A.A.A.: Progetto vero cercasi!

La tanto discussa estate rossonera è finita, e dopo le parole, quindi, si è cominciato a passare ai fatti.
E’ vero che stiamo ancora parlando di un bilancio di 6 gare ufficiali disputate, e che quindi in questa sede non si intende emettere nessuna sentenza, ma è anche vero che possiamo mettere ordine alle prime sensazioni scaturite da questo breve scorcio di stagione.
Francamente, per quanto visto, le sensazioni non sono positive, e non sto parlando solo di risultati e campo.
Anzi, sono proprio i risultati, le formazioni schierate, le scelte tecniche e tattiche a permetterci di fare una valutazione a 360° della situazione in casa Nostra.
Partiamo dall’inizio.
Ad inizio estate mi capita di confrontarmi con un mio caro amico che, da antimilanista e juventino accanito, mi dice: “Mi spiace ammetterlo, ma ancora una volta state facendo per primi la cosa giusta! Vendete Kakà, vendete anche Pirlo, Seedorf e qualcun altro, mettete a posto il bilancio, puntate su giovani sconosciuti ma di prospettiva, rinfrescate la squadra e l’ambiente, vi fate 2/3 anni di transizione e nel frattempo diventate una “squadra” in grado di competere a tutti i livelli. Ma, soprattutto, avrete ottenuto un vantaggio non secondario: quando i costi del calcio saranno ancora più insostenibili e la maggior parte dei club europei sarà sull’orlo del collasso, avrete un vantaggio di 2/3 anni sulla stragrande maggioranza delle squadre concorrenti e potrete tranquillamente tornare a vincere!”.
Personalmente la sterzata che si stava prospettando nella politica del Milan non mi aveva spaventato molto, ma come tutti i tifosi “coinvolti emotivamente” facevo comunque fatica a metabolizzarla senza colpo ferire.
La teoria del mio amico però mi aveva convinto:
questo sicuramente è il Progetto dell’AC Milan!
Risultano chiare due cose:
1
- un progetto va studiato, realizzato e poi, eventualmente, corretto/limato in corsa;
2
- nel calcio chi gestisce (società) si confronta con una componente importantissima e numerosa a cui dare conto e che è importante cercare di portare dalla propria a condividere il progetto: i tifosi!
I tifosi difficilmente non rimpiangeranno la partenza del proprio idolo Kakà, tuttavia se vengono “coinvolti” dal progetto e si fanno contagiare dall’entusiasmo e dalla freschezza di chi quel progetto l’ha messo in piedi (la società) e da chi lo deve mettere in pratica e portare in giro (i giocatori e il tecnico), sono disposti (almeno la maggior parte) a sposarlo e diventarne una componente attiva.
Perché è vero che fa piacere avere i campioni e farli diventare degli idoli, ma è altrettanto vero che tutti i tifosi (o almeno la maggior parte) sanno bene che i giocatori passano ma la società resta, e se la società ha le idee chiare e le competenze giuste, ogni progetto può trasformarsi in un sogno, ed al tifoso non va tolta, principalmente, la

VOGLIA DI SOGNARE!
Ma allora il problema dove sta?
Sta nel fatto che il progetto c’è, ma non si è fatto le cose giuste per metterlo in pratica, ed allora è come se non ci fosse.
Senza pensare che i nomi siano per forza quelli giusti (ma giusto per rendere l’idea) mettere in squadra Cissokho, Huntelaar, Thiago Silva, Dzeko, Abate, Marchetti e Hernanes al posto di chi puoi sfruttare per monetizzare (Kakà), di altri che ormai hanno poco da dare (ed in questa squadra ce ne sono) e di chi col calcio ha smesso per davvero (Maldini) e poi affidarne la guida ad un allenatore giovane, stimato ed amato (Leonardo) può essere (anzi lo è) un modo corretto di mettere in pratica il cambio deciso.
Questo doveva essere fatto (se il cambio di politica e strategia è realmente voluto), e questo non si è fatto.
Ed allora cosa succede?
Succede che dalle formazioni schierate, dal gioco espresso e dai risultati ottenuti fin qui ciò che rimane nel tifoso, il messaggio che è passato, è questo:
il Nuovo Progetto non è altro che la vecchia squadra meno Kakà;
che abbiamo un allenatore nuovo ma una squadra vecchia e che tale allenatore, non potendo avere a disposizione i giocatori chiesti e con cui “crescere insieme”, si affidi ai “soliti” giocatori per tenere su la baracca (fateci caso: ieri a Udine non c’era nessun volto nuovo tra i titolari rispetto alla scorsa stagione ad eccezione di Oddo e Storari che nuovi non sono);
che a gennaio, se ci troveremo in difficoltà di classifica, è più probabile che cercheremo rinforzi (ammesso che lo faremo) in giocatori affermati e navigati (Beckam in primis) piuttosto che su giocatori giovani, nuovi e di prospettiva, vista la necessità ribadita da Galliani di dover tornare in Champions.
Può in questo momento esserci fiducia ed ottimismo nel tifoso rossonero?
Difficile.
La sensazione è che ci sia la consapevolezza che quest’anno non si possa competere per vincere e che ci aspetta un anno all’insegna della discontinuità : ma fin qui non ci sarebbe nulla di male.
Ma la cosa più grave è che, stando così le cose, alla fine della stagione ci troveremo nella stessa situazione di oggi, e cioè con una squadra da rifare ed un progetto di rinnovamento da avviare con un anno di ritardo.
Cosa ci tocca fare nel frattempo?
Tocca “tenerci” la squadra che abbiamo e quindi sostenerla, ci tocca credere che i giocatori nuovi non siano per forza tutti come Oliveira, ci tocca sperare che i “vecchi” facciano ricorso al loro carattere (e quello, indubbiamente, ce l’hanno) per tirarci fuori dalle situazioni più difficili, ci tocca sperare che col tempo Leo dia una parziale sterzata verso il nuovo già da quest’anno puntando sui giocatori più giovani che abbiamo in rosa.
Perché in fin dei conti, se dovessero rivelarsi all’altezza della situazione (ed io credo che lo siano), una squadra che abbia in pianta stabile in campo Abate, Thiago Silva, Flamini, Huntelaar, e Pato potrebbe essere un “inizio” di progetto che necessiterebbe in futuro di una rivoluzione meno pesante di quella che si prospetta oggi;
se però non li facciamo giocare mai insieme o se lo facciamo col contagocce e senza continuità, allora sì che sarà un anno buttato al vento e senza un minimo di costrutto!
Forza ragazzi
noi stiamo aspettando che scocchi una scintilla che riaccenda l’entusiasmo che in questo momento manca e che ci porti completamente e con trasporto dalla vostra parte, ma quella scintilla, per ora, potete accenderla solo voi in campo!
In futuro (da gennaio in poi) chiederemo (anzi pretenderemo) qualche scintilla anche dalla società!
Soprattutto, chiederemo idee chiare e costruttive, che dissipino quella sensazione di approssimazione che oggi sembra avvolgerla inesorabilmente.
Gianpiero Sabato

2 commenti:

Spiderman Rossonero ha detto...

Forza Ragazzi!!!!!!!!Parola d'ordine REAZIONE!!

http://spidermanrossonero.blogspot.com/

carmen ha detto...

Forza TUTTI Ragazzi Società Leo accetto tutto da ki mi ha dato tanto ammetto d'essere un tantino sconcertata aspetto fiduciosa d'assestarci x il meglio Carmen

 
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