Rasserenato dal risultato ottenuto questa sera dai ragazzi, torno sul "caso Leonardo-Berlusconi" prendendo spunto dall'articolo di Mario Sconcerti pubblicato sul Corriere della Sera e riproposto dall'amico Drago Silva, articolo sul quale, al contrario di Francesco, sono in totale disaccordo.
Dice Sconcerti:
"Stimo molto Leonardo, ma considero complesso accorgersi di essere diverso dal proprio datore di lavoro al tredicesimo anno di convivenza. Leonardo è sempre stato un dirigente di questa squadra, ha avuto compiti importanti che lo hanno sempre tenuto a stretto contatto con Berlusconi: perché capire tutto solo adesso?"Anche io stimo molto Leonardo, ma non riesco a sorprendermi del fatto che dopo tredici anni un rapporto personale possa accusare lo sviluppo di qualche complicazione, specie se i ruoli all'interno del rapporto personale cambiano nel tempo. Interagire con Berlusconi vestendo i panni del calciatore, del dirigente o dell'allenatore non è proprio la stessa cosa, e il fatto di rimanere in stretto contatto con una persona non dà l'automatica certezza che non possano nascere divergenze di opinione.
"La sua crisi di nervi nasce dall’aver dovuto percorrere una strada che si è andata sempre stringendo. Tutto questo Milan è stato una bugia, ma nessuno poteva dirlo, bisognava anzi credere il contrario. Questo gli ha dato prima la forza di tornare libero, di costruire un progetto come sentiva. Poi, via via che la fiamma faceva fatica a riscaldare, è rimasto schiacciato dalle pressioni del vertice e dalla sua stessa impossibilità a gestirle. Si è sentito vittima e inutile. Un doppio danno che lo ha travolto."Trovo davvero improprio definire "crisi di nervi" la reazione di Leonardo all'ennesima critica ricevuta da parte di Berlusconi ... o forse si è trattato di una crisi di nervi alla camomilla.
Leonardo è una persona onesta, leale e orgogliosa il giusto. Sentirsi puntare addosso l'indice accusatore deve averlo fatto sentire scaricato ... oserei dire quasi tradito. Mi chiedo per quale motivo le assenze di Pato e Nesta principalmente, ma anche l'ecatombe di infortuni capitati in questo periodo debbano essere un'attenuante solo per la società (quante volte Galliani e lo stesso Berlusconi hanno fatto ricorso a questo argomento?) e non anche per l'allenatore.
Andrebbe anche verificato, e questo è un aspetto fondamentale, se gli accordi presi tra dirigenza e neoallenatore riguardo le strategie di mercato siano stati rispettati o meno.
Basta tornare alla conferenza stampa di presentazione di Leonardo il 1° giugno dello scorso anno per trovare precisi riferimenti all'esigenza di rafforzare le fasce (Cissokho), alla necessità di disporre di un certo tipo di attaccante (la telenovela Dzeko), e successivamente la richiesta quasi disperata di poter disporre di un'alternativa a Pato, esigenza che ha trovato "soddisfazione" nell'arrivo di "Mansini" quasi a tempo scaduto nel mercato di riparazione ...
"È semmai curioso che proprio una persona civile come Leonardo abbia finito per rappresentare in pieno tutto il pericolo di un mancato controllo, la scheggia impazzita che i vertici del Milan temono dai tempi del turco Terim. La filosofia del Milan ai milanisti rappresenta proprio questo, il bisogno che chi guida la squadra conosca le regole della società, i suoi doveri, i suoi inganni, e rinunci ad applicare le proprie. È questa necessità che taglia le scelte e terrebbe certamente fuori oggi tipi come Mourinho, Benitez e forse perfino l’ultimo Capello."Io troverei ancora più curioso che un soggetto a responsabilità limitata, ma dotato di intelligenza, possa accettare supinamente il ruolo di capro espiatorio. Nel caso specifico tenderei ad interpretare la reazione di Leonardo non solo come un atto a difesa della propria dignità, ma anche come un atto a difesa della squadra.
Nel momento più difficile della stagione ci si sarebbe aspettato dai vertici del club un atteggiamento di protezione nei confronti del gruppo, e non spunti di tensione con il conseguente rischio di destabilizzazione dell'ambiente ... per usare un'espressione cara a Berlusconi direi quasi un "remare contro".
Proprio la partita di questa sera ha dimostrato come la squadra (ma anche il pubblico di San Siro) abbia fatto quadrato attorno al proprio allenatore ... in campo si è visto relativamente a causa dei limiti attuali, ma nelle dichiarazioni di alcuni giocatori nel dopopartita questo atteggiamento è parso evidente.
"Con voce tranquilla Leonardo ha detto del proprio presidente cose di una «gravità » poche altre volte ascoltata. Non è stato il litigio del tecnico escluso contro il padrone arrogante. È stato la spiegazione del rifiuto di un modo di essere, di pensare, di comportarsi. E quel modo di essere è del primo ministro del Paese."
Uno spirito libero si comporta come ritiene giusto con chiunque, fosse pure il primo ministro del Paese. Uno spirito libero risponde solo alla propria coscienza.
E poi vorrei sapere a quali gravi cose si possa riferire Sconcerti, visto che non credo che parli della denuncia di incompatibiltà di carattere o della differenza di stile.
"Dal punto di vista tecnico il distacco tra Leonardo e presidente è cominciato con il 4-0 del derby ad agosto. È aumentato quando il Milan è ripartito sulla pelle di alcuni giocatori storici e quando i buoni risultati hanno aumentato la sicurezza di Leonardo. È stato però come discutere del sesso degli angeli. Questo Milan non aveva risorse sufficienti, Leonardo non ha tenuto fuori grandi giocatori. Ha semmai sempre dovuto contare i pochi rimasti sani. Non era pronto lui a un grande giro di giostra, non è pronta la società a capire che c’è solo da ricominciare. Meno investimenti (non spese) Berlusconi farà e più nervoso diventerà con i propri tecnici. Leonardo cioè, sta passando invano."
... appunto ... su questo siamo d'accordo.
3 commenti:
Non si capisce però perchè il discorso dello "spirito libero" che può dire tutto a tutti, valga solo per Leonardo...
Secondo me (posso sbagliarmi) ti fai guidare da una simpatia di fondo verso Leonardo e da una profonda antipatia (eufemismo) radicata verso Berlusconi. Non è un caso secondo me che in questa vicenda, i berlusconiani (extra-calcio) si schierano con il Presidente, e gli anti-berlusconiani con Leonardo, perchè non gli sembra vero di aver trovato uno che gliele suona dall'interno.
Anche a me umanamente Leonardo piace tanto, e non posso essere certo definito berlusconiano, visto che non l'ho mai votato e che stravedo per Travaglio adesso e Montanelli quando c'era. Però non per questo (atteggiamento molto diffuso) sono fra quelli che condannano qualsiasi cosa esca dalla bocca di Silvio.
Sarei disonesto se negassi la mia scarsa predisposizione a "perdonare" il Cavaliere.
Ma nel caso specifico sfido chiunque a spiegarmi di quali vantaggi avrebbe potuto godere l'ambiente dalle frecciate di Berlusconi.
Il proprietario del Milan ha tutto il diritto di esprimere il suo parere sulla conduzione della squadra, ma visto che i mezzi di comunicazione privati sono innumerevoli poteva utilizzare quelli.
La sensazione è che Berlusconi voglia scaricare le responsabiltà sugli altri quando le cose vanno male così come è solito cavalcare l'onda dei successi attribuendosene la paternità quando si tratta di festeggiare.
Detto questo, riguardo Leonardo, ribadisco il mio dispiacere per avere perso un dirigente e un uomo con le sue capacità e le sue qualità umane ... rimpiangerò molto meno il tecnico, anche se è da vedere se chi lo sostituirà saprà fare di meglio.
La politica e il calcio non andrebbero mischiati, pensare che chi è berlusconiano extracalcio appoggi Berlusconi nelle sue critiche a Leonardo per ragioni di simpatia politica è poco corretto.
Io per esempio pur essendo berlusconiano non ho mai condiviso le sue stillettate dirette a Zaccheroni. Legittime per carità, ma non ne condividevo i contenuti fatta eccezione per una sfumatura.
All'epoca il Milan aveva una squadra tecnicamente molto povera e che correva troppo, i centrocampisti erano costretti a coprire porzioni di campo vastissime, la squadra si allungava oltremodo, la difesa a tre con tre giocatori oltre i 30 anni aveva delle crepe. Ma a parte questo Zac fece veramente un miracolo vincendo uno scudetto con 70 punti, finendo davanti ad almeno 5 squadre con oraganici più forti del nostro dell'epoca.
Qui Leo non ha fatto nessun miracolo e dimostra invece un modo di allenare e di impostare le partite discutibile. Sull'altare del 4-2-fantasia sono stati sacrificati Pirlo, Ambrosini e Seedorf, vere vittime di questo modulo, arrivati a fine stagione con le pile completamente scariche. La posizione di Dinho a sinistra senza lo scarico di Pato a destra perde di significato. Borriello doveva cambiare movimenti dopo l'infortunio di Pato. Senza Nesta dietro la difesa andava maggiormente coperta, Flamini doveva diventare un titolare fisso di questa squadra. In quattro partite contro Inter e Manchester abbiamo preso 13 gol perchè Leo gli ha consegnato il centrocampo e non ha letto l'evolversi della partita.
Sono critiche tecniche, lasciamo stare la politica.
Max RC
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