Si dice che chi vince ha sempre ragione... niente di più semplicistico e falso!
Si può scegliere di COME vincere (o perdere) ed essere coerenti con la scelta fatta, se si ha a cuore la propria onestà intellettuale.
Quello che NON si può certamente fare è essere "disonesti" intellettualmente.
Ci si può "attaccare agli arbitri" per giustificare una sconfitta ma, allo stesso tempo, si deve avere la forza morale di riconoscere "l'aiuto" che inevitabilmente ci viene in soccorso.
Oppure
non si RICORRE MAI agli errori arbitrali per giustificare una sconfitta e, giustamente, si giudica una vittoria al di là di un errore arbitrale che ci ha favorito
Ci sarebbe poi da chiedersi come mai i media giudicano gli stessi errori arbitrali, dando un peso diverso all'accaduto, a seconda della maglia interessata.
Qui vogliamo parlare di altro e raffrontare la bolgia del campionato italiano con il garbo e la misura delle dichiarazioni del Chelsea seguite alle due sfide, di andata e ritorno, scandite da altrettanti errori marchiani. Sia lo spagnolo Meijuto Gonzales che il tedesco Stuart hanno infatti ignorato falli vistosi in area di rigore ai danni dei Blues: a San Siro di Samuel su Kalou, a Londra la trattenuta stile rugby di Thiago Motta su Ivanovic. Rigori? Zero.
Bene: fosse accaduto dalle nostre parti, si sarebbero sprecati i pianti, gli strilli e i rimpianti, le censure aspre all'arbitro e anche le polemiche. É accaduto in Champions e non si è sentita una sola parola forte volare negli spogliatoi nè da parte di Ancelotti nè tanto meno da qualche dirigente inglese a nome del club, uscito anche l'anno scorso dalla finale all'ultimo minuto della semifinale col Barcellona.
Chissà se questo comportamento può diventare d'insegnamento per il calcio italiano. Temiamo di no, purtroppo. E non solo perchè al contrario dell'Uefa, nel nostro regolamento domestico non ci sono provvedimenti che sconsigliano agli addetti ai lavori feroci discussioni sull'operato dell'arbitro. Ma è la mentalità che è diversa. Ancelotti e i Blues hanno dato atto all'Inter di aver meritato la qualificazione e anzi l'hanno pronosticata come sicura finalista dell'attuale edizione. Così, alla fine, su un risultato possiamo sperare. Non che cambino le abitudini di casa nostra ma che almeno qualcuno, dalle parti di Appiano Gentile o di Napoli, possa arrossire constatando la differenza di comportamento e di stile
Parlare di "stile Inter" è come sparare sulla croce rossa
Parlare di terzietà da parte del quotidiano sportivo più venduto in Italia... pure
Nel nostro piccolo, abbiamo solo voluto dimostrarvi come si può, anche perdendo, uscire vincitori con se stessi e con quei (ahimè) pochi che ancora credono nei valori dello sport e del giornalismo
Carlo Ancelotti, al di là delle splendide vittorie che ci ha regalato, noi Milanisti, lo abbiamo sempre apprezzato anche e sopratutto per questo.
Mi piace chiudere questo pezzo citando il finale di un Scripta Manent del nostro MaxRC dedicato a colui che sarà sempre orgogliosamente il NOSTRO allenatore :
"Carlo ci ha dato tanto, è stato bello essere rappresentati per tanti anni da una persona come lui, dalla sua semplicità e dalla sua ironia mai offensiva e sempre bonaria.
La sua umanità è insostituibile, non esistono vittorie paragonabili ad essa.
Ma è inevitabile che, anche inconsciamente, senza quel sorriso pulito e quel sopracciglio che si inarca, i tifosi del Milan si sentiranno un po’ più soli"
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