ROSSONERA
...tratto direttamente dal nostro forum (MDF)
Previo consenso dell'autore
mi piace far conoscere a tutti la
bella storia di un fatto realmente accaduto
che ci insegna, o almeno dovrebbe,
quanto "il pallone" non sia soltanto (grazie a Dio)
solo mercato, vittorie, sconfitte e discussioni futili
su chi la sa più lunga di altri
Grazie Max,
la nostra comunità è sempre più una
"comunità sana"
grazie e soprattutto a gente che, come te,
sente il bisogno e la voglia
di condividere le emozioni più profonde
tra persone che si rispettano, si stimano
...tra persone
AMICHE
Previo consenso dell'autore
mi piace far conoscere a tutti la
bella storia di un fatto realmente accaduto
che ci insegna, o almeno dovrebbe,
quanto "il pallone" non sia soltanto (grazie a Dio)
solo mercato, vittorie, sconfitte e discussioni futili
su chi la sa più lunga di altri
Grazie Max,
la nostra comunità è sempre più una
"comunità sana"
grazie e soprattutto a gente che, come te,
sente il bisogno e la voglia
di condividere le emozioni più profonde
tra persone che si rispettano, si stimano
...tra persone
AMICHE
Questo mio amico si chiama Antonio,
ha 35 anni, lavora alla provincia, non è sposato e la vita con lui non è stata molto generosa.
Ha perso presto i genitori ed è stato cresciuto dalla nonna, verso la quale aveva un affetto smisurato.
Quando ci siamo conosciuti abbiamo legato subito per via della comune passione rossonera.
Inoltre siamo entrambi due grandi estimatori e sostenitori del nostro Presidente Berlusconi e così l'empatia che nacque tra noi fu subito positiva e spontanea.
Purtroppo un giorno rientrando da una gita in montagna stette male con lo stomaco e dopo una serie di accertamenti, in seguito a continui disturbi, si scoprì che il suo cuore non funzionava bene.
In pratica la funzionalità del suo organo cardiaco andava riducendosi sempre di più, per via di una malformazione congenita, che non gli avevano mai trovato prima.
Fu messo in lista trapianti e dovette aspettare quasi due anni prima di essere chiamato.
Mi ricordo ancora l'estate del 2005 quando uscivamo a fare qualche passeggiata, dopo un po' doveva accostarsi perchè non riusciva a sostenere lo sforzo prolungato.
Il suo cuore ormai aveva una funzionalità vicina all'8 % e le sue condizioni erano molto compromesse.
Fu chiamato per il trapianto a metà di ottobre del 2005 ma non disse nulla a nessuno.
Salì a Bergamo e noi amici venimmo a conoscenza di ciò soltanto il giorno prima dell'operazione.
Non potevamo metterci in contatto con lui, in quanto fin dal giorno prima era stato sedato, e il nostro unico tramite era sua nonna e un medico dell'ospedale di Bergamo di cui avevamo il cellulare.
Fu operato alla fine di ottobre del 2005.
Era la sera di Milan-Juve.
Ricordo che pensai a lui per tutta la partita e il giorno dopo scrissi la mia solita mail a Milan Channel dicendo che mi sentivo di dedicare quel successo bellissimo a un amico che in quel momento stava combattendo una partita più importante.
Quando dopo due giorni dall'operazione riprese conoscenza, la prima cosa che chiese all'infermiera del reparto fu il risultato della partita del Milan.
E quando l'infermiera gli rispose che il Milan aveva vinto 3-1, gli chiese di portargli un giornale perchè voleva vedere i titoli inneggianti il Milan.
Ricordo che il mese successivo all'operazione non era possibile stare in contatto con lui.
In quanto trapiantato infatti non poteva parlare al cellulare, era debole e passava a letto quasi tutte le sue giornate.
Quando dopo un mese gli fu concessa la possibilità di fare una telefonata la settimana, mi chiamò e con un filo di voce
(era debolissimo poverino)
mi disse che mi avrebbe chiamato ogni domenica sera per sapere il risultato del Milan e come avevamo giocato.
Fu così che ogni domenica sera ci sentivamo per pochi minuti, voleva sapere tutto sulla squadra, soprattutto su Sheva, il suo campione preferito.
Chi ha avuto a che fare con persone sottoposte a trapianti di cuore, sa che i primi sei mesi sono delicatissimi e decisivi per la stabilizzazione del nuovo organo cardiaco.
Pertanto qualsiasi stress emotivo può influire sulla persona.
Purtroppo accadde proprio un mese dopo la sua operazione, che sua nonna morì improvvisamente.
Per lui fu un colpo gravissimo, ma seppe superarlo con grande forza d'animo e il primario dell'ospedale, colpito dalla sua tempra, gli fece recapitare una lettera firmata da Silvio Berlusconi in persona.
Si non sto scherzando.
Il primario, conosceva un politico lombardo in grande confidenza con Berlusconi, e sapendo la passione di Antonio per lui fece in modo di fargli giungere queste poche righe che gli diedero grande forza e coraggio.
Vi è di più.
Berlusconi quando seppe della cosa, non si limitò a scrivere quelle righe ma gli mandò un messaggio nel quale gli specificava che era sicuro che ce l'avrebbe fatta e che lo aspettava per conoscerlo di persona una volta ristabilito.
Mi ricordo la sua telefonata nella quale mi lesse due volte di fila le poche righe scritte di pugno dal nostro Presidente.
La sera di Milan-Lione, quarto di finale di ritorno, Antonio mi scrive un sms dicendomi che sentiva nel suo nuovo cuore, forte, la sensazione che avremmo sofferto tantissimo ma saremmo passati alla fine.
Lui ancora non poteva vedere le partite per evitare gli stress ma è inutile dire che al gol di Pippo del 2-1 il mio primo pensiero è andato a lui.
Mi è parso come se intorno alla squadra ci fosse qualcosa di magico che andasse al di là del campo.
Piano piano il nuovo cuore di Antonio si è stabilizzato, è tornato a Reggio e, non ci crederete, ma
Berlusconi si è ricordato della promessa
e quando è sceso a Reggio per questioni politiche la prima cosa che ha chiesto è di incontrare Antonio.
Lui mi ha riferito che sono stati 20 minuti di chiacchierata molto intensa e appassionata in cui Berlusconi si è dimostrato affabile, alla mano, e molto spiritoso.
Inutile dire che Antonio si è raccomandato con lui per l'acquisto di Ronaldinho.
La sera del 23 maggio 2007, abbiamo visto la partita assieme e dopo il fischio finale ci siamo abbracciati forte e lui mi ha sussurrato all'orecchio che se era ancora vivo, se ce l'aveva fatta, se poteva gustarsi quella gioia, tanto di quel merito era del Milan, di quella passione nata tra i banchi di scuola e che gli aveva tenuto compagnia anche nei momenti più duri di solitudine post operatoria, quando doveva per forza di cose rimanere in isolamento.
Forse mi sono un po' dilungato, ma ho scritto tutto di getto e di cuore, in fondo queste sono cose accadute veramente, le ho vissute da amico suo e da persona privilegiata, perchè penso che ci siano eventi nella vita, che se li sai interpretare bene possono insegnarti qualcosa e possono farti capire che alla fine il vero senso della vita stessa sta in poche, piccole ma vere cose, che spesso sottovalutiamo, ma che sono
un tesoro immenso
ha 35 anni, lavora alla provincia, non è sposato e la vita con lui non è stata molto generosa.
Ha perso presto i genitori ed è stato cresciuto dalla nonna, verso la quale aveva un affetto smisurato.
Quando ci siamo conosciuti abbiamo legato subito per via della comune passione rossonera.
Inoltre siamo entrambi due grandi estimatori e sostenitori del nostro Presidente Berlusconi e così l'empatia che nacque tra noi fu subito positiva e spontanea.
Purtroppo un giorno rientrando da una gita in montagna stette male con lo stomaco e dopo una serie di accertamenti, in seguito a continui disturbi, si scoprì che il suo cuore non funzionava bene.
In pratica la funzionalità del suo organo cardiaco andava riducendosi sempre di più, per via di una malformazione congenita, che non gli avevano mai trovato prima.
Fu messo in lista trapianti e dovette aspettare quasi due anni prima di essere chiamato.
Mi ricordo ancora l'estate del 2005 quando uscivamo a fare qualche passeggiata, dopo un po' doveva accostarsi perchè non riusciva a sostenere lo sforzo prolungato.
Il suo cuore ormai aveva una funzionalità vicina all'8 % e le sue condizioni erano molto compromesse.
Fu chiamato per il trapianto a metà di ottobre del 2005 ma non disse nulla a nessuno.
Salì a Bergamo e noi amici venimmo a conoscenza di ciò soltanto il giorno prima dell'operazione.
Non potevamo metterci in contatto con lui, in quanto fin dal giorno prima era stato sedato, e il nostro unico tramite era sua nonna e un medico dell'ospedale di Bergamo di cui avevamo il cellulare.
Fu operato alla fine di ottobre del 2005.
Era la sera di Milan-Juve.
Ricordo che pensai a lui per tutta la partita e il giorno dopo scrissi la mia solita mail a Milan Channel dicendo che mi sentivo di dedicare quel successo bellissimo a un amico che in quel momento stava combattendo una partita più importante.
Quando dopo due giorni dall'operazione riprese conoscenza, la prima cosa che chiese all'infermiera del reparto fu il risultato della partita del Milan.
E quando l'infermiera gli rispose che il Milan aveva vinto 3-1, gli chiese di portargli un giornale perchè voleva vedere i titoli inneggianti il Milan.
Ricordo che il mese successivo all'operazione non era possibile stare in contatto con lui.
In quanto trapiantato infatti non poteva parlare al cellulare, era debole e passava a letto quasi tutte le sue giornate.
Quando dopo un mese gli fu concessa la possibilità di fare una telefonata la settimana, mi chiamò e con un filo di voce
(era debolissimo poverino)
mi disse che mi avrebbe chiamato ogni domenica sera per sapere il risultato del Milan e come avevamo giocato.
Fu così che ogni domenica sera ci sentivamo per pochi minuti, voleva sapere tutto sulla squadra, soprattutto su Sheva, il suo campione preferito.
Chi ha avuto a che fare con persone sottoposte a trapianti di cuore, sa che i primi sei mesi sono delicatissimi e decisivi per la stabilizzazione del nuovo organo cardiaco.
Pertanto qualsiasi stress emotivo può influire sulla persona.
Purtroppo accadde proprio un mese dopo la sua operazione, che sua nonna morì improvvisamente.
Per lui fu un colpo gravissimo, ma seppe superarlo con grande forza d'animo e il primario dell'ospedale, colpito dalla sua tempra, gli fece recapitare una lettera firmata da Silvio Berlusconi in persona.
Si non sto scherzando.
Il primario, conosceva un politico lombardo in grande confidenza con Berlusconi, e sapendo la passione di Antonio per lui fece in modo di fargli giungere queste poche righe che gli diedero grande forza e coraggio.
Vi è di più.
Berlusconi quando seppe della cosa, non si limitò a scrivere quelle righe ma gli mandò un messaggio nel quale gli specificava che era sicuro che ce l'avrebbe fatta e che lo aspettava per conoscerlo di persona una volta ristabilito.
Mi ricordo la sua telefonata nella quale mi lesse due volte di fila le poche righe scritte di pugno dal nostro Presidente.
La sera di Milan-Lione, quarto di finale di ritorno, Antonio mi scrive un sms dicendomi che sentiva nel suo nuovo cuore, forte, la sensazione che avremmo sofferto tantissimo ma saremmo passati alla fine.
Lui ancora non poteva vedere le partite per evitare gli stress ma è inutile dire che al gol di Pippo del 2-1 il mio primo pensiero è andato a lui.
Mi è parso come se intorno alla squadra ci fosse qualcosa di magico che andasse al di là del campo.
Piano piano il nuovo cuore di Antonio si è stabilizzato, è tornato a Reggio e, non ci crederete, ma
Berlusconi si è ricordato della promessa
e quando è sceso a Reggio per questioni politiche la prima cosa che ha chiesto è di incontrare Antonio.
Lui mi ha riferito che sono stati 20 minuti di chiacchierata molto intensa e appassionata in cui Berlusconi si è dimostrato affabile, alla mano, e molto spiritoso.
Inutile dire che Antonio si è raccomandato con lui per l'acquisto di Ronaldinho.
La sera del 23 maggio 2007, abbiamo visto la partita assieme e dopo il fischio finale ci siamo abbracciati forte e lui mi ha sussurrato all'orecchio che se era ancora vivo, se ce l'aveva fatta, se poteva gustarsi quella gioia, tanto di quel merito era del Milan, di quella passione nata tra i banchi di scuola e che gli aveva tenuto compagnia anche nei momenti più duri di solitudine post operatoria, quando doveva per forza di cose rimanere in isolamento.
Forse mi sono un po' dilungato, ma ho scritto tutto di getto e di cuore, in fondo queste sono cose accadute veramente, le ho vissute da amico suo e da persona privilegiata, perchè penso che ci siano eventi nella vita, che se li sai interpretare bene possono insegnarti qualcosa e possono farti capire che alla fine il vero senso della vita stessa sta in poche, piccole ma vere cose, che spesso sottovalutiamo, ma che sono
un tesoro immenso
3 commenti:
Sempre più orgogliosa di far parte di questo FORUM...fatto da e di milanisti...che, prima di tutto, sono persone speciali con cui ho imparato a condividere non solo le gioie e i dolori tinti di rossonero, ma anche la vita di tutti i giorni. Chi trova un amico trova un tesoro...ed io sono diventata ricchissima!
Gabriella
grande storia....emozionante
Talmente bella da sembrare una fiaba sono felicissima x ANTONIO la vita nn è stata generosa con lui conoscere il NOSTRO PRESIDENTE è stato un piccolo cadò meritato e GRAZIE a TE MAX x averci fatto partecipi di questa STUPENDA STORIA DI VITA VERA Carmen
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