più corta, più compatta e il possesso palla inizia ad essere efficace.
Salgono in cattedra Clarence, Pippo e uno strepitoso Flamini, che inizia a recuperare una serie infinita di palloni e che è anche il protagonista del primo vero tiro in porta dei Nostri, sul quale troviamo un Wiese strepitoso.
La Nostra intensità migliora notevolmente e alziamo anche il pressing, inducendo loro ad un errore in disimpegno che da il là al Nostro vantaggio:
è Mathieu a intuire la traiettoria di passaggio e andare a crossare per Pippo che, dopo aver sbagliato la conclusione di testa, non fallisce quella col piede sinistro. 1-0 per Noi, e il re d’Europa torna a ruggire come sempre.
Nella ripresa, tuttavia, avevamo il timore che la Nostra Squadra arretrasse troppo e si facesse schiacciare dal Werder, rischiando di subire il pari in più circostanze.
Tutto ciò, puntualmente, avviene.
Non riusciamo più a tenere il possesso della palla, perdendo palloni banali sulla linea mediana e non riuscendo più a tenere la palla alta.
Sebbene creiamo ancora qualcosa di importante e sempre, non potrebbe essere diversamente, con Pippo, che prima sbaglia da due passi e successivamente, su un’imbeccata sublime di Clarence, manda il pallone sulla traversa, il Nostro baricentro rimane molto basso, prestando il fianco ai loro lanci lunghi e alle loro spizzate sempre insidiose.
Il gol del pareggio arriva, e arriva al minuto numero 84.
Tuttavia, non è esattamente questo che ci manda in bestia, quanto più il modo in cui esso arriva, che risulta essere assolutamente identico, per concetto tattico ed esecuzione, al secondo di Stankovic domenica sera:
punizione dalla mediana, spizzata del loro centravanti, inserimento del trequartista da dietro che Noi perdiamo, e tocco facile facile per il gol.
Tutto ciò è assolutamente inconcepibile, perchè non possiamo continuare a prendere sempre gli stessi gol, sempre con la difesa schierata e commettendo sempre gli stessi errori.
Dobbiamo, pertanto, registrarci un attimo, lavorare bene e apportare i giusti correttivi perchè, da adesso in poi, le partite diventeranno sempre più decisive, così come gli eventuali errori che potremmo commettere.
Dobbiamo saperlo e dobbiamo lavorare in quest’ottica...
Forza!!!
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