perchè... CE LO MERITIAMO!
0 commentiUna piacevole consuetudine arrivata al suo terzo anno.
Nel mare magno di internet se provate ad inserire, in un qualsiasi motore di ricerca, le parole sito Milan, forum Milan, blog Milan, scoprirete una moltitudine di link che vi rimandano all'oggetto della richiesta.
Tutti rigorosamente milanisti, tutti rigorosamente appassionati ed alcuni persino ben fatti e ferratissimi in materia.
Sicuramente ne troverete diversi migliori del nostro ma, non troverete mai la vera essenza, lo spirito, il fine che ci caratterizza su tutti gli altri.
Milan Day è fatto da gente di diversa estrazione sociale, cultura, posizione geografica, interessi, idee sul Milan... ma con una grande linea d'intenti comune : l'anonimo nick deve arrivare ad avere un volto, un cuore, un'anima, una mano da stringere per cementare un'amicizia che, in altri spazi internet, è preclusa dal semplice uso di una tastiera fine a se stessa.
E' un obiettivo quasi impossibile far conoscere, frequentare e stimarsi a vicenda gente che, solo con in comune il tifo per una squadra, abita e vive a migliaia di chilometri di distanza ma, se pensate che proprio in questo momento, c'è gente che da Reggio Calabria, Napoli, Roma, Bologna... da tutta Italia, sta per mettersi in viaggio affrontando chilometri e spese con il solo scopo di trovare amici... capite perchè ci meritiamo queste "due giorni" annuali.
Milan Day non ha la pretesa di insegnare nulla a nessuno, non ha la pretesa di imporre "la verità", di giudicare chi non la vede come noi un "minus habens", di guardare con disprezzo chi la pensa diversamente...
Milan Day ha solo "la pretesa" di far star bene, insieme, gente che ha voglia di stringere nuove amicizie vere, reali (non virtuali).
E' per questo, visti i risultati anche di quest'anno, che ci meritiamo la nostra festa.
Amiamo dare un tema, che riassume la stagione finita, ai nostri incontri e così dopo "la nostra Atene" e "la parabola del cuore", quest'anno abbiamo scelto TUTTI x UNO
Il "TUTTI" vuole ricordarci quanto non siamo più "soli".
Durante la stagione appena conclusa, abbiamo avuto il piacere di stringere partnership con importanti siti Milanisti ed abbiamo avuto la collaborazione di importanti giornalisti che ci hanno gratificato con i loro pensieri sul Milan
Il "x UNO" vuole accomunarci tutti sull'unica, vera, forte passione della nostra vita... il MILAN!
Questa edizione del Raduno MDF partirà da una partita di calcio (cosa c'è di meglio per cementare o fare nuove amicizie?), per arrivare a rendere omaggio al nostro "papà", Herbert Kilpin, al cimitero Monumentale di Milano ma, è fuor di dubbio, che il clou sarà la cena sociale con tutti gli ospiti presenti ai nostri tavoli.
Mauro Suma, Carlo Pellegatti, Luca Serafini, Francesco Letizia, Anna Molteni, Cristiano Ruiu, Antonio Vitiello, Luca Rosia... saranno gli "attori protagonisti", a telecamere e taccuini spenti (il modo migliore per sapere "la verità"), di una grande idea avuta dall'amico Guglielmo che, siamo sicuri, renderà unico ed indimenticabile questo terzo incontro tra la gente Milan Day.
Non posso (E NON VOGLIO) assolutamente dimenticare chi, anche quest'anno ha reso possibile il nostro successo e per questo voglio ringraziare con infinito affetto ed amicizia gli amici:
(rigorosamente in ordine sparso e non di importanza, perchè da noi TUTTI sono importanti)
ANTIOCA Cocco - FRANCESCO de Napoli - GABRIELLA Spica - GIANPIERO Sabato - GUGLIELMO Mastroianni - MARIO Stefano Schirò - MASSIMO Fontana - MASSIMO Bambara - PAOLO Bellettieri - TUTTI i moderatori e moderatrici del Forum
Infine, permettetemi, un pensiero a quel ragazzino che, all'ombra di quella torre che vedete nel nostro logo, fantasticava su quanto sarebbe stato bello, un giorno, avere tanti amici uniti da un'unica passione RossoNera.
Quel ragazzino (oggi ahimè diventato "troppo" adulto) è la dimostrazione di come "chi crede veramente alla fine..."
Buona Festa Milan Day a TUTTI NOI
...perchè ce lo meritiamo! [...]
ricordate il "PORTAOMBRELLI" ?
5 commentiA volte però accadono delle cose che se si ha una buona memoria possono dare spunti di dibattito interessanti.
Un esempio lampante è quello che sta accadendo oggi con la cosiddetta “triplete” interista con campionato, Champions e Coppa Italia.
Ci può stare, le competizioni vinte sono 3 anche se la coppa nazionale non ha la rilevanza di Spagna o Inghilterra.
Infatti in Spagna già erano tutti pronti a parlare di Duoble dell’Atletico Madrid se avesse vinto oltre all’Europa league anche la coppa nazionale.
Due competizioni per noi minori.
La memoria torna al 2003 quando il Milan vinse Champions e Coppa Italia : in quell’occasione nessuno parlò di doppiette o double ma di “coppa dei pareggi” e “portaombrelli”.
Già la Coppa Italia vinta dal Milan è un “porta ombrelli”, per altri è la triplete.
Curioso notare che da quando la Coppa Italia è diventata un’ affare privato tra Roma e Inter il termine “portaombrelli” sia stato dimenticato.
Strano a dirsi con i media a favore.
Ora rimane da chiedersi in cosa diventerà la “coppa micky mouse”, forse diventeranno i Campioni del globo Terracqueo?
Altro esempio calzante di questo controllo mediatico sono gli striscioni post vittoria : fiumi d’inchiostro e servizi in tv per il noto stendardo di Ambrosini con tanto di diffida dopo 6 mesi,alla vigilia di un derby tra l’altro, e il silenzio assordante per lo striscione identico nei contenuti esibiti dagli interisti verso Totti dopo l’ultimo scudetto.
Per concludere, si può citare qualche settimana fa quando dopo Roma Inter, i tifosi neroazzurri si lamentarono per la telecronaca Sky di Caressa, secondo loro troppo filo-romana, dimenticando, forse, che la seconda voce è il loro adorato Bergomi, il quale commenta tutte le partite, derby compreso.
Per questo argomento le tv locali hanno dedicato molte ore di trasmissione, alla faccia dei media servi del Milan
Trattatela bene... è solo in prestito
2 commentiquesta sera, prima che iniziasse la finale di Champions, facevo un piccolo calcolo ... dando per buono che i ricordi calcistici infantili comincino sui 7/8 anni, si può affermare con una certa sicurezza che nessun interista under 52/53 avesse, prima di ieri sera, la minima cognizione di che cosa significasse vincere una Coppa dei Campioni. Chissà se adesso che hanno provato questa emozione pensano ancora che il Campionato Italiano possa valere di più ...
Vorrei fare i complimenti alla persona che più di ogni altra può considerarsi il protagonista di questa stagione irripetibile (speriamo) per i nostri dirimpettai: Diego Milito.
Ha disputato una stagione contraddistinta da una continuità di rendimento ad altissimo livello che rasenta il sovrumano, ha segnato caterve di gol, ha tolto dalle peste la sua squadra nei momenti di difficoltà, ha segnato la doppietta decisiva nella finale di Champions, ha siglato il gol che ha sancito la vittoria in campionato domenica scorsa a Siena e ha realizzato la rete che ha consegnato all'Inter la Coppa Italia nella finale contro la Roma.
Un giocatore mostruoso ... sembra quasi impossibile, ma è risultato ancora più decisivo dell'Ibrahimovic degli ultimi anni.
Altra considerazione ... queste ultime due stagioni hanno smentito la "leggenda metropolitana" che nel calcio di oggi non sia possibile vincere nello stesso anno Scudetto e Coppa Campioni, se una squadra è composta da un nucleo di 15/16 giocatori di alto livello e seconde linee all'altezza, se è allenata bene ed è assistita da uno staff sanitario di valore, è possibile competere per vincere in entrambe le manifestazioni, e non solo ... lo ha dimostrato il Barcellona lo scorso anno e lo ha ribadito l'Inter quest'anno.
Di seguito inserirò alcune tabelle con lo scopo di risvegliare un pò di orgoglio rossonero nel nostro Presidente ... anzi, proprietario (casomai non fosse bastata la stagione monstre dei cuginastri), e di rimettere gli stessi cuginastri nel giusto contesto ... va bene, siete i nuovi campioni d'Europa ma ...
avete presente come viene stilato il medagliere olimpico? si mettono in ordine decrescente le nazioni in base al numero delle medaglie d'oro vinte, poi in base a quelle d'argento e infine a quelle di bronzo. Se si utilizza lo stesso metodo prendendo in considerazione il numero di vittorie in Coppa Campioni, il numero delle finali e quello delle semifinali si ottiene, per esempio, la classifica degli ultimi 10 anni:
... e siamo primi. Negli ultimi vent'anni?
... siamo ancora primi. E negli ultimi trenta?
... sempre primi. Vediamo negli ultimi quarant'anni ...
Per un pelo, ma siamo sempre primi sul Liverpool, e se ieri sera i bavaresi avessero vinto ci avrebbero sorpassato ... ma vediamo la classifica dell'ultimo mezzo secolo:
... straprimi ... solo la classifica totale ci vede cedere la testa a favore delle "merengues":
Sia chiaro che queste tabelle non servono a dire "siamo il club più titolato eccetera", è solo una semplice curiosità statistica, che, con dati oggettivi, certifica la situazione storica.
Sta a chi ha la responsabilità di gestire questo club così prestigioso ricordarlo a sè stesso prima che ai tifosi.
[...]
IPSE DIXIT
0 commenti“E’ stata una buona stagione e si è raggiunto il massimo che la squadra poteva fare"
"Si è lavorato sfruttando l’abilità del tecnico, la grande esperienza che ha questa società"
"E’ evidente che sono progetti che non creano entusiasmo"
"La società ha le mani legate perchè ha tantissimi contratti in scadenza nel prossimo anno di giocatori che hanno dato molto al Milan e la società non se la sente di troncare il rapporto"
"Adesso nella maggior parte sono giocatori avanti con gli anni e con degli stipendi elevati che precludono un rinnovamento, e soprattutto di investire sui giovani"
"Ma la società merita comunque rispetto, merita riconoscenza da parte di tutti e credo che sicuramente faranno il meglio"
"Penso che la strada del rispetto dei bilanci sia percorribile per trovare una trasparenza maggiore, un equilibrio maggiore e anche dei valori che nel calcio si sono perduti"
"La politica di Berlusconi quindi a parer mio è correttissima”
Non gli rendiamo un grande servizio perchè essendo stato assunto come "esempio" da chi si diverte (stolti) ad infangare tutto ciò che il "non" (stolti al quadrato) Presidente ha fatto per il Milan e ne chiede (stolti al cubo) l'allontanamento...
Adesso cosa ne sarà di Arrigo ?
Finirà anche lui tra gli "zerbini" servi del "non" Presidente ?
Non sono certo problemi nostri ne di Sacchi che, siamo certi, direbbe "non ti curar di lor ma..."
Sappiamo di aver perso popolarità (anche se facebook e i numeri dei nostri canali ci dicono il contrario).
Sappiamo che, qualora avessimo cavalcato l'onda della rabbia, avremmo fatto picchi di visite eccezionali.
Sappiamo che se avessimo aderito alle petizioni contro Berlusconi, avremmo avuto ancora maggiore visibilità.
Ma quello che a Milan Day è sempre stato a cuore, non è il proprio "IO" e non siamo capaci di augurare nulla di male al Milan, pur di avere l'effimera soddisfazione di visite che, alle prime vittorie, spariranno come neve al sole.
Sappiamo aspettare, consci che l'amore senza condizioni personali verso il Milan, alla fine ripaga... sempre!
Non abbiamo mai voluto dimenticare cosa eravamo e cosa siamo diventati grazie a Silvio Berlusconi
Abbiamo sempre e solo chiesto al nostro Presidente di essere al nostro fianco, di non essere lasciati soli nei momenti più brutti, di parlarci,anche in un modo che non ci piace (sacrifici), ma di farci sentire "vivi".
«In un periodo di crisi come quello che attraversa il mondo e l'Europa in particolare, da presidente del Consiglio - ha spiegato Berlusconi secondo quanto riferiscono alcuni presenti alla cena di Villa Gernetto - non posso permettermi spese eclatanti. Il Milan manterrà la sua rosa attuale integrata da quattro o cinque elementi del settore giovanile. Ma siccome sono un grande innamorato del Milan sin da bambino - ha proseguito - non mi tirerò indietro se ci sarà da comprare un grande campione che ci fa fare il salto di qualità: allora gli italiani capirebbero»
...ecco, Presidente, è così che la vogliamo
"comprare un grande campione che ci fa fare il salto di qualità" ?
E' LEI IL GRANDE CAMPIONE CHE VOGLIAMO
perchè nessuno ci farà vincere mai, quello che ci ha fatto vincere lei!
BENTORNATO (ci consenta... speriamo) [...]
Cosa resterà
2 commentiLa stagione si chiude con lo scudetto che va, ancora una volta, sulle maglie dell'Inter.
Diciamolo francamente (onestamente no, non possiamo dirlo perchè non possediamo il loro copyright), lo hanno meritato.
Meritato sul campo perchè indubbiamente superiori a tutte le altre squadre del nostro massimo campionato.
Fuori dal campo... beh, lì come al solito, meriterebbero la radiazione da qualsiasi attività dove compare la parola sport.
"se lo vince l'Inter è qualcosa di bello, giusto e gloriso"
"se vincono altri... c'è sicuramente sotto qualcosa che li ha danneggiati"
Dal lor presidente al loro allenatore (grande motivatore e tecnico ma piccolissimo uomo) solo insulti e sospetti sulla regolarità delle manifestazioni cui stanno partecipando sino a che non le vincono.
Hanno tutto per diventare una "big d'Europa"... gli manca la cosa più importante, il saper vincere ed il saper perdere... e questo stile, purtroppo per Moratti, non lo si compra a suon di milioni
Cosa resterà?
Resterà la bella sorpresa di un campionato che doveva vederci arrancare per un posto in Europa League e che, invece, ci ha visti protagonisti fino all'ultimo mese e mezzo.
Le previsoni di inizio stagione, con le partenze di Ancelotti (sostituito da uno "yes man"), l'addio al calcio di Maldini (insostituibile a prescindere) e la cessione di Kakà (indiscusso fuoriclasse), la pressochè inesistente campagna di rafforzamento estiva, davano il Milan :
per i più ottimisti, in grado di lottare per il quarto posto utile Champions
per i realisti, una qualificazione Europa League
per i pessimisti, la sudata permanenza in serie A
Il risultato finale è andato fuori da ogni previsione.
Già l'accesso diretto in Champions è un risultato, per questa rosa, apprezzabilissimo, se poi ci mettiamo il rammarico di aver perso Nesta e Pato nel momento in cui potevamo prendere il comando della classifica...
Una stagione da tenerci stretta per l'impegno e la serietà del gruppo.
Per le cose in "esterno campo" ci resterà:
- la incomprensibile assenza del tifoso rossonero a San Siro addotta al fatto che una Società come questa non merita l'abbonamento.
Ma da quando il tifoso Milanista si abbona per la Società ?
Il vero Casciavìt non si è sempre abbonato per la Maglia ?
Il Milanista, non è sempre andato fiero del fatto che "noi in Milan-Cavese avevamo lo stadio pieno, -loro- non avrebbero avuto più di tremila spettatori" ?
...crediamo dipenda dal cambio generazionale; la generazione di Milan-Cavese ha lasciato il posto a quella di Van Basten e solo così, si può capire l'atteggiamento del Milanista che lascia in trasferta la propria squadra anche quando gioca a San Siro.
- La goffa (?) comunicazione e la sensazione del "navighiamo a vista" della Società
Dalla frase di Galliani "ma quale Madrid, sono a Forte del Marmi" (mentre stava mettendo le firme per la cessione di Kakà), passando attraverso i "problemi dentali" di Cissokho, arrivando alle esternazioni presidenziali che tutto han fatto, meno che rendere sereno il clima intorno alla squadra... è decisamente una stagione da dimenticare
Sarà difficile, però, dimenticare.
Il silenzio che arriva da Arcore è ancor più inquietante di mille strampalate ed estemporanee dichiarazioni
- L'assenza di colui che ci ha fatto credere e vivere un sogno, permettendoci, a petto in fuori, di ripetere con orgoglio "Noi siamo il Milan!"
Al Milanista rimarrà la consapevolezza di aver vissuto una stagione... da solo.
In balia di voci, dichiarazioni, illazioni che, durante tutta la stagione, paventavano scenari inquietanti (amplificati dalla "magnificenza" neroazzurra), il Milanista si è sempre guardato attorno cercando una parola, una frase, un'affermazione del suo Presidente che, al di là del presente, gli avesse ridato la fiducia nel domani.
Ricordate la prima intervista di Berlusconi Presidente del Milan e quel "porteremo il Milan ad essere protagonista in Italia, in Europa e nel mondo"... lo prendemmo per pazzo (visto da dove venivamo) eppure...
Ecco, oggi, servirebbe QUEL Presidente che ci guarda negli occhi, ci parla al cuore e che ci rende quella fiducia che, grazie a lui, ci ha sempre fatto guardare gli altri, dall'alto in basso.
Questa stagione ci lascia un "non" Presidente... e fa male ammetterlo
Questa stagione ci lascia le immagini finali di Milan-Juventus in uno stadio pieno (finalmente) di commozione, riconoscenza e valori rossoneri.
E' stato l'atto finale di una stagione agro/dolce.
Ma da quel clima se, ad Arcore, qualcuno si ri-innamora del suo Milan, può nascere un futuro che sa tanto di glorioso passato [...]
A chi?
0 commentiLa questione è molto più semplice.
Il Milan è palesemente in vendita, se i tifosi si aspettano che Berlusconi se ne esca dicendo "la società è in vendita, fatevi avanti", potranno aspettare ancora perchè Berlusconi non è stupido, Fininvest è quotata in Borsa e non può far circolare nella maniera più assoluta voci su una possibile cessione di una sua società partecipata.In sostanza i tifosi vogliono che Berlusconi venda il Milan, cosa che ci sarebbe la volontà di fare, magari gradualmente, ma nel contesto economico attuale è difficilissimo trovare compratori, dato che la crisi economica è la più grave indubbiamente dal 29 ad oggi e nessun imprenditore saggio investe soldi nel calcio sapendo che li perderà.
Che la famiglia Berlusconi sia disponibile a valutare la cessione del Milan è un qualcosa che si può ricavare da ben tre indizi fondamentali.
Innanzitutto l'obiettivo pareggio di bilancio nasce proprio da questa considerazione; una società sana sul mercato può avere più acquirenti di una società indebitata. Il secondo indizio è di natura ereditaria: nella spartizione dell'asset berlusconiano nessuno dei figli del Cavaliere ha chiesto o dimostrato interesse per l'A.C. Milan.
Terzo indizio sono gli spifferi che vengono fuori di tanto in tanto, ossia la storia di Squinzi, i contatti con gli arabi, la frase di Mauro durante la posta mesi fa "se adesso ci fosse un nuovo Berlusconi....
Il problema della riconoscenza non esiste, esiste solo un problema.
Chi compra?
Nessuno si è posto questa domanda.
Chi vuol essere ottimista pensa che qualcuno che voglia il Milan si trova, ma non è così semplice, le valutazioni calcistiche non possono mai essere scisse dalle valutazioni economiche congiunturali.
...ma quanto mai attuali!
Razza Milan!
0 commentiA dir la verità ce n'era un altro di Mister italiano nelle panchine inglesi ed era il suo "dirimpettaio di successo" milanese del dopo calciopoli.
Beh, a riprova di quanto quella farsa di giustizia all'italiana, abbia rovinato il calcio nostrano... il "Mancio" non è riuscito nemmeno a portare il suo City in Champions League!
Carlo Ancelotti (Carletto per i veri cuori Milanisti), in silenzio, senza proclami, senza gridare sguaiatamente a complotti, senza "sputare nel piatto" della terra che lo ospita ma con umiltà, sacrificio e lavoro, "rischia" di fare la tripletta...
senza contare che senza i due scippi nelle gare di Champions con l'Inter, avrebbe addirittura potuto vincere tutto il vincibile.
La storia con il Milan era finita, certo, ma lui si è portato dietro quel capitale umano e di stile che rende il Milanista unico al mondo.
Mai una parola fuori dalla norma, solo lavoro, tanto serio lavoro.
Le cose possono andar bene o andar male ma se sei Carlo Ancelotti, se hai dentro lo stile Milan, le tue vittorie saranno sempre riconosciute ed apprezzate anche dagli avversari.
C'è qualcuno dei "vincenti per diritto borrelliano" che può dire la stessa cosa ?
La vittoria di Carletto è, un po', anche la vittoria di tutti i Milanisti
Gioiamo per e con lui!
Cosa ci lascia il LeoMilan
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Conquistato aritmeticamente il terzo posto, resta il grande punto interrogativo sulla nostra panchina... Filippo Galli o l'indimenticato Van Basten? Il preferito dei milanisti (dovendo scegliere tra i due, sia chiaro) è certamente MVB.
Il nome su di me esercita un fascino minimo se non nullo, o meglio, esercita lo stesso fascino dei Nordahl e degli Altafini, visto che non l'ho mai visto giocare nè dal vivo nè in tv (ero troppo piccolo e indifferente verso il calcio); al massimo qualche gol in dvd.
Lo specifico perchè la maggior parte dei suoi fan lo vorrebbe in panca per il suo alone, il carisma, l'entusiasmo che ne deriverebbe. Io non sono fra questi. I miei motivi sono due speranze:
- che metta finalmente da parte i mammasantissima dello spogliatoio, e magari fuori rosa certi altri giocatori ormai pronti per la nazionale cantanti. Uno come Marco, piuttosto che mettere Zambrotta, schiererebbe un De Vito, esattamente quello che ha fatto Van Gaal in Baviera (con discreti risultati mi pare).
- soprattutto, la speranza che la sua scelta, si presume legata fortemente al Presidente, faccia rinascere in quest'ultimo se non l'entusiasmo di un tempo, almeno la voglia di fare. Sottolineo "di fare", non soltanto di spendere. Voglia di tornare a far visita ai giocatori a milanello, di andare a San Siro, voglia di incazzarsi coi suoi dirigenti inetti e ormai superati (perchè ce ne sono, su tutti quello col ciuffo) per poi sostituirli. Sarebbe già tanto, con questi chiari di luna.
Detto questo però, e anche se l'annuncio rimandato farebbe pensare al colpo di scena, la cosa più probabile è ancora che "arrivi" Filippo Galli.
Sappiamo tutti quali sarebbero i motivi dietro la sua scelta, per cui non conviene neanche star lì a ripeterli. Tuttavia, io credo che l'esperienza Leonardo ci debba insegnare una cosa, e cioè a non giudicare un allenatore prima di vederlo sul campo, senza pregiudizi legati ai perchè della sua posizione.
In fondo Leonardo, nel giugno scorso, in particolare dopo quell'entusiasmante conferenza stampa di San Siro, appariva a tutti noi come il re degli Yes Man, lo scendiletto del Presidente mandato a reggere il moccolo della società, ma anche una persona talmente intelligente e intrisa di calcio, da poter svolgere ottimamente il suo lavoro.
Si è poi rivelato si, un grandissimo psicologo e motivatore, ma anche uno molto più bravo a filosofeggiare e a battagliare col suo presidente, che ad allenare nel vero senso della parola. Bravissimo a tirar fuori i suoi uomini dal baratro, ma una volta riconquistata la normalità sono venuti fuori tutti i suoi limiti; il tutto fra una risposta piccata a Berlusconi e l'altra.
Chiunque arrivi, entusiasmo o non entusiasmo, giudichiamolo per quello che farà, non prima.
Auguri capitano !
0 commentiVerginelle
2 commenti
Ultima giornata di un campionato immaginario: Milan-Roma.
Se i giallorossi ci battono, soffiano lo scudetto agli odiati "cugini" nerazzurri.
Onestamente, voi per chi avreste tifato?
Intendiamoci, sono il primo ad essere infastidito dall'atteggiamento della Lazio di stasera... ma solo perchè a beneficiarne non siamo stati noi, ma quelli lì.
Al posto di un tifoso della Lazio, oggi avrei esultato come ad una finale di Champions. Al posto di un tifoso dell'Inter, me ne sarei fregato altamente del "come" arrivava il successo, e avrei goduto e ancora goduto.
A nulla vale la retorica che già impazza sui blog e sui social network, "ooohhh che scandalo, tifare contro i propri colori!", "vergogna, queste cose solo in Italia!". L'odore dell'ipocrisia (e delle rosicate) si sente lontano un miglio.
Piuttosto, pensiamo a stringere nuove "alleanze", a parte i gemellaggi storici con Brescia o Reggina. Possono tornare molto utili...
Io sto con Leonardo
3 commentiRasserenato dal risultato ottenuto questa sera dai ragazzi, torno sul "caso Leonardo-Berlusconi" prendendo spunto dall'articolo di Mario Sconcerti pubblicato sul Corriere della Sera e riproposto dall'amico Drago Silva, articolo sul quale, al contrario di Francesco, sono in totale disaccordo.
Dice Sconcerti:
"Stimo molto Leonardo, ma considero complesso accorgersi di essere diverso dal proprio datore di lavoro al tredicesimo anno di convivenza. Leonardo è sempre stato un dirigente di questa squadra, ha avuto compiti importanti che lo hanno sempre tenuto a stretto contatto con Berlusconi: perché capire tutto solo adesso?"Anche io stimo molto Leonardo, ma non riesco a sorprendermi del fatto che dopo tredici anni un rapporto personale possa accusare lo sviluppo di qualche complicazione, specie se i ruoli all'interno del rapporto personale cambiano nel tempo. Interagire con Berlusconi vestendo i panni del calciatore, del dirigente o dell'allenatore non è proprio la stessa cosa, e il fatto di rimanere in stretto contatto con una persona non dà l'automatica certezza che non possano nascere divergenze di opinione.
"La sua crisi di nervi nasce dall’aver dovuto percorrere una strada che si è andata sempre stringendo. Tutto questo Milan è stato una bugia, ma nessuno poteva dirlo, bisognava anzi credere il contrario. Questo gli ha dato prima la forza di tornare libero, di costruire un progetto come sentiva. Poi, via via che la fiamma faceva fatica a riscaldare, è rimasto schiacciato dalle pressioni del vertice e dalla sua stessa impossibilità a gestirle. Si è sentito vittima e inutile. Un doppio danno che lo ha travolto."Trovo davvero improprio definire "crisi di nervi" la reazione di Leonardo all'ennesima critica ricevuta da parte di Berlusconi ... o forse si è trattato di una crisi di nervi alla camomilla.
Leonardo è una persona onesta, leale e orgogliosa il giusto. Sentirsi puntare addosso l'indice accusatore deve averlo fatto sentire scaricato ... oserei dire quasi tradito. Mi chiedo per quale motivo le assenze di Pato e Nesta principalmente, ma anche l'ecatombe di infortuni capitati in questo periodo debbano essere un'attenuante solo per la società (quante volte Galliani e lo stesso Berlusconi hanno fatto ricorso a questo argomento?) e non anche per l'allenatore.
Andrebbe anche verificato, e questo è un aspetto fondamentale, se gli accordi presi tra dirigenza e neoallenatore riguardo le strategie di mercato siano stati rispettati o meno.
Basta tornare alla conferenza stampa di presentazione di Leonardo il 1° giugno dello scorso anno per trovare precisi riferimenti all'esigenza di rafforzare le fasce (Cissokho), alla necessità di disporre di un certo tipo di attaccante (la telenovela Dzeko), e successivamente la richiesta quasi disperata di poter disporre di un'alternativa a Pato, esigenza che ha trovato "soddisfazione" nell'arrivo di "Mansini" quasi a tempo scaduto nel mercato di riparazione ...
"È semmai curioso che proprio una persona civile come Leonardo abbia finito per rappresentare in pieno tutto il pericolo di un mancato controllo, la scheggia impazzita che i vertici del Milan temono dai tempi del turco Terim. La filosofia del Milan ai milanisti rappresenta proprio questo, il bisogno che chi guida la squadra conosca le regole della società, i suoi doveri, i suoi inganni, e rinunci ad applicare le proprie. È questa necessità che taglia le scelte e terrebbe certamente fuori oggi tipi come Mourinho, Benitez e forse perfino l’ultimo Capello."Io troverei ancora più curioso che un soggetto a responsabilità limitata, ma dotato di intelligenza, possa accettare supinamente il ruolo di capro espiatorio. Nel caso specifico tenderei ad interpretare la reazione di Leonardo non solo come un atto a difesa della propria dignità, ma anche come un atto a difesa della squadra.
Nel momento più difficile della stagione ci si sarebbe aspettato dai vertici del club un atteggiamento di protezione nei confronti del gruppo, e non spunti di tensione con il conseguente rischio di destabilizzazione dell'ambiente ... per usare un'espressione cara a Berlusconi direi quasi un "remare contro".
Proprio la partita di questa sera ha dimostrato come la squadra (ma anche il pubblico di San Siro) abbia fatto quadrato attorno al proprio allenatore ... in campo si è visto relativamente a causa dei limiti attuali, ma nelle dichiarazioni di alcuni giocatori nel dopopartita questo atteggiamento è parso evidente.
"Con voce tranquilla Leonardo ha detto del proprio presidente cose di una «gravità » poche altre volte ascoltata. Non è stato il litigio del tecnico escluso contro il padrone arrogante. È stato la spiegazione del rifiuto di un modo di essere, di pensare, di comportarsi. E quel modo di essere è del primo ministro del Paese."
Uno spirito libero si comporta come ritiene giusto con chiunque, fosse pure il primo ministro del Paese. Uno spirito libero risponde solo alla propria coscienza.
E poi vorrei sapere a quali gravi cose si possa riferire Sconcerti, visto che non credo che parli della denuncia di incompatibiltà di carattere o della differenza di stile.
"Dal punto di vista tecnico il distacco tra Leonardo e presidente è cominciato con il 4-0 del derby ad agosto. È aumentato quando il Milan è ripartito sulla pelle di alcuni giocatori storici e quando i buoni risultati hanno aumentato la sicurezza di Leonardo. È stato però come discutere del sesso degli angeli. Questo Milan non aveva risorse sufficienti, Leonardo non ha tenuto fuori grandi giocatori. Ha semmai sempre dovuto contare i pochi rimasti sani. Non era pronto lui a un grande giro di giostra, non è pronta la società a capire che c’è solo da ricominciare. Meno investimenti (non spese) Berlusconi farà e più nervoso diventerà con i propri tecnici. Leonardo cioè, sta passando invano."
... appunto ... su questo siamo d'accordo. [...]
Da uomo azienda a scheggia impazzita
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Riporto qui di seguito il pezzo scritto oggi da Sconcerti sul Corriere della sera, perchè esprime il mio pensiero sul caso Leonardo in modo perfetto.
***
Stimo molto Leonardo, ma considero complesso accorgersi di essere diverso dal proprio datore di lavoro al tredicesimo anno di convivenza. Leonardo è sempre stato un dirigente di questa squadra, ha avuto compiti importanti che lo hanno sempre tenuto a stretto contatto con Berlusconi: perché capire tutto solo adesso? La sua crisi di nervi nasce dall’aver dovuto percorrere una strada che si è andata sempre stringendo. Tutto questo Milan è stato una bugia, ma nessuno poteva dirlo, bisognava anzi credere il contrario. Questo gli ha dato prima la forza di tornare libero, di costruire un progetto come sentiva. Poi, via via che la fiamma faceva fatica a riscaldare, è rimasto schiacciato dalle pressioni del vertice e dalla sua stessa impossibilità a gestirle. Si è sentito vittima e inutile. Un doppio danno che lo ha travolto. È semmai curioso che proprio una persona civile come Leonardo abbia finito per rappresentare in pieno tutto il pericolo di un mancato controllo, la scheggia impazzita che i vertici del Milan temono dai tempi del turco Terim. La filosofia del Milan ai milanisti rappresenta proprio questo, il bisogno che chi guida la squadra conosca le regole della società, i suoi doveri, i suoi inganni, e rinunci ad applicare le proprie. È questa necessità che taglia le scelte e terrebbe certamente fuori oggi tipi come Mourinho, Benitez e forse perfino l’ultimo Capello.
Con voce tranquilla Leonardo ha detto del proprio presidente cose di una «gravità » poche altre volte ascoltata. Non è stato il litigio del tecnico escluso contro il padrone arrogante. È stato la spiegazione del rifiuto di un modo di essere, di pensare, di comportarsi. E quel modo di essere è del primo ministro del Paese. Dal punto di vista tecnico il distacco tra Leonardo e presidente è cominciato con il 4-0 del derby ad agosto. È aumentato quando il Milan è ripartito sulla pelle di alcuni giocatori storici e quando i buoni risultati hanno aumentato la sicurezza di Leonardo. È stato però come discutere del sesso degli angeli. Questo Milan non aveva risorse sufficienti, Leonardo non ha tenuto fuori grandi giocatori. Ha semmai sempre dovuto contare i pochi rimasti sani. Non era pronto lui a un grande giro di giostra, non è pronta la società a capire che c’è solo da ricominciare. Meno investimenti (non spese) Berlusconi farà e più nervoso diventerà con i propri tecnici. Leonardo cioè, sta passando invano.