A Roma senza paura


Messa ormai alle spalle questa tornata di amichevoli fra Nazionali, quanto mai insipida, la luce dei riflettori torna sull'Olimpico di Roma, e il nodo che deve sciogliere Leonardo è sostanzialmente uno: chi al posto di Pato?

La logica imporrebbe l'utilizzo di Mancini. Non tanto per la scaramanzia legata alla legge del gol dell'ex, anche se il nostro Direttore, fatalista com'è, si aggrapperebbe anche a quello: persino la presenza delle onoranze funebri, avvistate nei pressi di Trigoria, per lui sono dei segni (vedi Milanello Oggi di mercoledì 3 marzo). La questione è puramente tecnica, essendo Amantino l'unico attaccante esterno oggi in rosa.

Ciò che però mi lascia perplesso, non è tanto la sua presenza, quanto la collocazione.

Nel 4-3-3 classico che giochiamo da quando si è fatto male Seedorf, un assetto con Ronaldinho a sinistra, Mancini a destra, e Borriello in mezzo, a mio avviso mortifica le velleità offensive della nostra squadra, e ci condanna ad una partita di stenti, aggrappata all'episodio (vedi Juve-Milan, pur finita in gloria).

Le ali brasiliane in questione, sono molto più predisposte all'assist che al gol. Mancini non ha realizzato una-rete-una in campionato da quando ha lasciato la Roma, mentre per quanto riguarda Ronaldinho, è vero che fanno fede i tanti gol realizzati in questi 2010 (col contributo dei rigori, va detto), ma ciò che lascia veramente perplessi è la quantità di volte in cui arriva al tiro verso la porta. Non è raro che giochi 90' illuminando il gioco, ma senza mai tirare nello specchio.

Senza Seedorf, che come ci eravamo detti prima di Milan-Manchester, è l'unico che ci assicura pericolosità per le vie centrali, quel tridente ci costringerebbe sostanzialmente a catapultare valaghe di palle lunghe nell'area giallorossa, con Borriello asfissiato da Burdisso e Juan così come lo è stato nell'ultimo derby da Lucio e Samuel.

Proprio quel derby, e magari anche la partita di Bologna, dovrebbero far riflettere. Infiniti passaggi in orizzontale in entrambe le partite (nel primo caso con Beckham al posto di Pato, nel secondo proprio con Mancini), e palle gol a ripetizione appena entra Huntelaar. Non perchè l'olandese sia un fenomeno, ma perchè da che mondo e mondo se punti a buttare tanti palloni in area, crei infinitamente di più con due finalizzatori e non con uno.

Ok Mancini, dunque, ma con Huntelaar. Farebbe così schifo un bel 4-4-2 con Mancini, Pirlo, Ambrosini e Ronaldinho, e davanti il tandem Borriello-Huntelaar?

Conosco già l'obiezione. Ronaldinho non è un esterno di centrocampo e saremmo troppo spregiudicati.

Vero in parte: chiaro che Ronaldinho non può fare il doppio lavoro per 38 partite di campionato, ma credo che gli si possa anche dire, dopo una settimana di "riposo", di coprire un filo di più nella partita della vita, quale è per noi quella di Roma. Soluzione tampone, nient'altro. Ma che ci darebbe tanto peso in più.

Se però i deboli di cuore così si vedono troppo in balia del vento, c'è sempre l'opzione Bonera terzino destro e Abate al posto di Mancini. Tutto dipende dalla condizione fisica del nuovo arrivato, e quella la conosce davvero solo Leonardo. Ad ogni modo, 2 punte, please.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo sul fatto che Mancini non abbia il feeling con il gol. Tranne l'ultimo anno di inter ha sempre segnato con continuità, certo non è Pato (ma chi è come lui?), ma è un giocatore che da il suo contributo di reti. Soprattutto contro la Roma che a mio parere potrebbe giocare di rimessa, la sua specialità, al contrario di come abbiamo potuto fare nel derby.
Di seguito le presente e i gol di Amantino negli ultimi 10 anni.

2009 inter 20 0
2008 roma 31 8
2007 roma 29 8
2006 roma 27 12
2005 roma 34 4
2004 roma 33 8
2003 venezia 13 0
2002 atletico mineiro 25 15
2001 sao caetano 14 2

Anonimo ha detto...

Completamente daccordo sulle due punte..
Visto che ora abbiamo delle alternative possibili per proporle e avere gente che la mette in mezzo mi pare giusto provarci..
Sopratutto considerando l'avversario che si ha contro che avrà un unica punta e troppa superiorità a centrocampo contro il nostro solito 433

moskatomica

zlargoth ha detto...

ok sui gol di Mancini (acquisto che peraltro io difendo) negli ultimi 10 anni, ma a mio parere fa più fede constatare quanto abbia segnato nell'ultimo anno e mezzo piuttosto che nel passato remoto. Il feeling col gol storicamente ce l'ha e spero lo ritrovi nel tempo, ma a noi per ora interessa chi segna sabato.

Prima delle partite io di solito guardo la formazione iniziale e mi chiedo chi può segnare. Se guardo la squadra che verosimilmente scenderà in campo sabato, purtroppo vedo 2 ali che non segnano molto, un Borriello isolato e finora mai decisivo con le grandi, e poco altro.
Il nostro centrocampo, tolto Seedorf, quest'anno segna pochissimo: solo un gol con Ambrosini col Livorno.
Restano Nesta e Thiago come opzioni sui corner. Poco.

Max Basten ha detto...

Il linea di massima sono d'accordo sull'utilizzo delle due punte, ma sono un pò scettico sulla disposizione tattica.
Ammettiamo che Dinho sia disposto a sacrificarsi per una partita:
è in grado di svolgere quel compito in modo efficace? e se si, il dispendio di energie necessario in copertura quanto lo penalizzerebbe in fase offensiva?
Anche su Mancini nutro qualche dubbio, ma di carattere ambientale.
L'ultimo periodo passato in giallorosso è stato caratterizzato da forti contestazioni da parte della tifoseria romanista che certamente non si risparmierà nel prendere di mira il brasiliano se sabato dovesse giocare. Un Gattuso so come reagirebbe, ma Mancini temo che potrebbe faticare a reggere la pressione psicologica.
Con le due punte (Borriello e Hunt) piazzerei Dinho alle loro spalle, inserirei Flamini a centrocampo (con Pirlo e Ambro) e darei disposizione ai terzini (Abate e Antonini) di spingere il più possibile per allargare la difesa avversaria.

Se invece Leonardo optasse per Borriello unica punta, il centravanti si troverebbe ad affrontare una situazione diversa da quelle vissute con Livorno e Bologna dato che la Roma non fà barricate, e a quel punto se i centrocampisti si inseriscono e gli attaccanti esterni riescono a creare la superiorità nell'uno contro uno, per Borriello la situazione cambierebbe.

 
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