"...i cammelli son scappati!!!"


Mohamed bin Rashid Al Maktoum è lo sceicco che governa Dubai e che è il numero due della Confederazione degli Emirati Arabi Uniti (sette entità diverse tra di loro economicamente).
Ha 62 anni e nel 2007, anno che ha preceduto la crisi, era collocato al quinto posto delle famiglie reali con un patrimonio di 26 miliardi di dollari, e nel 2008, a crisi esplosa, al quarto posto con 18 miliardi di dollari.
Il braccio operativo di tutto questo impero è Dubai World, holding che possiede al 99,6 %.
Attraverso una serie di investimenti “colossali”, soprattutto nel settore immobiliare, voleva che la sua terra diventasse un faro per il Medio Oriente, trasformando una terra che era solo un deserto abitato da beduini dediti al commercio con l’Arabia Saudita ed alla pastorizia in un luogo che doveva rappresentare il crocevia dei rapporti tra l’Asia e l’Occidente.
In questo deserto sono nati, anno dopo anno, la marina di Dubai, con l’albergo a 7 stelle Burj Al Arab, il mega centro commerciale Mall of Emirates con l’impianto sciistico al coperto Ski Dubai, le isole artificiali The Palm Jumeria e The Palm Jebel Ali per ospitare ville faraoniche come il Burj Dubai, e l’edificio più alto del mondo (818 metri). Al Maktoum è appassionato di cavalli e di cammelli.
Tutto bello, tutto faraonico, tutto affascinante, peccato che sia nato qualche “piccolo problemino”!
Molte delle opere di cui sopra sono state bloccate, molti cantieri in mezzo al mare sono fermi con il rischio che vada distrutto anche quello che è già stato compiuto.
Il mall, 520 mila metri quadrati, è mezzo vuoto, i clienti sauditi e sovietici non frequentano più i negozi grandi firme, e molti di questi non pagano più l’affitto da mesi.
Anche i finanziamenti statali per la realizzazione della metropolitana sono stati sospesi.
Morale della favola, il 26 novembre, con un comunicato ufficiale, Dubai World ha annunciato di aver chiesto ai propri creditori di congelare per 6 mesi il pagamento del proprio debito.
Ufficialmente il debito della Dubai World ammonta a 59 miliardi di dollari, quelli totali dell’emirato a circa 80 miliardi, ma secondo le stime il debito sarebbe circa il doppio.
Insomma, per farla breve, siamo sull’orlo della bancarotta, un default tecnico.
La notizia ha fatto subito il giro del mondo; le borse mondiali hanno subìto delle perdite enormi (solo in Europa quel giorno sono stati bruciati 120 miliardi di Euro) soprattutto per la grande esposizione delle banche internazionali, Royal Bank of Scotland e HSBC (la più grande banca del mondo) su tutte!
Lo sceicco ha chiesto aiuto ai vicini di casa di Abu Dhabi (è notizia di oggi un possibile finanziamento di 10 miliardi), ma questi ultimi hanno chiesto in cambio uno dei gioielli di Al Maktoum, la Fly Emirates!
Le conseguenze di tutto ciò si faranno presto sentire anche nel mondo dello sport, e del calcio in particolare: la Standard Chartered, una delle banche inglesi più esposte, ha annunciato di voler fare un passo indietro rispetto all’accordo di sponsorizzazione con il Liverpool.
Un contratto da 25 milioni di euro a stagione che porrebbe i Reds al primo posto nella classifica dei ricavi da main sponsor.
Da tenere sotto controllo, a questo punto, il contratto di sponsorizzazione tra l’AC Milan ed Emirates per 7 anni, del valore di circa 14 milioni di euro a stagione (a partire dal 1° luglio al posto di BWin).
Qualcuno si starà chiedendo il motivo per cui ho scritto questo pezzo, ma i più attenti sanno già dove vado a parare: Mohamed Al Maktoum è stato spesso accostato alla nostra società, anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, era l’unica persona che poteva e doveva “salvare” il nostro club dall’oblio in cui la stava conducendo il nostro presidente Berlusconi.
Facciamo una bella cosa: Berlusconi si tenga il Milan, lo sceicco si preoccupi di trovare i soldi per salvare il suo regno dal fallimento, e noi tifosi impariamo, una volta per tutte, a non farci suggestionare da ipotesi fantasiose ed a smettere di pensare che “la sabbia” del vicino sia sempre più verde.
Teniamoci stretto chi, oltre ai soldi, in questa squadra da anni ci mette tanta passione da vero tifoso, e lasciamo che gli altri si divertano coi loro cammelli
...ammesso che non si debbano vendere anche quelli!

Gianpiero Sabato

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