Il Milan riesce a trasformare una "Rometta" nella vecchia "Maggica".
I primi dieci minuti fanno ben sperare (anche vista la pochezza dell'avversario) poi, piano piano, la Roma cresce ed il Milan smette di giocare. Passaggi sbagliati, pressing pressochè inesistente, scollatura totale tra i reparti... ed Ancelotti che non si accorge della scomparsa dal campo di Pirlo, Kakà e Gilardino. Una sconfitta meritata soprattutto nei confronti di una Roma, che in tutta umiltà, ha saputo crederci per tutti i novanta minuti. Una sconfitta che brucia, non tanto per un campionato che se ne era "andato" dal derby, quanto per l'avvicinamento all'appuntamento con il Bayern e per Clarence Seedorf, l'unico che ci ha messo il cuore e che ha continuato a crederci sino in fondo.
I primi dieci minuti fanno ben sperare (anche vista la pochezza dell'avversario) poi, piano piano, la Roma cresce ed il Milan smette di giocare. Passaggi sbagliati, pressing pressochè inesistente, scollatura totale tra i reparti... ed Ancelotti che non si accorge della scomparsa dal campo di Pirlo, Kakà e Gilardino. Una sconfitta meritata soprattutto nei confronti di una Roma, che in tutta umiltà, ha saputo crederci per tutti i novanta minuti. Una sconfitta che brucia, non tanto per un campionato che se ne era "andato" dal derby, quanto per l'avvicinamento all'appuntamento con il Bayern e per Clarence Seedorf, l'unico che ci ha messo il cuore e che ha continuato a crederci sino in fondo.
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