Carola ci ringrazia

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Semplici parole per descrivere l'amore di una figlia per il proprio padre nel ricordo dopo l'estremo distacco.
Lo scritto voleva essere un ulteriore omaggio al padre, è diventato l'ennesimo messaggio per la figlia, che ha apprezzato e si è commossa.
Carola Rosato ha pubblicato il pezzo sulla propria pagina di Facebook, ringraziando tutto il Milan Day.

E' giusto e doveroso riportarlo qui... perchè ci riguarda tutti


Un grazie speciale a Gabriella Spica, per l'affetto autentico che traspare per Papà e per me in questo articolo e a tutto Mondo Milan Day ... siete speciali, mi avete commossa ... e pensare che quella lettera l'ho scritta di getto (come qualsiasi cosa che dico e sento), come sfogo d'Amore (il mio per Lui ? e il Suo per me e senza nulla togliere a nessuno) - se pur impedita dalla limitatezza delle parole umane, che non possono davvero rendere la grandezza e purezza spirituale di certi sentimenti -, e soprattutto sentendo Papà al mio fianco... come sempre e per sempre... e non pensavo proprio arrivasse a toccare altri così nell'intimo e autenticamente...

Un abbraccio dolcissimo tutti quanti Amici, vicini e lontani, vecchi e nuovi ...
stretta, come sempre, forte forte a Papà ?


Ecco, questo è il Mondo Milan Day..questo è il nostro mondo...e sono queste cose che ci distinguono da altri...sempre più felice di farne parte


milanistadalconcepimento

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ARRIBA IBRA!

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La sera della cena del nostro ultimo raduno, circondati piacevolmente da ospiti che vivono da vicino le vicende Milan, ci fu chi timidamente chiese :
"e se il Milan riportasse a Milano Ibra?"
...fu guardato come si guarda un quarantenne che crede ancora all'esistenza della Befana, la risposta più "seria" fu :
"ma se la volontà di rafforzamento è la scelta di uno tra Kaladze e Favalli..."
Arrivarono, poi, le prime sparate spagnole su Ibra al Milan.
Chiedemmo conferme ai nostri amici vicini alla "astronave madre" e la risposta più gettonata fu :
"lasciate perdere, sono tutte bufale... tempo perso... nulla di vero... balle"
La stessa fonte che ci disse (letterale) "balle!", non più tardi di ieri ha cambiato risposta in un sorprendente "aspettiamo..."
Frenetiche sono partite le nostre ricerche di conferma e le risposte...
"qualcosa si muove" "è cambiato scenario" "pazienza, fiducia e... preghiamo",
sino ad un eloquente "lo stiamo prendendo!!!" accompagnato da un'affermazione che sa di sentenza "bolla papale con tanto di minaccia di scomunica per la non riuscita"
(quest'ultima rivelazione arriva direttamente dall'interno dell'astronave madre)
Detto questo...

- non diciamo che Ibra sarà rossonero
- non sappiamo i tempi e gli accordi eventuali per "aggirare" il "problemino" dell'austerity rossonera
- non prefiguriamo alcun scenario di cessioni illustri o meno per arrivare a "Ibracadabra"


Ci limitiamo a segnalarvi questa importante inversione di tendenza, degli addetti ai lavori, sulla questione Ibrahimovic-Milan in modo tale che possiate mettere a fuoco meglio quello che sicuramente leggerete da oggi in poi sui giornali.

Personalmente, dovesse mai arrivare, ci metterei un po' a dimenticare la frase di qualche mese fa "che brutta fine ha fatto il Milan" e vivrei con "terrore" la sua prima conferenza stampa in rossonero nel timore di sentirgli dire "da bambino tifavo Milan"...
Ma si sa, io sono un "romantico" e guardo poco o nulla delle vicende tattiche (se paghiamo profumatamente un allenatore, possono essere problemi miei?).
Certo che se penso ad un Ambrosini-Pirlo-Flamini-Ronaldinho-Ibra-Pato...
ricordate l'urlo di Pellegatti al 6° gol del Milan nel derby del 2001?
MA DOVE SIAMOOO ???

Calma e viviamola bene questa estate
...il Milan, le migliori cose, le ha sempre fatte
A FARI SPENTI !

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Benvenuto Mister!

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Con il video Milan Channel, contenente la prima intervista di Massimiliano Allegri da allenatore del Milan,

Milan Day
dà il benvenuto al tecnico livornese
augurando a lui e tutti noi di vivere splendide pagine di storia RossoNera

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Questione Dinho

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La questione Ronaldinho è una matassa piuttosto ingarbugliata, e non sarà facile sbrogliarla.
Il brasiliano ha ancora un anno di contratto con un ingaggio di 8 milioni netti.
Esisteva un'opzione per prolungare al giugno 2012 alle stesse cifre, ma il Milan ha deciso di non esercitarla per ovvie ragioni economiche e, anzi, ha proposto a Roberto de Assis un prolungamento con riduzione dell'ingaggio, proposta che il fratello del Dinho non ha voluto prendere in considerazione.
A questo punto gli scenari possibili sono solo due:
  1. non si fa niente, si pagano i 16 milioni lordi a Ronaldinho e lo si perde a parametro zero nel giugno 2011
  2. si cerca una sistemazione gradita al Gaucho, si incassano una decina di milioni dal cartellino e se ne risparmiano 16 di ingaggio
Considerando che l'ipotesi di prolungamento con riduzione dell'ingaggio non viene accettata da Ronaldinho, basta leggere le due possibilità sopra elencate per capire quale sia la soluzione più logica, senza fare la minima considerazione tecnico/tattica.

Personalmente, e ho avuto occasione per affermarlo nel recente passato, venderei il Dinho per tutta una serie di motivi.
Molti tifosi milanisti sono soddisfatti della sua ultima stagione, elencano i 15 gol e i 17 assist, si esaltano per i numeri e le giocate, sostengono che sia stato il trascinatore della squadra in questa stagione.
Io li capisco, quando si è innamorati anche i difetti dell'oggetto del nostro amore vengono percepiti come pregi.
Un osservatore meno coinvolto emotivamente si accorgerebbe che il Dinho, come parecchi suoi compagni di squadra, non va mai in profondità ma, anzi, vuole ricevere la palla sui piedi rallentando l'azione (l'unico che si butta negli spazi è Pato), che dispone di scarsa mobilità e tende a stanziare in un'area circoscritta del campo rendendosi facilmente marcabile e raddoppiabile, che non contribuisce minimamente alla fase difensiva, che costringe Pato a fare il guardalinee invece che la seconda punta, che il prossimo anno non sarà stimolato dalla prospettiva di disputare un mondiale, che è incompatibile con l'idea di calcio del nuovo allenatore (Allegri gioca con un trequartista vero), e che, a proposito di allenatore, non potrà più godere del rapporto privilegiato che lo legava a Leonardo.

Era emerso un interessamento del Manchester City, ma sembra che questa possibilità sia ormai tramontata.
Attualmente ci sono indiscrezioni relative ad una proposta dei Galaxy quantificabile in 10 milioni all'anno per quattro anni, offerta che Ronaldinho prenderebbe in seria considerazione.
Ma sembra che Galliani e Berlusconi non abbiano intenzione di cederlo, e vista la situazione attuale, come dicevo prima, l'alternativa è tenerlo ancora una stagione per perderlo a parametro zero tra un anno.
Se proprio si voleva trattenerlo bastava esercitare l'opzione per prolungare l'attuale contratto di un anno, in modo da incassare qualcosa dalla sua cessione nel giugno 2011, il fatto che non sia stata esercitata potrebbe essere un indizio che, alla fine, Ronaldinho andrà a chiudere la carriera lontano da Milano, probabilmente in California.

Sarebbe interessante verificare in che percentuale il tifoso milanista gradirebbe un'eventuale cessione di Ronaldinho. In alto a destra, nella pagina, è possibile votare il sondaggio.

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Italico Orgoglio(?)

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TORINO, 22 giugno
«Tanto la partita se la comprano: vedrete che al prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi che giocano nelle squadre italiane...»: così il leader della Lega Umberto Bossi risponde ai cronisti che gli chiedono un pronostico sulla partita che, ai Mondiali in Sudafrica, vedrà giovedì contrapporsi la Nazionale italiana a quella della Slovacchia.
LA REPLICA - «Stavolta Umberto Bossi ha passato il segno». La replica della Federcalcio italiana alle dichiarazioni del leder della Lega è durissima ed ha la forma di una nota ufficiale in cui si definisce, tra l'altro, «offensivo» il contenuto di quanto ha detto il ministro delle riforme. "Una dichiarazione sconcertante e offensiva. Questa volta e in questo momento, il senatore Bossi ha passato il segno". Questo il testo nella nota diffusa dalla Federcalcio

Premesso che, ogni volta che sento la parola secessione mi parte un irrefrenabile pruriginio alle mani e che non voglio parlar di politica...

com'è che su Bossi, Federazione in testa, si è scatenata una indignazione mediatico/istituzionale che non trova pari nella recente storia del nostro calcio?
Eppure...
c'è un tizio portoghese che già prima di venire in Italia, definiva la nostra Sicilia, come terra di mafiosi e, una volta arrivato da noi, non si è certo risparmiato nel dipingere il nostro calcio come una "naturale prosecuzione" di calciopoli.
Ha parlato di partite combinate, arbitri corrotti, Federazione compiacente... sino ad arrivare ad affermare che si vergognava di dire ai propri figli da dove arrivavano i suoi soldi...
Ad aggravare questa situazione la piena complicità di una società (al di là di chi schiera in campo... ITALIANA!) che non ha mai stigmatizzato il suo comportamento e le sue parole <<sconcertanti ed offensive>> ma anzi, grazie ad un suo "questore", le ribadiva andando, a volte, anche oltre.

Mi piace una Federazione che reagisce ad insinuazioni ingiuriose verso la dignità della Patria (anche se calcistica) ma... allora...
perchè farlo solo su Bossi ?
Forse il dovere di ospitalità verso uno straniero imponeva il bon ton ?
Ma la società rappresentata ed i suoi dirigenti erano e sono italiani...
perchè nessuna levata di scudi contro chi infanga questo onore(?) italico?

Umberto Bossi mette fine alla polemica esplosa martedì sera dopo le sue frasi ("Tanto la comprano") a proposito di Italia-Slovacchia: "Chiedo scusa alla nazionale azzurra, stavo davvero soltanto scherzando - ha dichiarato il Senatur -  Era una semplice battuta con i miei deputati, subito dopo la fine di una giornata di lavori parlamentari. Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi. E la Nazionale è un santo..."
Ci tocca prendere lezione pure da Bossi...
è si, perchè avete notizie di scuse per le basse, sporche, infamanti dichiarazioni del portoghese da parte di uno qualsiasi della società campione d'Italia?

W L'ITALIA!
...ma non quella che si indigna a seconda del colore

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Pato Story

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Quella che andremo ad affrontare sarà, con buona pace di Galliani, una stagione di transizione.
L'auspicato e necessario rinnovamento del gruppo viene ostacolato dalle esigenze di bilancio e dai contratti (liberamente firmati dalle parti) in scadenza tra un anno.
Il raggiungimento degli obiettivi minimi necessari per archiviare positivamente la prossima stagione passano obbligatoriamente per un salto di qualità di quei giocatori che dispongono ancora di un buon margine di miglioramento.
Analizzando la rosa attuale si può sperare che mantengano i loro standard quei giocatori che hanno disputato un'ottima ultima stagione come Thiago Silva, Antonini e Ambrosini (che va, però, spremuto di meno) e nella tenuta fisica e mentale dei più anziani.
I miglioramenti si possono ottenere da Abbiati se ripete la stagione di due anni fa, da Bonera se ritrova la piena efficienza fisica, da Flamini se, come sembra, avrà da Allegri quella fiducia che nè Ancelotti nè Leonardo gli hanno mai concesso, da Borriello, al quale mancano i gol nelle partite di cartello e, soprattutto, da Pato.

Nella prossima stagione sarà indispensabile il definitivo salto di qualità del Papero.
Il brasiliano ha le potenzialità per essere il valore aggiunto necessario a sopperire alle carenze dell'attuale organico e a dare ai tifosi prospettive e speranze nel futuro, ma molto dipenderà da una sua maturazione mentale oltre che fisica. Qualcuno sostiene, infatti, che i problemi muscolari patiti lo scorso anno siano legati all'evoluzione in atto nel suo fisico di ventenne.
Come dicevo prima, però, una ritrovata integrità fisica dovrà essere accompagnata da una maturazione mentale.
Nel frattempo, una volta chiuso malamente il suo prematuro matrimonio, Pato assurge a protagonista, in compagnia dell'amico Ronaldinho, delle cronache mondane provenienti dal Brasile.
E' vero che i due sono in vacanza, però i segnali sono questi ...
Molto importante sarà anche la posizione nella quale Allegri deciderà di schierarlo.
Se costretto a giocare defilato a destra invece che vicino al centravanti, in conseguenza della predilezione del Dinho per l'out sinistro, le sue potenzialità offensive vengono in parte limitate.

La storia di Pato al Milan, dopo tre stagioni, non è ancora decollata definitivamente.
Le sue sono state, per motivi diversi e a dispetto dei luoghi comuni, delle mezze stagioni:
per motivi burocratici nel 2007/08
per questioni tecniche nel 2008/09
per problemi fisici nel 2009/10

La prima stagione di Pato al Milan è, come dicevo prima, una mezza stagione per motivi burocratici.
Se fosse nato 48 ore prima avrebbe raggiunto la maggiore età in tempo utile per essere tesserato durante la sessione estiva del mercato.
Invece ha potuto esordire in partite ufficiali solo nel gennaio 2008, contro il Napoli, contribuendo con un gol ad "espugnare" San Siro dopo cinque pareggi e due sconfitte. Consideranto le ultime due partite giocate a Milano la stagione precedente sono nove partite interne consecutive senza vittorie ... la più lunga serie negativa di tutta la storia rossonera nei campionati a girone unico.
La batteria di attaccanti all'avvio di un campionato che ci avrebbe relegati al quinto posto e alla Coppa Uefa, era composta da Gilardino, Inzaghi e Ronaldo.
La società ritenne che quei tre attaccanti sarebbero stati sufficienti ad affrontare la prima parte di stagione in attesa di poter schierare il Papero a partire da gennaio, ma non fece i conti con gli acciacchi di Ronaldo che esordì solo a fine novembre nell'unica partita disputata tra agosto e dicembre.
Dopo la diciassettesima giornata, ultima prima della sosta natalizia, il Milan occupa la 12° posizione con 18 punti, +4 sulla terz'ultima e -11 dalla quarta, ma con tre partite da recuperare a causa della trasferta giapponese per il mondiale per club (partite nelle quali, però, mettiamo insieme solo 4 punti).
Probabilmente i due punti mancanti a fine campionato per l'accesso alla Champions li perdiamo nei quattro mesi giocati con i soli Gilardino e Inzaghi in attacco.
Totale in campionato per Pato: 18 presenze (1277') e 9 reti (una ogni 142'), più le due presenze contro l'Arsenal negli ottavi di Champions League.
Quelli di Pato sono sicuramente numeri positivi per la media realizzativa, ma il risultato di squadra si rifletterà negativamente sulla stagione successiva per le minori entrate causate dalla mancata partecipazione alla Champions 2008/09.
 
Anche la seconda stagione di Pato si può considerare, in un certo senso, una mezza stagione ... ma questa volta per ragioni tecniche.
Ancelotti, infatti, lo fa partire spesso dalla panchina. Il Papero deve attendere la 9° giornata per disputare gli interi 90'.
Al 16 novembre, dopo la 12° giornata, Pato ha dodici presenze per 569' (media di 48' a partita con sei panchine di partenza e cinque sostituzioni) e due gol ... un avvio di stagione al rallentatore.
Nelle successive cinque partite, che portano alla pausa natalizia, parte sempre titolare ma viene sostituito tre volte aggiungendo altri 356' e quattro reti, e dando segnali di risveglio in relazione alla media realizzativa.
Tra gennaio e metà aprile 2009, il Papero salta solo una partita su quattordici partendo sempre tra i titolari e giocandone nove intere con un bottino di otto reti.
Brutto il suo finale di campionato, complice la fioritura primaverile di Inzaghi. Nelle ultime sette giornate Pato gioca sei gare, tre volte partendo dalla panchina e altrettante venendo sostituito, e sommando altri 238' e un gol.
Totale in campionato: 31 presenze (2279') e 16 reti (una ogni 142'), media realizzativa ottima e identica a quella ottenuta l'anno precedente.
Inoltre vanno aggiunte sei presenze (su otto, 298') in Coppa Uefa con tre realizzazioni.


La stagione appena conclusa ha dovuto registrare il limitato contributo di Pato nella seconda parte per ricorrenti e recidivi problemi muscolari.
Sorprendente, però, la media realizzativa.
Nelle 22 partite di campionato giocate dal Milan nel 2010, Pato ha totalizzato solo 7 presenze (506') ma "condite" da ben 5 gol.
Tra agosto e dicembre 2009, nelle prime sedici giornate, Pato è stato sempre presente (1296') e ha segnato 7 reti, con una media di un gol ogni 185'.
Totale in campionato: 23 presenze (1802') e 12 reti (una ogni 150'), mentre in Champions League salta "solo" la trasferta di Manchester totalizzando 7 presenze intere (630') e 2 reti.

Questi numeri, oltre alla visione delle sue partite, danno la sensazione che le potenzialità di Pato siano notevolissime, e che se il giovane brasiliano trovasse continuità e una certa maturità potrebbe raggiungere altissimi livelli di rendimento con grandi benefici per la squadra e grandi soddisfazioni personali per sè stesso.
E', però, certo, che Pato debba cominciare ad assumersi delle responsabilità e a mettere in campo personalità e atteggiamenti da leader ... alla dirigenza, invece, spetta il compito di rendere competitiva la squadra per evitare pericolosi "maldipancia" ai giocatori più forti e rappresentativi.

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Roberto Rosato

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MILANO - Il calcio italiano piange Roberto Rosato.
L'ex stopper della nazionale campione d'Europa nel 1968, è morto questa notte a Chieri (Torino) a 66 anni.
Rosato in carriera ha giocato per Torino, Genoa e Milano e, soprattutto al club rossonero ha legato il suo nome.
Con il Milan in sette anni ha vinto uno scudetto, 4 coppe Italia, una coppa dei Campioni, una coppa Intercontinentale e due coppe delle Coppe.
È stato anche vice-campione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana e proprio in quell'occasione fu definito il miglior stopper.
Nel mondiale messicano fu tra i protagonisti di Italia-Germania 4-3 con un salvataggio determinante sulla linea di porta.
Per ricordare Roberto Rosato gli azzurri scenderanno in campo contro la Nuova Zelanda con il lutto al braccio.
LA MALATTIA - Da dieci anni lottava contro il cancro.
«I medici - ha ricordato oggi la primogenita Carola - non si sarebbero aspettati tanta resistenza. Papà è sempre stato un grande combattente, anche nella vita personale, non solo sul campo di calcio. Prima di essere un ottimo calciatore è stato un uomo grandissimo».
Roberto Rosato lascia tre figli, Carola, Davide e Alessandro, e la moglie Anna.
I funerali si terranno martedì nel Duomo di Chieri
MILAN DAY  piange la scomparsa di un grande Milanista che rimarrà, comunque, sempre vivo nei nostri cuori
...ciao faccia d'Angelo

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c'era una volta... IL MILANISTA!

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Tanti anni fa ricordo di aver visto, alla Domenica Sportiva, un servizio su una partita del Milan in serie B con un amico interista.
Mentre scorrevano le immagini della partita, mi dice "porca miseria, ma come fate? Siete in serie B ed avete San Siro pieno, ci fossimo noi non arriveremmo a tre-quattromila presenze"
QUELLO era il Milanista e, purtroppo oggi, non c'è più.
Il Milan è sempre stato invidiato per i suoi tifosi, per l'attaccamento che avevano alla maglia indipendentemente da chi scendeva in campo o da chi stava nella "stanza dei bottoni".
Era un vanto essere diversi ed irraggiungibili da tutte le altre tifoserie perchè, mentre le vittorie di trofei possono essere eguagliate e superate, il "sacro fuoco" rossonero era inarrivabile.
Con Farina o Berlusconi... stadio pieno!
Con Calloni o Van Basten... stadio pieno!
Sono bastati due anni (gli ultimi due) per buttare nel cesso un segno di inconfondibile orgoglio costruito e custodito da oltre un secolo di storia.
Ricordate il tifoso interista quando costringeva Moratti a nominare un prestanome per la presidenza, piegandosi alla "furia" dei propri tifosi in rivolta? Ed oggi... quanti di quei tifosi sono sugli spalti del Meazza ad osannarlo?
Ricordate il tifoso juventino la scorsa estate di fronte ad una grande campagna acquisti? E... durante l'ultimo campionato?
Se, per pura ipotesi, il Milan (questo Milan) dovesse vincere uno scudetto... dove pensate troveremmo i 20/30 mila di facebook che chiedono di non rinnovare l'abbonamento stadio e a Berlusconi di andarsene?
E' amaro constatarlo e, soprattutto, dirlo ma... siamo diventati una tifoseria qualunque... come tutte le altre ed in questo caso non possiamo dire "noi siamo il Milan"
Eppure basterebbe poco...
Basterebbe riappropriarsi dell'orgoglio di una maglia al di là di chi la indossa o di chi la rappresenta.
Pensateci un attimo...
La dura contestazione e le disdette in massa dello scorso anno, cosa hanno prodotto a livello societario?
NULLA!
La Società Milan, non ha fatto una piega e la politica al risparmio continua nonostante tutto e nonostante tutti.
In questo clima di aperto dissenzo dei tifosi, cosa pensate si aspettino in Società dalla campagna abbonamenti ? 10... 15... 20mila abbonati?
E quindi, se questo come con ogni probabilità sarà, visto che non è cambiato nulla dallo scorso anno, cosa cambierà?
Pensate invece se... 50.000 tifosi facessero l'abbonamento per il prossimo campionato!
Qualcuno potrebbe obiettare "bravo, così Galliani potrebbe dire -visto, i tifosi sono con noi!-"
E' vero ma...
comincia il campionato e quei 50.000, tutte le domeniche a San Siro, regolarmente srotolano striscioni del tipo:
"NOI CI SIAMO E VOI ?"
"SIAMO QUI SOLO PER LA MAGLIA"
"NOI VICINI AL MILAN... VOI LONTANI!"
"SQUADRA 10 - DIRIGENZA 0"
ed altri striscioni di aperta contestazione...
pensate ancora che la Società potrebbe dire "i tifosi sono con noi" ?
E pensate che il ritorno di immagine per Berlusconi, Gallani ecc. sarebbe lo stesso di oggi ?
Il Milanista, quello di una volta, avrebbe agito esattamente così!
SEMPRE E COMUNQUE vicino alla squadra... con Calloni o Van Basten...
la Società, come i giocatori, può cambiare, l'amore per la maglia no!
Quello c'è e ci deve essere sempre... a Cava dei Tirreni come a Yokohama!

Non voglio essere frainteso...
non sto a giudicare se sia giusto o meno contestare questa Società, dico soltanto che mi manca tanto, troppo...
IL MILANISTA!


PS
ed attenzione...
i media ci sguazzano e lanciano dichiarazioni irresponsabili
"Dispiace per i tifosi del Milan che lo scorso anno sono stati protagonisti di proteste pacifiche, ma la pazienza ha un limite" (Simona Marchetti- RCS)
...almeno qua, non facciamo gli interisti... lasciamo i motorini a casa

[...]

(S)ex Appeal

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Galliani lo ha detto il 23 aprile scorso all'assemblea dei soci nel giorno dell'approvazione del bilancio 2009.

"Il mercato sarà più difficile di quello del 2009 che è stato salvato dalla plusvalenza di 66 milioni di euro derivata dalla cessione di Kakà"

Forse intendeva dire che il bilancio, e non il mercato, è stato salvato dalla plusvalenza Kakà, o forse intendeva proprio il mercato, nel senso che senza i 66 milioni di Kakà non arrivava Huntelaar, e non si riscattavano Abate e Di Gennaro ... le uniche tre operazioni onerose della scorsa estate.


Ciò che si è fatto sul mercato fino ad oggi (rientro di Storari dal prestito e Yepes a parametro zero), e le voci di interesse per un altro costo zero come Blasi (che potrebbe sostituire Gattuso), sembrano confermare quanto detto quel giorno da Galliani.
E' vero che c'è tempo fino al 31 agosto, ma le dichiarazioni rilasciate da Galliani in quel momento, messe insieme a quelle successive sulla necessità di cedere prima di acquistare, lasciano poco spazio alla fantasia.


La situazione di bilancio prevista per il 2010 è simile a quella dell'anno precedente, se non ci si inventa qualcosa (qualche importante plusvalenza) si chiuderà il bilancio 2010 sotto di qualche decina di milioni ... ma la proprietà non ha più intenzione di ripianare simili cifre.
Si può pensare, quindi, che le operazioni in entrata costeranno il meno possibile, e saranno utili anche alla riduzione dei costi (come il possibile "scambio" Gattuso-Blasi), mentre è sempre da tenere in seria considerazione la possibilità che la società debba generare plusvalenze importanti.

Il Dinho genererebbe un risparmio più che una plusvalenza, ma anche i risparmi fanno gioco ai fini del bilancio, e le dichiarazioni di Pato giunte dal Brasile, unite alle voci di un'offerta importante del City per Thiago Silva, tengono in apprensione la tifoseria.

Se, da un lato, è possibile che il Milan stia perdendo fascino nei confronti di possibili importanti obiettivi di mercato, dall'altro corre il rischio che si generi un fuggi fuggi generale tra quei pochi (due) fuoriclasse che hanno davanti a loro ancora un futuro ampio e potenzialmente vincente.
Ormai si sa che (a parte Dzeko) se un giocatore vuole cambiare aria ha buone probabilità di riuscirci, questo "periodo storico" rischia di provocare un sensibile calo del "desiderio" nel rapporto tra il Milan e i suoi campioni (non solo nel rapporto con i tifosi) ... forse, come ogni tanto dice Galliani, il "colpo di mercato" consisterà nel trattenere i nostri campioni.

[...]

Facciamo un patto!

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IL PATTO
LATERALEense

E’ qui che si gioca la partita più curiosa di tanti appassionati milanisti, l’impiego di Dinho nella prossima stagione.

Il carisma di Allegri, le sue convinzioni, la disponibilità del gaucho e qualche rimbrotto del Presidente saranno i motivi di una samba che vorrà sempre di più stupirci.
Sarebbe bene almeno partire senza lo scomodo discorso
“DA DOVE SIAMO PARTITI”
lo scorso anno è stato assolto dai risultati, dai moduli provati, fino al famoso Milan-Roma dove Leonardo prese le redini della scuderia e disse, i miei cavalli giocheranno così privilegiando il suo sorriso ad Ipanema, mettendo Dinho dove voleva, giocando un calcio offensivo, rischioso, ma allegro che ci ha visto sfiorare uno scudetto grazie alla scintilla scoccata nell’intervallo di s.siro.

Ogni modulo ha punti positivi e altrettanto negativi, il 433 giocato ad arte va vissuto in trans agonistica, non copre bene il campo e quindi va assistito da tutti i componenti, squadra alta, pressing e difendere senza palla per non cercarsi disgrazie certe.
Noi l’abbiamo interpretato un po’ così, alla nostra maniera, più di giocate singole che di squadra, non parliamo del 424 fantasia che è potuto esistere solo grazie al dott.House, ma una volta finito le pile con vari infortuni nessuno l’ha sostituito in quel nevralgico ruolo di intelligenza tecnica, tattica e interdizione.
Dovremo lavorare di gruppo, non fare i bambini, il bene primario è il Milan visto che il latte munto negli ultimi tempi proviene da mucche indù e non svizzere, servirà avere ben saldo che il sacrificio abita a casa di tutti, con la rosa attuale e le idee di Allegri penso che il 4312 sarebbe l’ideale per noi, farebbe rifiatare i nostri eroi un po’ attempati e aiuterebbe la squadra in non possesso palla, certo, per i ludici alla Padre Brown, il calcio è spontaneità e gesto, per gli attenti alle dinamiche di campo esistono terzine e ottave da non saltare per non perdere il tempo.

Modestamente dico 4312 perche’ senza palla è obbligatoriamente un modulo piu’ stretto, Dinho farebbe il trequartista, mi dicono che lì dovrebbe difendere, assolutamente no, esattamente quello che faceva sulla mattonella, DISTURBARE, che non e’ la stessa cosa.

1)La distanza che si creerebbe da lui al centrale di mediana sarebbe minore, forse quelle emonizioni facili diventerebbero un libro da chiudere e salire come linee sarebbe piu’ sponteneo

2)Non il solito assist, il taglio a Pato, ma varietà da sotto l’area

3)Possibilità di farsi dare punizioni dal limite, gli esterni che potrebbero salire meno preoccupati per la gioia di Pirlo, un Pato al posto di Dinho più dinamico però che svaria, Borriello piu’ in area.

Questo consentirebbe di non vivere tra la vita e la morte per tutto il campo, gli uno contro uno che ci facevano saltare sulla sedia forse, eh, per la gioia di Thiago e Nesta.
Il 433 perfetto è il Genoa-Sampdoria dell’andata, dominio assoluto, va giocato cosi’, il nostro migliore in Roma-Milan con Flamini che crea danni allargandosi fino all’inserimento di Toni che ci mette sugli attenti.
Purtroppo non avendo dinamismo fatichiamo perchè a parte Pato la superiorità non la creiamo, portare sul sinistro Dinho è un mestiere che hanno imparato tutti e non è vero che servono esterni alti per allargare il gioco, bastano due terzini che vanno dietro alla linea.
Facciamo si che quel piede meraviglioso che dipinge tele da brividi, il suo inchiostro passa da pertugi impossibili non lo si ingabbi in quel taglio di carne, l’unico, bellissimo si, ma che perde il profumo dell’alloro e della fantasia

Meglio il 433 della
Mazurka di periferia
o
il 4312
al centro della sinfonia?
 
robi66

[...]

Bambole, non c'è una lira ...

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 ... e per il secondo anno consecutivo il Milan si trova con le mani legate, impossibilitato a muoversi sul mercato, fermo come un megalite di Stonehenge, un immobilismo che ha una doppia valenza negativa.

Questa biennale paralisi sta erodendo le potenzialita della squadra.
I giocatori più dotati sono anche i più datati, tranne qualche eccezione, e il loro altissimo chilometraggio abbassa la tenuta atletica ed alza le probabilità di infortunio.
La poca "profondità" della rosa fa il resto ... come abbiamo visto la scorsa primavera, se saltano due top-players la squadra si squaglia.
Ma il danno tecnico, oltre che nell'immediato, si riverbera anche sul futuro.
Stiamo perdendo opportunità (vedi Dzeko e Krasic) che non solo non consentono un rinforzo immediato del gruppo, ma incidono anche sulle prospettive future della squadra.
E nel frattempo si rinforzano le nostre concorrenti, aumentando il rischio, per il Milan, di perdere posizioni nel "ranking" italiano e, di conseguenza, di perdere l'accesso alla Champions League che è una risorsa determinante sia ai fini dell'autogestione finanziaria che per conservare prestigio e appeal nei confronti di sponsor e giocatori di prima fascia.

E' una situazione imbarazzante nei confronti dei tifosi che rispondono, come nel loro diritto, non rinnovando l'abbonamento e disertando lo stadio.
Ma è una situazione imbarazzante anche nei confronti degli sponsor, che nel momento di stilare i loro contratti con la società avevano in mente una squadra capace di essere protagonista sia in Italia che in Europa, e quindi una squadra in grado di dare visibilità e prestigio ai loro marchi.
A questo proposito vorrei stigmatizzare la boutade di Berlusconi sulla disponibilità a fare una pazzia per un grande campione. Era palesemente in contraddizione con la situazione che stiamo vivendo, e se qualche tifoso l'ha presa sul serio, gli sponsor non devono averla particolarmente apprezzata.


Se siamo finiti in questo vicolo cieco non è colpa del destino, ma ci sono delle responsabilità.
L'amministratore delegato Adriano Galliani, come suggerisce la sua carica, viene delegato dalla proprietà ad amministrare la società, e se i conti sono paurosamente in rosso e, per questo motivo, non è possibile migliorare il tasso tecnico della rosa, è evidente che chi doveva amministrare lo ha fatto male.
La prova è negli undici contratti in scadenza nel 2011 che assorbono tali e tante risorse finanziarie da impedire qualsiasi mossa di mercato.
Giocatori invendibili, tranne pochi casi, sia per l'età che per l'entità degli ingaggi percepiti costringono la società o a prolungare i loro contratti per risparmiare qualche milione (ma fossilizzando la squadra alla propria identità), o a perderli alla naturale scadenza senza avere l'opportunità di monetizzare.


Ma le responsabilità non possono essere addebitate totalmente a Galliani.
La proprietà ha il dovere di vigilare sulla gestione della società , e anche se da qualche anno Berlusconi lancia segnali sulla necessità del club di camminare con le proprie gambe, è innegabile che ci sia stato un improvviso e repentino cambio di rotta.
Nell'estate del 2008 si sono verificate operazioni che solo un anno dopo sarebbero state impensabili come l'ingaggio di Ronaldinho, il ritorno di Shevchenko e l'acquisto di Zambrotta gratificati, tutti e tre, da ingaggi che oggi sarebbero totalmente fuori budget.
Se Galliani ha gestito male, Berlusconi può essere accusato quantomeno di lassismo.
Un attimo prima acconsente alla conclusione di certe trattative, o addirittura (Ronaldinho) le promuove con forza, salvo, un attimo dopo, chiudere improvvisamente i rubinetti cassando l'acquisto di Cissokho e, forse, non intervenendo per sbloccare la trattativa per Dzeko la scorsa estate, e lasciando che Galliani si impantanasse nelle sabbie mobili dei casi Adiyiah e Mancini a gennaio quando sembrava praticabile, con un investimento intelligente, la pista Krasic.


Nel frattempo si prospetta un profondo rosso anche nel bilancio dell'anno solare 2010 ... profondo rosso che, anche se nessuno ne parla, potrebbe costringere il Milan ad operare qualche ulteriore cessione eccellente in stile Kakà.

Vorrei dire un'ultima cosa: sostenere che è comprensibile che Berlusconi riduca i propri investimenti nel Milan per questioni di opportunità vista la sua carica istituzionale e la crisi economica che ha investito il mondo intero è pura demagogia ... perchè altrimenti non si spiega quale sia la differenza tra gli investimenti nel Milan e i 18 mln spesi per uno yacht o i 20 per l'ennesima villa ...

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abbiamo scoperto... UNO DI NOI!

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-ndr- "siamo lieti di far debuttare in questo nostro spazio una delle più belle e liete sorprese avute nel nostro ultimo raduno. Roberto (alias Robi66), una persona splendida nella sua lucida, folle, ammirevole follia rossonera. E' diventato istantaneamente "l'amico di tutti" e, come tale, non poteva non avere un suo spazio (per adesso) nel nostro Blog. Nella nostra programmazione della prossima stagione, cercheremo di convincerlo ad avere un suo spazio nel sito, nella radio... ovunque, perchè Roberto è una importante risorsa umana che Milan Day vuole condividere con tutti i suoi amici e lettori. Benvenuto a bordo Robi!"





MI RITORNA 
IN MENTE 


 quel periodo dove si faticava a ritrovare i vestiti perduti nel mare del Bosforo, avevamo ricevuto l’incredibile e dall’incredibile dovevamo reagire, un regalino mica da poco, di quelli che non si scordano più, impacchettato per benino con tutti i veleni del caso, non si dormiva la notte e le uniche ore di sonno ce le dava il nostro canale.

Io vivevo di esso, accendevo la tv e una carezza la trovavo lì, il mondo sorrideva e a noi erano caduti i denti, bocche cucite, sguardi riversi al vuoto, sudarelle da foresta amazzonica, un bromuro al naturale, ma la faccia del direttore e le sue parole hanno scongiurato tante separazioni, è stato fantastico, come la prima volta  ricordo il sollievo dopo le parole di Mauro a Vocalelli, del fatemi capire al compianto Direttore della Gazzetta,
NON CI SIAMO MAI SENTITI SOLI

L’ingranaggio della disperazione attendeva ora un passo della società che avvenne con l’acquisto di Gilardino, il pathos ce lo rese come il salvatore della patria, i sorrisi diventarono urla, il post Alcatraz ci vedeva ingabbiati ancora mentalmente, non c’erano più le sbarre ma di lucido esisteva ben poco dentro al nostro colesterolo.

Sono poi successe tante cose, il Milan non è un filo sempre diritto dove fanno shopping i piccioni, è tutto straordinariamente fuori logica, invasi da cavallette a Verona nel 73, presidenti poco presi e senza denti che hanno fatto i propri interessi, sconfitte epocali come a Istanbul, vittorie che non stanno in nessun almanacco, la nostra storia è per cuori forti. 
Si, 
MI RITORNA IN MENTE
vuol richiamare l’attenzione ad ora, un po’ stanca, non è un trofeo meraviglioso come Atene che ci indica la strada giusta, nemmeno nel 2005 era sbagliata, caro Silvio metti un po’ di ordine funzionale e tattico a questo Milan, non vogliamo Pelè, ma giocatori giusti, pensiamo se non sia meglio cambiare certi pilastri del nostro pensiero calcistico, in fondo, non dobbiamo sforzarci per renderci unici, ritorniamo ad essere noi stessi con priorita’ di campo, prendere gol sempre su palle inattive è diventato stucchevole, non fare attenzione a dove va il calcio è un influenza rara, non mettiamo solo gianduiotti in squadra, serve altro per non ripeterci nei soliti errori e ora la differenza la fa chi quando non ha la palla corre di più, aspettiamo l’annuncio di Allegri che ora sembra una liana per non cadere nel vuoto, diradiamo la nebbia e facciamo venire il sole, 
caro Silvio questo Milan ha bisogno del tuo amore
 robi66

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cose da Milan... Day!

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L’appuntamento è fissato per le 15 in un bar a pochi passi dallo stadio di San Siro, il tempio del calcio.
E così tutti i protagonisti e tutti i partecipanti del raduno per quell’ora calda del pomeriggio convergono verso il luogo dell’incontro.
Tipica l’emozione dell’attesa come anche quella della scoperta.
La curiosità di vedersi materializzare facce sconosciute, la voglia di
rivedere vecchi amici.

Tutto questo ci frulla nella testa.
E così dopo un incontro cordiale tra tutti in cui non mancano le battute e gli scherzi, in cui si cerca di mettere a loro agio i nuovi, si inizia a scaldare i motori e ci si dirige verso un campo di calcetto, distante poche miglia da lì, dove si ha in programma una partita di calcetto.
Non ci sono campioni in campo ma lo spettacolo non manca anche se di altra natura.
Tra un gol sbagliato e qualche liscio sfiorato, tra una scivolata improbabile e qualche tiro fuori bersaglio, si mette in luce Gumas con una tripletta da bomber di razza, tocchi felpati e grande visione di gioco.
Peccato per il rigore sbagliato alla fine, ma la classe non è acqua…
Il tempo di una doccia e di qualche chiacchiera tra vecchi amici ed è già ora di cena.

Una cena che potrebbe presentarsi come istituzionale viste alcune presenze e alcuni invitati ma che, nel breve volgere di pochi minuti, diventa più che altro un raduno di compagnoni, dove la confidenza diventa immediata e l’ironia più pura diventa la direttrice unica di tutta la serata.
Protagonista della cena senza dubbio un Luca Serafini in versione guest star, pungente, ironico, perfettamente calato nella veste dell’intrattenitore

un po’ provocante.
Il Direttore Mauro Suma si diverte nei battibecchi e nelle discussioni con lui, sembra una riedizione di Studio Milan, ma stavolta i toni sono molto più aperti e meno inquadrati.
Si gioca a fare delle domande a tutti gli ospiti presenti, curiosità soddisfatte, alcune forse rimaste in sospeso, non mancano le risate per alcune espressioni dei protagonisti.
E così la cena vola via veloce, tra battute sui giocatori, siparietti burloni, divertenti quanto improvvisate gag, condite da qualche rivelazione qua e là, alcune inattese, altre un po’ brucianti.
Quando gli ospiti vanno via però la serata non è ancora finita per il popolo del Milan Day.
Sembra di essere in gita scolastica, tutti riuniti in un posto a chiacchierare sia di Milan che di altro, l’empatia collettiva tra tutti gli astanti è contagiosa, tanto che anche i più timidi riescono a trovarsi a loro agio.
Mattatore indiscusso, l’amico Roberto, che si firma sempre Robi66 nei suoi messaggi al canale.
Istrionico, mai banale, sempre pronto nelle provocazioni e nei discorsi, ha reso la nostra serata e le ore che passavano molto più liete e divertenti del solito.
In assoluto un personaggio fuori dal comune, capace di trasformare l’ordinario in straordinario.
Un piacere assoluto per tutti noi averlo conosciuto ed esserci beati della sua compagnia.

La mattina seguente, nonostante gli evidenti danni di una nottata quasi in bianco, la visita al cimitero monumentale di Milano, caratteristico come pochi.


Si porta un mazzo di fiori sulla tomba di Herbert Kiplin, il papà di tutti i milanisti, colui che nel lontano 1899 ha dato inizio a questa grande passione rossonera.



Il pranzo prima dei saluti diventa oggetto di contesa, alla fine prevale la linea giovanile e si sceglie di consumarlo in un Mc Donald, per la gioia assoluta di MaxSenior, felicissimo della scelta…
Fotografie, scherzi, discorsi a metà tra il calcistico e il folcloristico accompagnano il pranzo che si conclude con un inevitabile caffè al bar.
Il raduno è ormai alle battute finali, il momento dei saluti è giunto ed è sempre quello più singolare perché il tempo è trascorso così celere come in tutte le cose piacevoli.


La stazione di Milano fa da scenario al saluto dei protagonisti, con l’arrivederci all’anno prossimo, una certezza ormai, non più un semplice augurio.





MaxRC

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Partenza ad handicap?

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 In attesa dell'ufficializzazione di Allegri, che sembra poter slittare a fine mese, vorrei porre l'attenzione su un aspetto da non sottovalutare: non le partenze al rallentatore delle squadre allenate dal tecnico Livornese, ma la compatibilità tra il credo tattico del "mister" in pectore rossonero e l'elemento che, più di ogni altro componente la rosa, condiziona e determina la disposizione in campo della squadra.

 Sappiamo che Allegri adotta un 4-3-1-2 che prevede un regista affiancato da due cursori e un trequartista che svaria alle spalle di due punte, il tutto condito da un grande dinamismo espresso da tutti i protagonisti, regista e trequartista compresi.
 L'interrogativo principale che si pone, oltre alle differenti attitudini dinamiche della rosa rossonera rispetto a quella cagliaritana, riguarda la collocazione di Ronaldinho all'interno di questo disegno tattico; la logica suggerirebbe un suo posizionamento nel ruolo di trequartista, come affermato anche da alcuni addetti ai lavori, ma mi sembra che questa soluzione non sia poi così ovvia e automatica.

 Chi segue regolarmente il Milan si sarà accorto che il Dinho tende a piazzarsi con una certa insistenza sulla fascia sinistra, e non solo da quando è al Milan.
 Nella scorsa stagione è capitato in alcune (poche) partite, per situazioni contingenti, che gli fosse richiesto di giocare in una posizione diversa ... un paio di volte addirittura da seconda punta, ma in tutte queste occasioni si è trovato inesorabilmente attirato verso l'out sinistro da una irresistibile forza magnetica.
 Oltre a questa sua tendenza a decentrarsi, va anche detto che il Gaucho non possiede nè la mobilità nè la predisposizione al sacrificio (neanche minima) che deve avere il trequartista ideale di Allegri.


 Se, e sottolineo se, Ronaldinho giocherà in rossonero anche la prossima stagione, questa sarà la questione più scottante da risolvere per il nuovo tecnico che, a mio parere, sarà costretto ad adottare il 4-3-3 relegando ancora Pato all'ala destra, posizione nella quale la pericolosità del Papero si riduce se confrontata alle potenzialità offensive di un suo utilizzo da seconda punta con licenza di svariare su tutto il fronte d'attacco intorno al centravanti.


 Di sicuro per il nuovo tecnico non sarà una sfida facile da vincere ... esordire su una panchina così importante, gestire le forti personalità presenti nel gruppo e trovare soluzioni tattiche differenti da quelle collaudate nelle esperienze precedenti, costituiscono un banco di prova attendibile per stabilire se tanto il tecnico quanto l'uomo hanno lo spessore sufficiente per affrontare un compito così difficile ...

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Tutti x Uno... IL VIDEO!

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E' disponibile, nell'area download del nostro sito, il link diretto per scaricare, guardare e conservare, il video sulla festa annuale Milan Day.
Il video ricorda come, da una idea fantasiosa di un ragazzino tanti (troppi) anni fa, può nascere, se cercato con il solo spirito di amicizia e fratellanza nei colori, un progetto che, nonostante le difficoltà dettate dalle distanze, possa sfociare in una cosa meravigliosa quale la stima, amicizia e voglia di condividere stando insieme.
Foto, immagini, riconoscimenti di una festa dove veramente siamo stati TUTTI x UNO
Milan Day non ha pretese di dare lezioni a nessuno, non ha la pretesa di piacere a tutti, non ci interessa il "successo" personale o momentaneo... Milan Day è un'idea di amicizia che, solo chi riesce veramente a capire, può farti sentire MAI SOLO a CASA TUA

Il trailer visibile sotto, è solo una parte del video che, come detto, trovate sul nostro Sito

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il libro di un amico MD

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Soiano del Garda è una minuscola, serena località dipinta nel bresciano, affacciata sul Benaco.
A metà degli anni Ottanta fu l’inattesa tappa di sosta durante la vacanza di alcuni amici, che vi scovarono una casa da fiaba, una ventina di camere da letto, il patio, un campo da tennis, la piscina e un campetto da calcio a 5, probabilmente un tempo adibita agli studi estivi o alle vacanze di qualche colonia di buone famiglie.
Prese le informazioni sulla proprietà, gli “alcuni amici” presero ad affittarla ogni settimana, l’ultima di giugno o la prima di luglio, riempiendola di altri amici che diedero vita ad un torneo di calcio fra 4 squadre che si disputa ancora oggi, ma in Toscana.
Dal Mundialito di moda in quegli anni (si disputava a San Siro con Milan, Inter e qualche altra squadra straniera e in Sudamerica tra squadre Nazionali) e da Soiano nacque il “Soianito”, divenuto il ritrovo naturale di oltre una quarantina di amici che nel frattempo da ragazzi sono diventati uomini e che non hanno mai smesso di frequentarsi.
Tra aneddoti, gag, scherzi e un linguaggio mai passato di moda, il libro racconta la IX edizione del torneo, quella di attesa del decennale, strappando sorrisi e risate attraverso aneddoti tutti realmente accaduti.
Edito in tiratura limitata nel 1995, oggi il Gruppo Editoriale Viator lo pubblica in grande stile, distribuendolo in tutte le maggiori librerie italiane.
Luca Serafini, l’autore, lo ha dedicato a Maurizio Mosca che firmò la prefazione nell’edizione originale

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